Ciro Esposito è il protagonista, insieme a Sebastiano Somma e Gianluca Di Gennaro, di “Una diecimilalire”, film diretto da Luciano Luminelli, in distribuzione nelle sale cinematografiche. L’attore italiano che ha esordito al cinema con il film Lina Wertmüller “Io speriamo che me la cavo” e che in seguito ha interpretato diversi ruoli in film e fiction di successo come La squadra, Orgoglio, Il grande Torino e Don Matteo 4, in questo periodo è sul set di una nuova serie tv targata Taodue. Abbiamo intervistato Ciro Esposito in occasione dell’uscita al cinema di “Una diecimilalire” e ci siamo soffermati anche su altri progetti che lo vedranno impegnato nei prossimi mesi.
Di recente è uscito nelle sale “Una diecimilalire”, film diretto da Luciano Luminelli che ti vede protagonista insieme a Sebastiano Somma e Gianluca Di Gennaro. Parlaci della tua esperienza in questo progetto.
«È stato un piacevole trittico perché siamo tutti e tre campani. Ci siamo dovuti misurare con un dialetto a noi sconosciuto, quello lucano, che pur se appartenente al sud è leggermente diverso nei colori a differenza del napoletano. Questo del dialetto è stato il primo input che mi ha spinto ad accettare questo ruolo. Negli ultimi anni sono alla ricerca di nuovi stimoli, di personaggi che siano diversi da Ciro Esposito. Mi ha fatto molto piacere essere contattato direttamente dal regista Luciano Luminelli. Mi ha coinvolto al progetto tramite facebook, una cosa che finora non mi era mai captata. Nel suo messaggio diceva che aveva scritto il personaggio di Giovanni pensando a me, quindi è stato un motivo di orgoglio. Non mi era mai capitato che un regista, uno sceneggiatore pensasse a me scrivendo la storia. Mi rispecchio molto nel personaggio che interpreto in “Una diecimilalire”. È stato un film lungo, faticoso, ci abbiamo messo quasi un anno per finirlo, ma questo è un motivo che mi rende doppiamente felice vederlo nelle sale».
Hai dato un contributo al film anche nella scelta di alcuni attori del cast…
«Sì, ho cercato di indirizzare Luciano nella scelta di alcuni attori che conosco e che stimo professionalmente». Poi, ritornando alla scelta del mio personaggio, posso dire che mi ha colpito essere contattato direttamente. Questo a dimostrazione del fatto che in questi anni ho seminato bene e che i personaggi finora interpretati hanno lasciato un segno. Luminelli mi conosceva bene, aveva già visto altri miei lavori».
Per quanto riguarda la distribuzione, oltre alle sale cinematografiche, ci sarà un passaggio anche nelle scuole…
«A me farebbe molto piacere creare un canale per gli italiani all’estero perché se c’è un punto forte di questo film è appunto il ritorno alle origini, poiché parliamo di un percorso temporale che va dagli anni’40 ai ’90, dove al centro della storia troviamo la sofferenza e l’unione di una famiglia. Un periodo in cui c’erano dei valori che forse adesso si sono persi. Quindi pensare ad una distribuzione all’estero sarebbe una cosa positiva».
A cosa stai lavorando in questo periodo?
«Attualmente sono sul set di una fiction Taodue dal titolo Rosy Abate, una nuova serie tv che andrà in onda su canale 5 e che mi vedrà impegnato nelle riprese fino al mese di novembre. È la prima volta che collaboro con la Taodue e nello specifico per canale 5, poiché finora sono stato più un “prodotto Rai”, quindi, mi fa piacere aver conosciuto gente nuova del settore».
Del teatro cosa ci puoi dire?
«Ritornerò a dicembre con “È successo a teatro”, spettacolo diretto da Gennaro Silvetro, in cui sarò in scena con Giacomo Rizzo, Rosario Minervini, Daniela Ioia, Felicia Del Prete e a tanti altri amici e colleghi. Saremo al Teatro Lendi e al Totò in tutto il periodo natalizio».
Restando in tema teatrale, ci sono altri progetti in cantiere?
«C’è una cosa che bolle in pentola, però, siccome è un progetto a cui tengo particolarmente, prima di parlarne vorrei aspettare l’ok. Posso dire soltanto che ci stiamo lavorando».
Oltre alla recitazione c’è un’altra tua grande passione che è l’arte, con i tuoi impegni teatrali, cinematografici e televisivi riesci a trovare il tempo per dedicarti alla pittura e alla scultura?
«Il tempo per l’arte lo trovo sempre. Per me è un toccasana, un modo per prendere ossigeno. È un momento tutto per me. È importante dedicare anche solo dieci minuti nella tua giornata a quella che è la tua passione, a quello che ti fa stare bene. Quando posso prendo subito la matita e butto giù idee, poi, se ho tempo per realizzarle bene, altrimenti le tengo nel cassetto e le tiro fuori al momento opportuno. Sto progettando anche un’altra mostra, ma al momento non posso ancora dare anticipazioni sulla presentazione.».
È più forte il tuo amore per l’arte o per la recitazione, vista che quest’ultima è un lavoro?
«Questa è una domanda da un milione di dollari. È tanto forte la voglia di voler trasmettere emozioni, questo è un qualcosa che mi porto dietro da bambino. In qualsiasi forma si possa manifestare. Trasmettere emozioni mi fa stare bene. Se riesco attraverso, un quadro, una scultura, un film, una serie tv o uno spettacolo teatrale a far star bene anche solo una persona, quello è il traguardo a cui ambisco».