Con l’Etichetta LaPop, lo scorso 3 marzo è uscito: “64018”, il nuovo album dei Metanoia. La musica che compongono è il frutto dell’esperienza di storie vissute. Una vita raccontata attraverso le canzoni. Il gruppo si forma a Tortoreto, siamo nel 2014 quando un’acerba formazione inizia a muovere i primi passi verso il mondo della musica. Da allora di strada ne hanno fatta, raccogliendo riscontri positivi e spingendoli a proseguire, con caparbietà e passione lungo il solco già tracciato, fissando forma e ritmica del loro sound. Per conoscerli meglio, li abbiamo incontrati per approfondire il nuovo progetto.
Il 3 marzo scorso è uscito in digitale il nuovo album: “64018”, chi sono i Metanoia?
I Metanoia sono amici che hanno una grande fortuna, quella di poter suonare insieme e condividere emozioni. Oltre questo sono Enrico – voce, Giuseppe – chitarra, Federico – batteria, Jacopo – basso. Essenzialmente siamo persone fortunate, molto fortunate, ad essersi trovate.
Tutto parte da Tortoreto. Infatti il codice postale è il sigillo della vostra storia. Quale motivazione vi ha spinti a scrivere canzoni che raccontano le vostre esperienze?
Scriviamo nostre esperienze perché vogliamo essere più veri possibili, senza filtri, ma raccontare quello che ci succede, anche se fa schifo, anche se ci distrugge, ma l’unico modo per poter fare musica, per noi, è essere sinceri almeno con noi stessi. Non tralasciamo il fatto che scrivere di ciò che si ha dentro è estremamente terapeutico, ma a volte complicato, perché ti porta in stanze dove non vorresti andare.
Siete un gruppo cantautoriale. Quanto c’è veramente di vostro nei brani proposti?
Noi siamo in questi brani al 100%, curiamo ogni minimo dettaglio, dall’inizio alla fine. Quello che le persone sentono sono le nostre vite e ci sorprendiamo quando scopriamo che a volte le vite degli altri sono specchi, nel senso che hanno lo stesso nostro riflesso.
Perché “Metanoia”? E a chi si rivolge?
Metanoia è una parola greca, indica il voler cambiare le cose quando ci si accorge che qualcosa non va o non ci piace. Si rivolge a tutte quelle persone che non si arrendono e nonostante tutto affrontano la vita a muso duro, nuotando in un mare in continua tempesta. Con il tempo abbiamo capito che ci sono molti Metanoia in giro e nei concerti è una cosa lampante.
Il lavoro discografico contiene sei brani, ognuno con un significato esistenziale. Quello sulla vita non è un facile concetto da sostenere, pensate che con la musica i messaggi che volete trasmettere siano maggiormente diluiti e ascoltati?
Non sappiamo se siano più facili o meno facili da recepire, sappiamo che dentro c’è la verità e soprattutto che se non raccontassimo della vita saremmo falsi, perché “a quasi 30 anni”, autocitandoci, bisogna essere consapevoli e dobbiamo guardarci dentro e intorno. La musica ci aiuta sicuramente, perché possiamo decidere che vestito poter mettere ad una canzone.
È un disco che narra un viaggio dove non ci sono fermate, ma le esperienze non si hanno con qualche fermata intermedia? Ci spiegate un po’ il vostro viaggio?
Il nostro è un viaggio pieno di imprevisti, ruote bucate, motori fusi e tanto altro, ma la crescita sta proprio nel saper riparare la macchina e farla continuare a viaggiare. Noi siamo così, con il tempo sempre più consapevoli, grazie all’età, e decisi nel voler maturare, come persone e come artisti. Le nostre esperienze le si possono vedere attraverso le canzoni, siamo partiti in modo spoglio, incazzato e con mille domande, ora solo le domande sono rimaste. La cosa figa di questo viaggio è il poter conoscere persone. Ai concerti, durante le interviste, nei km fatti per andare da un posto all’altro, insomma dovunque. Conoscere persone e ascoltare le loro storie è un privilegio che la musica sa darti.
Iniziate nel 2014, alcol e nostalgia creano i presupposti per la nascita dei Metanoia, da quel momento si traccia la vostra strada artistica. Dalla nascita del gruppo, è un inizio di un lungo viaggio, in che modo pensate di proseguire?
Nel modo più semplice che conosciamo, cioè stare insieme, sostenerci quando qualcosa non va, esultare quando c’è qualcosa di bello e scrivere musica, sempre, finché ne abbiamo la possibilità. Dobbiamo ancora scovare tutti i Metanoia che ci sono in giro, c’è tanta strada da fare.
Ogni brano contiene un’esperienza o una dedica, è un manifesto? Un messaggio? O cosa?
Lo sfondo dei nostri brani, la maggior parte delle volte, è quello di fare sempre un passo avanti, di non cedere alle sfighe e ai problemi, perché se ne può sempre uscire, c’è sempre un’alba come diciamo in “Mezzanotte”.
A quale genere musicale vi ispirate?
Questa è una bella domanda, così bella che non ha risposta. Siamo 4 e ascoltiamo robe diverse e la fusione dei nostri gusti è quello che viene fuori. I cardini principali sono il pop, il cantautorato, il funky e l’indie.
Quali altri progetti per il futuro?
Scrivere, continuare a scrivere, suonare più forte che possiamo e poi chissà, magari ci vedrete su qualche schermo.