IosonoAria, nome d’arte di Ilaria Ceccarelli, si affaccia sulle scene con il singolo “100 sorrisi”. Nata a Milano e vissuta tra Messico, San Paolo del Brasile e New York, IosonoAria da sempre è in cerca di musica e parole. Gli anni trascorsi all’estero e il lavoro svolto in studio di registrazione al servizio di grandi musicisti, le hanno regalato maturità e spessore. Dal 23 giugno arriva in radio “100 sorrisi”, il suo singolo di esordio registrato tra New York e Milano con la produzione artistica di Ferdinando Arnò e missato da Anthony Kilhoffer. Il videoclip del brano girato da Caterina Viganò, è ambientato a Milano ed ha la direzione artistica di Gayarama.
100 sorrisi è il singolo che segna il tuo esordio discografico. Parliamo di questo brano, di cosa racconta e di come nasce…
«È una canzone che nasce due anni fa, ma che ha trovato vita nello studio di Ferdinando Arnò, che ne ha curato l’arrangiamento. “100 sorrisi” parla d’amore in una maniera leggermente diversa, ma è comunque una canzone d’amore che dice: “Ci costerà, ci costerà, ci costerà 100 sorrisi”. L’amore, che è la cosa che tutti vogliamo, ha sempre un prezzo da pagare, quindi decidiamo che questo prezzo sia caratterizzato da 100 sorrisi».
Al singolo seguirà un album?
«Ci tenevo particolarmente all’uscita di questo singolo. L’album sarà composto da dieci brani e uscirà a gennaio. Lavoreremo tanto per rispettare questa scadenza. Il disco conterrà sia pezzi scritti da me, sia da altri autori che hanno una maggiore esperienza nel campo musicale».
Sei nata a Milano, ma hai vissuto tra Messico, San Paolo del Brasile e New York, sempre in cerca di musica e parole. Cosa hai assorbito da questi paesi?
«Ho avuto la fortuna di viaggiare parecchio perché i miei genitori si sono sposati in Brasile e mi hanno trasmesso la loro passione per i viaggi. Del Brasile ho un bellissimo ricordo, perché ho cominciato ad amare la sua musica, ascoltando diverse cantanti brasiliane. La mia voce, infatti, calda, e bassa, ricorda un po’ il Brasile. Mentre invece ho deciso di andare a New York, dopo aver studiato ingegneria audio. In quel periodo ho diviso casa con dei ragazzi messicani, i quali mi hanno invitato in Messico, dove ho maturato ancora di più il mio amore per il Sud America».
In che modo ti sei avvicinata alla musica? Qualcuno o qualcosa ha scaturito tale passione?
«Mio padre, che non ha mai fatto nessun tipo di lavoro artistico, ha una bellissima voce di baritono, quindi questa caratteristica la devo a lui. Nella mia famiglia non ci sono musicisti, mi sono avvicinata al mondo artistico per mia scelta. Amavo cantare fin da bambina e man mano, diventando grande, la passione per la musica è diventata sempre più forte tale da farla diventare la mia professione. Ho scritto testi, ho lavorato in studi di registrazione e ho avuto l’onore di lavorare con dei grandi musicisti. Solo di recente ho maturato l’idea di non lavorare più dietro le scene e di proporre un progetto musicale tutto mio».
IosonoAria, come mai la scelta di questo nome d’arte?
«È nato un po’ per gioco. A Ferdinando Arnò è piaciuto molto proprio perché gli ricorda il suono della mia voce e quest’anima girovaga. La musica si propaga attraverso l’aria e questa a sua volta passa i confini e la mia voce è aria, ecco il perché di IosonoAria».
Visto il tuo amore per l’America del Nord e quella del Sud, in futuro pensi di scrivere anche brani in altre lingue?
«Quando ero a New York ho scritta la sigla per la serie televisiva “Ringer”. Parlo quattro lingue e sarebbe bello che come l’aria, la musica mi portasse in giro per il mondo».