Presso il Centro Teatro Spazio, il direttore artistico Vincenzo Borrelli ha concesso a noi di MyDreams un’intervista sul racconto di questo storico teatro sito in San Giorgio a Cremano (Napoli). Un palcoscenico che ha visto l’esordio di Massimo Troisi, insieme a Lello Arena, Enzo De Caro, un luogo che negli anni ha ospitato grandi personaggi come: Pupella Maggio, Fiorenzo Serra, Popularia, Mico Galdieri, Tato Russo, Antonio Ferrante, Leopoldo Mastelloni, Peppe Lanzetta, Maria Basile, Pietro Pignatelli, Marco Zurzolo, Massimiliano e Gianfranco Gallo, Cristina Donadio, Corrado Taranto, Alessandro Siani, Paolo Caiazzo, Maria Bolignano, Nunzia Schiano, Gea Martire, Manlio Santanelli e tantissimi altri. Oggi il Centro Teatro Spazio è gestito dall’Accademia Teatrale “Uno Spazio per il Teatro”, che è anche una scuola di formazione professionale allo spettacolo, riconosciuta dalla Regione Campania.
Vincenzo Borrelli come nasce la tua passione per il teatro?
«La mia passione per il teatro nasce grazie a mio padre. Con lui ho partecipato, già dall’età di sei anni, a tutti suoi spettacoli di carattere amatoriale tra varie parrocchie, con un approccio all’epoca chiaramente ludico. Mio padre aveva un gruppo di ragazzi che voleva fare teatro presso la parrocchia di San Giorgio dove per anni abbiamo fatto un poco di lavori, dunque già da subito vivevo uno stretto rapporto con il territorio sangiorgese. Poi ricordo che avevo 15 anni quando mio padre decise di adottare insieme a Renato Barbieri il Centro Teatro Spazio».
In quel periodo il teatro versava in uno stato di abbandono?
«Sì, abbandonato e pieno di topi. Al centro della sala c’erano due canoe gialle appese al soffitto ed i pupazzi di Renato Barbieri, perché lui sostanzialmente era un burattinaio anche molto riconosciuto a livello nazionale in quanto era uno dei pochi che riusciva a simulare la voce di pulcinella nella baracca dei burattini solo con la voce e senza la pipetta. Negli anni in cui recitava Massimo Troisi, il teatro era situato nell’ingresso, si entrava e si andava sul palco, poi quando sono arrivato io il palco era già stato spostato dal lato opposto come è strutturato oggi».
Ci puoi raccontare il tuo lavoro per recuperare il teatro?
«Renato Barbieri con un gruppo di giovani dalla parrocchia di Sant’ Anna, tra cui Massimo Troisi, fondarono l’associazione Centro Teatro Spazio e deciso di mettere alla ricerca di uno spazio per provare, proprio come è accaduto anche con la nostra associazione che si chiama uno “Spazio per il Teatro”. Questo posto era stato abbandonato perché era diventato pressoché un deposito, c’erano delle vecchie sedie di un vecchio cinema di San Giorgio e Renato Barbieri, pur essendo un grande amante del teatro, lo manteneva solo per l’affetto che riponeva per il luogo. Quindi con mio padre si decise di fare questa sorta di accordo affinché attraverso una quota mensile di noi ragazzi davamo un aiuto al mantenimento del posto per poter provare. In seguito Barbieri ha lasciato lo spazio a mio padre, un grande amatore del teatro, mentre io mi stavo approcciando a questo mondo in modo più serio e, tornato dal servizio militare, iniziai la mia carriera, ma il Centro Teatro Spazio da me non è stato mai abbandonato, anzi ho investito tempo, lavoro e denaro. Attualmente questo è un luogo privato gestito da me mio padre ed un gruppo di giovani attori professionisti che fanno questo per lavoro e che comunque collaborano quotidianamente in questo spazio».
Oltre al lavoro che svolgi per il Centro Teatro Spazio, sei impegnato anche nella messa in scena di altri spettacoli.
«Per tanti anni io ho fatto lo scritturato in compagnie di professionisti poi da circa sette anni ho deciso di fermarmi per poter portare i miei spettacoli in giro con il mio gruppo di lavoro che non è una compagnia stabile. In particolare quest’anno porteremo lo spettacolo di Pasquale Ferro “La cella zero” con la mia regia, in Veneto, a Torino, Roma, Salerno ed ancora Napoli dove già ci siamo stati. Un altro spettacolo è il “Mercante di anime e di usura” sempre per la mia regia, che sarà presentato in alcuni teatri in provincia di Roma e Civitavecchia».
Quanto è diverso il teatro di oggi rispetto a quello di Troisi?
«In realtà penso che bisogna fare una differenza tra teatro ed intrattenimento e Troisi aveva una filosofia di vita molto speciale e portava in scena la poesia facendoci ridere e sapeva parlare dei problemi reali. Un’ idea che non è molto diversa da quella che appartiene oggi al Centro Teatro Spazio che tratta sempre di argomenti di attualità».
Quali sono i punti di forza del tuo gruppo di lavoro?
«È composto da tutti professionisti che si sono formati nella mia accademia, che vanta una continuità nel tempo di anni con laboratori di teoria e pratica conosciuti a livello regionale. Il laboratorio si compone di ragazzi partono dalla scuola dell’infanzia per passare a quelli delle scuole medie fino a giungere alle superiori. Facciamo una verifica di metà anno nel nostro spazio aperta ai genitori ed un saggio di fine anno fuori sede».