Da un’idea del giovane architetto napoletano Emilio Porcaro, nasce “Io penso che”, il foto-progetto che sarà in mostra a partire dal 10 marzo presso gli spazi foyer del Teatro Bellini di Napoli. Un’idea che si muove con l’obiettivo di intrecciare la comunicazione visiva insieme all’interscambio con l’altro. Un movimento decisamente innovativo è quello di “Io penso che”, una mostra la quale attraverso l’arte della fotografia, prova a dare voce alla semplicità con cui riusciamo a riprodurre qualcosa di nostro, che pur apparendo banale, cela invece intensi contenuti. Una creazione a cui Emilio Porcaro ha dato spazio, per riproporre un canale di comunicazione, in un contesto dove, l’invasione dei social network, sembra quasi privarci della reale possibilità di conoscere l’altro, se non mediata da una proiezione di se stessi. La scelta è quella di un’esposizione di fotografie in banco e nero affinchè si dia risalto ai pensieri che vengono espressi. È questa la finalità che vuole esaltare la mostra fotografica “Io penso che”. Un pensiero dove ciascuno depone la sua maschera, liberando tramite il “disegno” che comunica, un ritaglio essenziale di ciò che lo rappresenta realmente.
Dalla creazione del team composto da Guido Boldoni, Guglielmo Verrienti, Mario Falco, Linda Russomanno, Federica Cilento a Napoli; Fabrizio Colucci ed Eleonora Litta a Firenze, AnnaRita Cattolico area Roma e Alberto Sicoli presso l’area di Milano, “Io penso che” si propone di divulgare il suo denominatore in ogni città. L’obiettivo diventa dunque quello di creare una rete di condivisione di scatti, con sopra incisi i pensieri, così da poter estendere il collettivo di fotografi, nei luoghi più disparati.
Nella giornata inaugurale di “Io penso che” si incrocia altresì l’occasione di presentazione del lavoro discografico di Marco D’Anna, il giovane cantautore, membro attivo dei Be Quiet, collettivo partenopeo di cantautori, in circolo dal 16 febbraio con il brano La Mela, un testo che parla d’amore con un linguaggio fresco, dai toni delicati. Un’occasione pertanto di vivace interazione artistica, dove a quella fotografica, affianchiamo la musica.