Sul palco di Villa Mercede, nell’ambito della sesta edizione del Roma Fringe Fest, Gabriele Granito porta in scena “Le notti bianche”, spettacolo molto interessante tratto dal celebre romanzo di Fëdor Dostoevskij.
Adattamento e regia Gabriele Granito, con Gabriele Granito, Fabio Maffei e Beatrice Messa. Aiuto regia Edoardo Camilletti. I costumi sono di Tiziana Biccari e le scene di Vittoria Olive.
La messa in scena racconta le Quattro notti di due giovani di Pietroburgo, che si incontrano casualmente in una note d’estate del 1848. Lui è un sognatore, che vive alla ricerca di un amore non onorico, lei una ragazza che spera che il suo uomo torni per sposarla. Entrambi i personaggi hanno l’esigenza di raccontarsi per affrontare e combattere le proprie paure. I due si innamoreranno, fino al ritorno del ragazzo di lei. Il curioso caso di un corteggiamento/innamoramento inaspettato e spiazzante, così elegante ma allo stesso tempo viscerale.
Una storia che parla di amore, di attese e di delusioni. Molto bravi gli interpreti, tutti perfetti nei loro ruoli, accompagnati da una musica emozionale quasi come fosse il quarto personaggio in scena. Il regista e attore Gabriele Granito è riuscito a far risaltare l’aspetto umano dei personaggi senza giudicarli. Ed è proprio questo aspetto ad emozionare. Un pubblico molto interessato e anche divertito dalla rappresentazione, ha espresso un giudizio molto favorevole, con la speranza di rivedere presto questa magnifica compagnia. Bravi tutti!
Per l’ occasione abbiamo intervistato il regista Gabriele Granito.
Gabriele Granito, parlaci un pochino di “Le Notti Bianche” in scena in questi giorni al Fringe Festival a Roma. Come è nata l’idea del testo e del cast?
«“Le Notti Bianche” è nato già con una chiara idea di cast, in primo luogo lo spettacolo doveva essere a due personaggi, rispettando la scelta dell’autore, ponendo al centro di queste quattro notti bianche il sognatore e Nasten’ka ma ho voluto integrare un terzo personaggio, che nel romanzo è poco più di una figurazione, costruendo su di esso una storia parallela che non si intersecasse con quella che i due protagonisti vivono durante le quattro notti, ma che avesse una propria identità. Ho voluto, pertanto, creare, o meglio, dare spazio al triangolo amoroso e alla funzionale, a mio avviso, scelta scenica di condividere lo spazio scenico in tre, per questa ragione dopo aver elaborato il testo per me e Beatrice Messa, già consapevole della grande occasione di indagine attoriale, nell’interpretazione di sognatore e di Nasten’ka, ho ritenuto opportuno riaprire l’adattamento e inserire fin da subito il fidanzato di Nasten’ka pensando alle corde e al temperamento di Fabio Maffei, per cui posso dire che il cast di questo spettacolo nella mia testa vi era già prima dello spettacolo stesso».
Parliamo un po’ della regia dello spettacolo…
«Mi rendo conto che chi viene a vedere le prime due notti al Fringe Festival, possa rimanere perplesso circa l’incompiutezza e l’ibridità di questa prima porzione di indagine. In un primo momento si è voluto impostare il lavoro cercando di limitarsi alla messa in scena classica, ma andando avanti con le prove, sempre di più si è fatta avanti la possibilità di prendersi meno sul serio e quindi di concedersi la variabile “gioco”, andando in tinte, a volte anche grottesche, che i personaggi consentono. Non ho voluto calcare la drammaticità delle vicende dei protagonisti ma prenderli un po’ in giro e quindi giocare».
Chi sono i tre protagonisti delle storia? Quali sono le loro caratteristiche e motivazioni?
«Nasten’ka è una ragazza di 17 anni che è mossa dalla voglia di sentirsi libera e di vivere la sua vita senza costrizioni delle convenzioni sociali, Sognatore è un ragazzo pauroso di affrontare la realtà, quindi la vita, proprio perchè offeso dalle costrizioni delle convenzioni sociali, il Fidanzato è l’unico che ha affrontato la realtà ma anche lui ha perso credibilità e peso agli occhi della società russa dell’epoca. Sono tre personaggi legati da una grande necessità di ascolto, comprensione e libertà di essere».
Progetti per il futuro?
«Mettere in scena totalmente “Le Notti Bianche” con la speranza che possa avere un degno riscontro».