Simone Spirito torna sulle scene con il nuovo lavoro discografico “Eppur Simone” (Polosud Records). Il sound degli otto brani si alterna sessioni acustiche e parti più elettriche dal sapore rock. Simone è un artista versatile dalle ottime capacità vocali che ha rielaborato in maniera del tutto personale il canovaccio cantautorale partenopeo utilizzando la lingua italiana, senza disdegnare la lingua madre. Particolare è l’attenzione alla scrittura con testi introspettivi e vagamente ironici.
“Eppur Simone” – che arriva a distanza di anni dal primo Ep “La luce del Mattino” – è un lavoro più maturo che racconta il mondo interiore dell’artista e la ricerca artistica in maniera consapevole e forte, spaziando tra sonorità acustiche ed inserimenti musicali più moderni e contemporanei.
Parlaci di “Eppur Simone”, l’album di debutto che arriva dopo l’Ep “La luce del Mattino”.
«Sono otto canzoni e una traccia nascosta che ancora mi ha detto che ha scoperto. Essendo nato negli anni ’80 sono rimasto affascinato da quei dischi che tu lasciavi andare e poi dopo pochi minuti che era finito il disco ascoltavi una tracci che non ti aspettavi. Ed è così anche nel mio album. Ho voluto inserire una traccia nascosta che dura un minuto. Così chi comprerà il disco e non lo sente solo su spotify avrà questa sorpresa».
Cosa rappresenta per te questo nuovo lavoro?
«Sono contento perché è un lavoro abbastanza eterogeneo. Sono otto canzoni che rappresentano una parte di me, molto diverse l’una dall’altra, brani che ho scritto in momenti diversi, ognuno ha una sua vita, una sua energia propria».
La tua carriera artistica inizia come attore calcando i palchi dei teatri più prestigiosi d’Italia. Come è iniziata la tua passione per la musica?
«Ho fatto l’attore per il cinema e per teatro, lavorando con una compagnia molto importante napoletana, “Gli Ipocriti”. Nel corso di una stagione teatrale con Rocco Papaleo, che ci ha visto girare l’Italia in lungo e in largo per sette mesi, Rocco portava con sé sempre la chitarra e mi accompagnava musicalmente mentre cantavo delle canzoni che avevo scritto. Quindi questi brani diventarono un po’ la colonna sonora della nostra tournée. Lui mi ha dato molta forza. Nella vita, le strade che si prendono dipendono anche dagli stimoli e dalle persone che incontri. Rocco mi ha dato la spinta giusta per continuare nel mondo della musica».
Pensi di tornare a lavorare per il cinema e il teatro?
Nella forma canzone ho trovato una mia dimensione. Non mi vergogno di quello che dico perché ci credo. A differenza di quando mi è capitato di fare dei provini e interpretare un ruolo che non amavo, non sentivo. Certe volte mi facevano fare dei provini in cui non mi sentivo a proprio agio. Quindi se mi proponessero delle cose nelle mie corde, dei progetti che mi appartengono, allora accetterei molto volentieri e tornerei a fare l’attore. Mi piacerebbe lavorare a teatro con amici e portare avanti un progetto nel quale credo. Mi avevano chiamato per fare il provino di Gomorra, però non me la sono sentita, perché è un prodotto che non mi stimola culturalmente e non mi interessa più di tanto, per cui ho deciso di non farlo».
La tua musica ha radici ben salde nella tradizione cantautorale italiana degli anni ‘80 e ‘90.
«Sono molto legato alla scuola romana, per cui ho sempre amato Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Tiromancino, Max Gazzé, Mario Venuti, ma anche i Subsonica mi sono sempre piaciuti. Nelle mie canzoni cerco di proporre un sound fresco accompagnato da testi che invitano a vedere la vita in un modo più puro, semplice, nel rispetto degli altri e dell’ambiente che ci circonda».
“La canzone dell’imbelle” è il brano che ha anticipato il lavoro discografico. Quali saranno gli altri singoli?
«È il brano che ha anticipato l’intero lavoro. Nel videoclip c’è il mio amico attore Michele Cesari, che si è prestato in maniera amichevole alla realizzazione del videoclip. Per i prossimi singoli e video abbiamo pensato a “L’alba di un giorno nuovo” e “Annaffio le mie piante” che mi piace particolarmente, anche se tutte le persone a cui ho fatto ascoltare il disco hanno una propria preferenza e opinione».