Il musical Musicanti con le canzoni di Pino Daniele che ha registrato un bel successo a Napoli negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso toccherà nei prossimi giorni fino a maggio tutte le principali città italiane. Nel frattempo abbiamo incontrato due dei protagonisti Antonio interpretato da Alessandro D’Auria e Dummì interpretato da Pietro Pignatelli.
Sembra che Dummì sia il tuo angelo custode anche nella vita oltre che sulla scena vero Alessandro?
A– In realtà sì è stato proprio Pietro a chiedere alla direttrice di casting se potevo andare anch’io a Roma e abbiamo fatto il provino, comunque avevamo anche già lavorato insieme nei teatri off e per le scuole con tanti progetti.
P– Sì è andata proprio così. Siamo amici da un po’ di anni con Alessandro e abbiamo fatto già belle cose insieme. A mio avviso per un artista, riuscire a fare qualcosa per i giovani, è doveroso e il teatro off è un ottimo strumento per svegliare le coscienze.
Anche la musica è un ottimo veicolo per il risveglio delle coscienze, Alessandro infatti tu in Viento e Senza e te doni grande commozione al pubblico, ma anche tu Pietro con I so pazz.
A– Sai dopo dieci anni di audizioni aspettavo da tanto tempo questa occasione di fondere tutti i generi che ho portato in scena; musical, teatro, la band che suona dal vivo (anch’io ho una mia band con cui suono nei locali). Sono felice di aver aspettato tanto perchè poi è finalmente arrivata questa occasione giusta in cui sento di esprimermi nella mia completezza. Viento è struggente e Senza e te è la “canzone d’amore” del musical.
P– Sì in realtà nella canzone I so pazz Dummì il personaggio che interpreto, vuole dare proprio il messaggio di svegliarsi e ribellarsi allo status quo, alla malavita rappresentata nel musical dal personaggio di ‘O scic.
Abbiamo tanto parlato di risveglio delle coscienze, ma voi che rapporto personale avete con la spiritualità?
P– Credo in Dio in una maniera molto personale, carnale, viscerale. Prima di andare in scena ho una mia forma di pregare. Il teatro per me è un grande rito collettivo, come una messa ed io vivo la scena con i miei colleghi come un grande rito sacro, ecco perchè è importante che gli spettacoli veicolino anche importanti messaggi.
A– la mia spirtitualità è più terrena, credo negli uomini. L’ultraterreno per me è un Universo che ha un’energia sconosciuta e si manifesta attraverso segnali più o meno visibili. Credo che se vuoi la felicità sii felice, se vuoi amore amati e sei vuoi onestà sii onesto.
E qual’è il vostro sogno, non solo di tipo artistico, in questo momento?
A– il mio sogno è vivere il mondo dell’arte in maniera libera. Se perdi la libertà perdi tutta la magia e se si perde la magia di sentirsi libero di esprimersi nell’arte è meglio andare a fare l’impiegato alle poste. Vivo da quattro anni a Milano (sono nato e cresciuto a Pompei) e me ne sono andato per non continuare ad essere il migliore fra i peggiori, preferisco essere il peggiore fra i migliori e continuare ad apprendere. Infatti sono il più piccolo, anagraficamente, del cast ed in questi mesi di prove ho cercato di imparare qualcosa da ogni collega con più esperienza artistica di me. Di indole sono molto curioso e mi mantengo aperto artisticamente a ciò che arriva anche perchè ho iniziato un pò tardi a cantare, avevo già ventitre anni ma io amo il cambiamento perchè mi stanco presto delle solite cose e sono sempre pronto a mandare all’aria tutto e iniziare da zero in progetti sempre nuovi.
P– Il mio sogno è molto semplice e non è attinente al teatro, anche perchè ho qualche annetto più di Alessandro ed è quello di avere una figlia e una compagna, perchè anche l’artista deve dare un senso alla propria vita e dedicare del tempo agli affetti.
E tu Alessandro arrivando da una famiglia così numerosa vorresti realizzarti anche in questo senso?
A– Sì ma più in là, adesso sono molto concentrato sulla realizzazione artistica e vorrei fare anche tanta televisione. Come artista mi sento vicino al mondo degli show man alla Fiorello per intenderci.