“Nemmeno la notte a Kuala Lumpur, tra fumo, zanzare e un tramonto lunare, mi fa dimenticare che da qualche parte ci sei tu” canta Cristiano Turrini in “Kuala Lumpur”, nuovo singolo prodotto da Marco Canigiula.
Si tratta di una ballad in cui le sonorità occidentali incontrano quelle asiatiche generando un sound caldo e ricercato, che strizza l’occhio al mondo chillout, il cui testo, come afferma il cantautore romano «racconta un vano tentativo di fuga dal ricordo di una storia d’amore finita ancora prima di nascere, attraverso un viaggio nei generosi scenari della splendida capitale malese. È un respiro a pieni polmoni, per abbassare il volume dei pensieri e cercarsi altrove».
Grazie al brano “Kuala Lumpur”, lo scorso 22 agosto Turrini ha vinto il concorso “Deejay On Stage”. Prodotto da Cantieri Sonori, il singolo vanta la collaborazione di importanti musicisti come il pianista Jacopo Carlini (Giorgia, Fiorella Mannioia, Sanremo 2020), Davide Gobello (Fabrizio Moro, Loredana Bertè, Tricarico, Paolo Vallesi) e il bassista Matteo Carlini (Alex Britti, Martina Attili).
“Kuala Lumpur” è il tuo ultimo singolo in cui le sonorità occidentali si mescolano a quelle asiatiche, dando vita ad un sound caldo e ricercato, che strizza l’occhio al mondo chillout. Come nasce questo brano e cosa rappresenta per te?
«“Kuala Lumpur” rappresenta un po’ una nuova rinascita. È nato in un momento importante del mio percorso, in cui ero alla ricerca di un’identità artistica sempre più definita e in equilibrio tra il mercato discografico e la mia vocalità. Come di consueto ero in studio con il mio amico e produttore Marco Canigiula e, guardando un video su YouTube, ci siamo lasciati catturare dai generosi scenari della Malesya. Nasce così l’idea di voler ambientare “la fine di una storia d’amore” nella meravigliosa cornice della capitale malese. Hanno preso parte alla produzione importanti musicisti: Jacopo Carlini (piano), Davide Gobello (chitarre), Matteo Carlini (basso) e Skywalker. Ognuno di loro ha reso tutto questo possibile».
Con “Kuala Lumpur” hai vinto il concorso “Deejay On Stage”. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza e cosa ha significato per te?
«Il Deejay On Stage è stata tra le più belle esperienze vissute nel mio percorso artistico. Un grande evento che mi ha dato l’occasione di competere e confrontarmi con altri bravissimi artisti dai più svariati background e generi, spronandomi a mettere in gioco il meglio di me. Poi che dire, mi sono sentito nella “palestra dei grandi”: è stato per me un onore e un orgoglio anticipare su quel palco artisti del calibro di Mahmood e Gabbani. Onore ancora più grande ricevere i complimenti di Linus e di tutta la giuria di professionisti presenti durante le serate, e poi immensa felicità sentire il mio brano in rotazione radiofonica su un network così importante come radio Deejay».
Il brano è uscito lo scorso agosto e sta raccogliendo i suoi frutti. Quale sarà il prossimo passo? Un nuovo singolo o un nuovo album?
«Si, sta raccogliendo bei frutto e ne sono felice e non me lo aspettavo. I prossimi passi li stiamo già facendo: siamo già in lavorazione con nuovi singoli, finalizzati ad un album magari, che prevedono anche delle collaborazioni. Insomma non ci si ferma assolutamente».
Al brano hanno partecipato importanti musicisti come il pianista Jacopo Carlini, Davide Gobello e il bassista Matteo Carlini. Come nasce la collaborazione? Farete nuovi lavori insieme?
«Conosco sia Jacopo che Davide da molti anni. Oltre che grandi professionisti sono ormai anche grandi amici. Collaboriamo ormai da diverso tempo, ogni qualvolta ho una serata live sono loro ad accompagnarmi, c’è una stima immensa reciproca. Quando con il mio produttore Marco Canigiula abbiamo scritto Kuala Lumpur abbiamo subito pensato che avere il loro contributo potesse essere una marcia in più per arricchire un prodotto che già ci convinceva, dargli quel plus, e loro hanno detto subito sì. Certo la nostra collaborazione esiste da anni e continuerà anche in futuro».
Nel 2013 hai partecipato in qualità di doppiatore al telefilm “Violetta” per Walt Disney. Cosa ricordi di quell’esperienza? Ti vedremo nuovamente in questa veste?
«Quella di Violetta è stata la prima esperienza nel campo del doppiaggio appena uscito dall’accademia che frequentavo ed è stato interessante vedere come vedere quanta professionalità e importanza c’è anche per quanto riguarda i ruoli minori. Successivamente ho fatto altre esperienze di doppiaggio e continuo a farle».
Come nasci artisticamente e come e quando ti sei avvicinato alla musica?
«All’età di 5 anni ero in vacanza con i miei genitori in un villaggio turistico e mi hanno catapultato su un palco. Da lì ho capito che quello sarebbe stato il mio posto. Ho iniziato a studiare canto con vari insegnanti e in varie accademie di musica ma anche di recitazione e doppiaggio per ottenere una formazione più completa. Da un po’ di anni sono diventato vocal coach e negli ultimi 5 anni mi sono immerso nella scrittura e nella realizzazione dei miei brani con un team che mi segue e sostiene».
Quali sono stati e quali sono oggi i tuoi riferimenti musicali?
«Il mio modello principale tecnico e di espressione è Stevie Wonder. Per quanto riguarda il panorama italiano mi hanno sempre affascinato i Negramaro, Cremonini e Marco Mengoni sia per quanto riguarda gli arrangiamenti che per la scrittura dei loro testi. Apprezzo molto anche Mahmood e per quanto riguarda le proposte più nuove mi piace molto Gaia che ho avuto anche la possibilità di conoscere durante i casting di Amici».
Progetti tra il 2020 e il 2021?
«Tanti progetti ma capirete che per scaramanzia non posso parlarne. Mi auguro di poter calcare bei palchi, questo posso dirlo. Sicuramente il prossimo 17 ottobre sarò sul palco del concorso “Proscenium” dove sono stato selezionato tra i finalisti con il brano “Guernica”».