Roberto D’Avascio è il presidente dell’associazione Arci Movie, attiva a Ponticelli dal 1990. Lo abbiamo incontrato per conoscere meglio questa realtà culturale campana.
Il 16 novembre riparte, al cinema Pierrot di Ponticelli, il vostro cineforum, ci parla della vostra attività?
«Si tratta di un’azione sociale e culturale complessa e articolata, ma che presenta anche una sua semplicità nel dire che facciamo promozione del cinema che diventa intenso lavoro con le scuole sulle rassegne e le piccole produzioni, che tiene aperta una vecchia sala come quella del cinema Pierrot quale luogo di cineforum e di incontro tra i soci, che si propone come cura di un territorio, fatto di persone, di luoghi, di tradizioni storiche. tutto questo ininterrottamente da 28 anni, su Ponticelli e anche su Napoli. Per rafforzare ulteriormente il Cineforum al Pierrot come momento di forte aggregazione sociale abbiamo realizzato questa edizione in collaborazione con altri sette soggetti associativi del quartiere: Le Kassandre, Il Quartiere Ponticelli, La Casa del Popolo, Libera, AUSER Ponticelli, Renato Caccioppoli, Terra di Confine. Per favorire la partecipazione dei giovani quest’anno oltre alla tessera a 25 film (35 euro) ci sarà anche una card giovani per 5 film (10 euro) riservata ai ragazzi fino a 30 anni inoltre saranno messi a disposizione di donne in difficoltà tramite l’Associazione “Le Kassandre” degli abbonamenti al Cineforum. In occasione del Cineforum sarà allestito anche al Pierrot uno spazio in cui si possono prendere e portare romanzi e saggi».
Cosa sono filmaP ed astradoc?
«Sono dei segmenti importanti dell’attività complessiva degli ultimi anni di Arci Movie: AstraDoc è una rassegna che l’associazione ha sviluppato nel cuore antico della città di Napoli dedicata al cinema documentario, che negli ultimi anni è esploso nei termini di linguaggio innovativo sia per la sua eterogeneità stilistica che per la forza del racconto. Invece FilmaP, che da un punto di vista cronologico è l’ultima creatura nata in seno ad Arci Movie, è il nostro centro di formazione e produzione cinematografica, anche questo dedicato al documentario. Due strutture di grande prestigio e visibilità per l’associazione, ma soprattutto fonti di soddisfazione per i risultati raggiunti».
Arci movie rivolge una attenzione costante al lavoro fatto nelle scuole, in che modo vi muovete?
«Crediamo non si possano fare progetti o realizzare attività socio-educative e culturali senza le scuole e gli studenti. Per questo siamo presenti al fianco di docenti e ragazzi dal lontano 1991, quando abbiamo iniziato a portare gli studenti al cinema per fargli svolgere una lezione diversa e atipica, con al centro una materia che, di fatto, ancora non si studia a scuole: il cinema, da lì poi sono nate tante cose: progetti, rassegne, incontri, seminari, fino ai Movielab, laboratori di produzione cinematografica con al centro gli studenti: anche qui si è trattato di essere un po’ pionieri perché eravamo nel 1994».
Come personaggi del mondo della cultura dello spettacolo si rapportano con voi?
«Nel tempo abbiamo sviluppato tante relazioni con personaggi, anche importanti del mondo della cultura e dello spettacolo. Far venire a Ponticelli un grande regista non è una cosa scontata. In passato c’è stato Ken Loach, due volte ospite di Arci Movie, oppure Francesco Rosi, fino ad arrivare a tempi più recenti, per esempio, con Ozpetek e Garrone. Con la loro presenza la nostra periferia è diventata magicamente centro, scompaginando uno schema classico non solo toponomastico ma simbolico».