Marialuisa Firpo direttrice artistica di Hart la sala cinematografica e tanto altro ancora che sta accogliendo a Napoli eventi di prima importanza da un anno a questa parte; andiamo con ordine cosa è Hart?
«Hart è un luogo speciale, una sala unica in Italia fatta di comode poltrone, divani e letti su cui puoi guardare un film, ascoltare musica ed anche mangiare. Una sala che può trasformarsi e diventare una grande sala da ballo o da concerti rock. È un luogo speciale proprio per questa sua natura così complessa e ibrida. Un grande atto di coraggio per chi ci l’ha creata. Imprenditori visionari, tra cui Luciano Stella, che ringrazio per avermene affidato la direzione artistica».
Un concept nuovo che fa respirare aria di grande capitale europea penso agli spettacoli alle 13, ai film in lingua originale e tante altre proposte ideate da Hart, ma il pubblico napoletano come reagisce a tutte queste novità?
«Il pubblico ci segue con curiosità. In questi mesi, da novembre ad oggi, il pubblico è aumentato sempre più – soprattutto giovani – e riconosce nelle proposte di Hart un’offerta di qualità. Non è facile abituarsi ad andare a cinema alle 11 del mattino o scegliere di fare pausa pranzo in un cinema mangiando durante la visione di un bel film, ma questa cosa sta accadendo».
C’è molta attenzione anche alla parte culinaria e al drink, chi si occupa di queste sezioni e come si abbinano con la proposta culturale?
«Si, Hart è cinema, food e music. Il cibo è parte integrante del progetto Hart. Abbiamo una rassegna “In poltrona con lo Chef” ideata dalla vulcanica Donatella Bernabò Silorata e Wine&Thecity, in cui uno chef stellato e un personaggio della cultura dialogano sul palco ognuno con la propria arte e dove il pubblico guarda, ascolta e mangia. Abbiamo la rassegna “Ubriachi di cinema”, in cui grandi film sono abbinati a cocktail e qui un bellissimo lavoro è stato fatto da Christian Trentola, che ha selezionato drink particolari, dalle storie affascinanti per i film scelti da Benedetta Gargano.
Facciamo eventi particolari selezionando il cibo in base alla proposta culturale, ma soprattutto da febbraio abbiamo un Bistrot con il menu firmato da Marianna Vitale, chef stellata del ristorante Sud di Quarto».
Grazie al FringeHart tante compagnie teatrali provenienti da scuole ed accademia hanno avuto la possibilità di esibirsi su un vero palco. Non dei saggi ma lavori con la forza di veri spettacoli, come è nato il festival?
«FringeHart è nato da una riflessione fatta con Diego Nuzzo – ideatore e direttore artistico di Wunderkammer – che come hai anticipato, cura con me la rassegna. Hart non vuole essere in competizione con i teatri cittadini che già fanno un lavoro bellissimo e che offrono al pubblico cartelloni molto interessanti. Noi volevamo che il palcoscenico di Hart diventasse un’occasione per chi non ce l’ha. E di fatto – lo stiamo verificando di volta in volta – è così!
I ragazzi che stanno partecipando al Fringe si sono messi in gioco, hanno sperimentato, hanno trovato il coraggio per scrivere, dirigere, comporre recitare cose che altrimenti sarebbero rimaste nel cassetto. Una rassegna che ha il patrocinio del Comune di Napoli, ma che ci tengo a sottolineare, non riceve alcun sostegno di natura economica. Da nessuno».
Quante difficoltà trova nella sua gestione?
«Un po’ certamente. Forse la difficoltà maggiore è la comunicazione di quello che facciamo. Abbiamo un’offerta complessa ed ampia che cambia quotidianamente e non sempre il pubblico riesce a seguirla, ma siamo una bella squadra piena di entusiasmo e lavoriamo costantemente per migliorare. Lo staff interno ad Hart è composto da tutti giovani motivati, che sentono di far parte di una realtà speciale, diretti e coordinati da Gerardo de Vivo, con il quale condivido quotidianamente tutte le problematiche».
Cosa pensa del cinema italiano in questo momento?
«È un bel momento per il cinema italiano questo, c’è un grande fermento in Italia e a Napoli in particolare. Dal cinema d’autore all’animazione la produzione è molto interessante e di qualità. Sentiamo molto questo movimento per cui Hart si propone come luogo di “custodia” del grande cinema, del cinema indipendente e del cinema di qualità. In questa direzione selezioniamo film particolari e organizziamo serate per proporre al pubblico cose che altrimenti non vedrebbero, spesso accompagnate da commenti, introduzioni e questo al pubblico piace molto. Proprio adesso a maggio avremo due eventi particolari in cui il pubblico incontrerà registi e autori. Il 10 “La guerra de cafoni” e il 18 “Lunadigas”. Due film su temi importanti».
Cosa dicono gli artisti che hanno la possibilità di esibirsi da voi?
«Restano senza parole appena entrano nella sala. La sala ha davvero un’atmosfera unica. Da Peter Cincotti ai grandi registi che sono venuti a presentare qui i loro film ne sono rimasti affascinati. Alcuni ne escono dicendo “la mia sala preferita”, tutti dicono “ci tornerò”!».
Quali sono i progetti per la prossima stagione?
«Come dicevo poco prima ci stiamo lavorando. L’idea è quella di creare sempre più un’offerta che combini le diverse anime del posto esaltandole, ma per il resto non posso dire ancora niente».