La cantautrice toscana Isotta Carapelli, in arte Isotta, concepisce il suo secondo album intitolato Minuscola, nato dall’impellente necessità di svelare la parte recondita di sé. “Minuscola è una sensazione, minuscoli ci sentiamo nel mondo, di fronte alle nostre paure, alle insicurezze, al nostro senso di inadeguatezza”. Minuscola, prodotto artisticamente da Pio Stefanini e Diego Calvetti, comprende dodici brani, i cui testi si distinguono per il linguaggio arguto e le allegorie. Le sonorità pop electro con sfumature rock ricreano atmosfere dark. Come il disco d’esordio, Romantic Dark, anche Minuscola si apre con un intro. Il primo brano Mi piace il caso parla della casualità nelle nostre esistenze. Quello seguente Finché noia non ci separi esprime lo stato d’animo per la mancanza di amore. E poi ancora Al di là della felicità (feat. Cannella) interpreta il bisogno di evasione ma anche di sicurezza. La Festa rivive il momento di crisi di un relazione sentimentale. Hikikomori descrive la prigionia in cui la mente può trovarsi. The Boys è un elogio alla semplicità e alla spontaneità, caratteristiche sempre più rare. Porno Amatoriale canta il bisogno di ricominciare, ripensando all’età in cui si apprezzavano le cose semplici. Un pugno al muro immagina la rabbia come consigliere da ascoltare. L’amore quando non si fa riflette sulle occasioni mai colte. Licantropo racconta la storia di una persona trasferitasi in una città, in cui spera di realizzare un sogno, ma viene inghiottita dalla città stessa. Fantacalcio manifesta la paura di vivere. Monumentale da passeggio, brano che chiude il disco, raffigura la fuga dalla realtà che conduce a rifugiarsi all’ombra del proprio cuore.
Minuscola nasce dall’esigenza di far conoscere la parte nascosta di te, fatta di paure e di insicurezze. Cosa hai provato nel trasporre in musica i tuoi stati d’animo?
Dopo aver riascoltato il primo disco Romantic Dark, mi sono resa conto che c’era qualcosa ancora che mi mancava, che non avevo rivelato, non ero profondamente soddisfatta. È stato catartico scrivere questi nuovi brani, e credo di aver provato lo stesso scrivendo il pezzo Palla avvelenata. Ho avvertito il bisogno di tradurre in musica quegli stati d’animo che mi hanno attraversato, perché è l’unico modo che ho per esprimere quella parte nascosta di me. Credo molto nella sinergia tra parole, musica ed emozioni.
Il singolo Mi piace il caso parla dell’imprevedibilità degli avvenimenti nel corso della nostra esistenza. Da quali riflessioni è stato concepito?
Credo che il caso e il destino siano la stessa cosa. Quell’energia che ti viene, sia dall’esterno che dall’interno, porta a fare determinate scelte o a trovarti in determinati luoghi. Mi piace il caso è un brano anche ironico, nato un giorno, per gioco, quando io ed un’amica dovevamo decidere dove andare. Così lanciai una monetina. E dissi “mi piace il caso”. E ridendo mi appuntai questa mia affermazione.
Il brano Finché noia non ci separi racconta la mancanza d’amore che lascia spazia alla noia e al vuoto.
Non la considero un’accezione negativa la noia. Alla fine la noia è il dubbio che ci interroga. Probabilmente è più la mancanza di amore o la paura di abbandonarci all’amore che fa nascere la noia e non il contrario.
In Finché noia non ci separi canti: “è come andare a Chernobyl a prendere il sole, relazioni familiari, relazioni nucleari”. È una sensazione soffocante!
La noia alla lunga uccide, soprattutto se non capisci da dove viene. E se riesci ad identificare e a comprendere, forse, ci fa meno paura rispetto a se la prendi come ti viene. E allora comincia l’ansia e il desiderio di scappare.
Il testo del brano Al di là della felicità recita “mi sciolgo in mezzo alla gente ho solo, voglia di mare”. Sono sensazioni che hai provato?
Ho voluto creare un contrasto tra il dire qualcosa di forte, rispetto alla musica apparentemente positiva e spensierata. Sono sensazioni che mi capita di provare, come il senso di soffocamento, di voglia di evasione e la ricerca di sicurezze che non possiamo avere. E il featuring con il cantautore Cannella ha dato valore aggiunto al brano. Duettare con lui è stato davvero un piacere.
Hikikomori è un termine giapponese usato per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale. E il testo del tuo brano intitolato Hikikomori recita: “tengo fuori i mostri, fuori dalla porta”.
La porta rappresenta la testa e quindi c’è questa prigionia mentale, che può essere vista in modo generale e non solo in riferimento agli hikikomori, quegli adulti o adolescenti che decidono di chiudersi in casa. Ma potrebbe essere anche un chiudersi in se stessi, a causa di quell’ansia sociale che purtroppo si è amplificata con l’emergenza sanitaria.
Durante il periodo in cui sei impegnata con i live trovi l’ispirazione per scrivere?
Sì, certo. Lo scorso anno dopo l’uscita del disco Romantic Dark, ho iniziato a scrivere i brani di Minuscola. E anche in questo periodo, capita di appuntarmi delle idee che mi vengono durante la giornata e che poi svilupperò successivamente.