“Gli occhi dei giganti” è il nuovo singolo dei CDA, un brano che racconta di come le persone che appaiono spaventose o imponenti come giganti, possono nascondere un cuore gentile; un brano che parla del coraggio per fuggire dal proprio passato. Insomma non più cartoni animati, ma storie di un quotidiano che fa riflettere, che induce l’ascoltatore a guardarsi dentro. Su questa nuova ricerca musicale, ci siamo rivolti a loro per conoscerli più da vicino.
Vogliamo spiegare ai lettori il significato CDA?
David: «CDA viene da “Cristiani D’Avena”. Quando formammo la cartoon cover band nel 2014 ci serviva un nome simpatico e che mandasse subito al fatto che il nostro spettacolo riguardasse le sigle dei cartoni animati, così scegliemmo appunto “Cristiani D’Avena”, un omaggio scherzoso alla Regina delle sigle dei cartoni animati Cristina D’Avena, che rispettiamo e ammiriamo moltissimo. Quando abbiamo iniziato a scrivere brani originali la decisione è stata quella di proporci con l’acronimo CDA, con cui il pubblico e i fan creati nel corso degli anni già ci conoscevano».
Siete un gruppo musicale che nasce a Roma nel 2014. Come nasce l’idea di formare un gruppo musicale? Cosa vi ha spinti ad unirvi in Band? Unire competenze? Passioni, o che altro?
Matt: «L’idea mi è venuta mentre ero ad un concerto di Giorgio Vanni a Lucca Comics. Vedevo la reazione della gente alle sue canzoni e mi piaceva la sensazione di non sapere quale sarebbe stata la sigla successiva. Volevo salire sul palco anche io e far provare le stesse sensazioni a chi mi ascoltava. David il bassista è l’unico della formazione originale, Billo il batterista e Lorenz chitarrista sono arrivati in un secondo momento ma è come se ci fossero stati da sempre, ormai sono molti anni che suoniamo insieme. In origine suonavamo in band diverse ma eravamo amici, è stato facile decidere di collaborare. La cosa importante è che il nostro rapporto non finisce una volta scesi dal palco, ci vediamo quasi tutti i giorni anche fuori. Dal 2022 abbiamo scelto di fare quel passo in più rispetto al suonare cover delle sigle: iniziare a scrivere musica originale ispirata agli anime giapponesi più famosi con l’intento di far emozionare e mandare i nostri messaggi al pubblico che ci segue».
Siete conosciuti in tutta Italia per le sigle dei cartoni animati. Dall’animazione a un brano che racconta di giganti da animo buono, c’è un’esigenza di trasformazione stilistica?
Billo: «Dopo tanti anni di cover delle sigle dei cartoni animati il bisogno di proporre la nostra interpretazione di questo mondo lo sentivamo fisiologico. Tanta gente ormai ci seguiva e apprezzava e sentivamo di voler dar modo di conoscerci veramente a livello artistico e di conseguenza anche umano, potendo così avere uno scambio con il nostro pubblico e magari uno nuovo. Adesso che ci siamo pienamente dentro, la cosa si sta rivelando entusiasmante!».
Un passaggio successivo della vostra avventura musicale vi porta a comporre inediti descrivendo il mondo degli “anime giapponesi”, in fin dei conti, possiamo definirvi eterni bambini?
David: «Per quanto non ci sia nulla di male nel rimanere eterni bambini, il mondo dell’animazione giapponese è soprattutto per adulti, lo assicuro. I temi pesanti che vengono spesso trattati e le storie raccontate nella maggior parte delle opere sono fruibili solamente in età avanzata. Noi prendiamo spunto da quelle che ci hanno colpito di più, recependone il messaggio e riproponendolo a modo nostro. Possiamo dire che ogni volta che saliamo sul palco ci divertiamo come bambini, questo sicuramente sì!».
Leggere il testo “Gli occhi dei Giganti” mi è sembrato entrare in una narrazione di un romanzo grazie a una melodia coinvolgente, la cui tensione emozionale si risolve solo nel ritornello. Perché avete pensato di scrivere questo testo? Cosa vi ha ispirato? Possiamo dire che è una nuova strada che vi accingete a percorrere?
Matt: «Certo che sì, abbiamo mille idee che bollono in pentola e ci sentiamo molto ispirati. I nostri programmi e progetti si stanno definendo di pari passo a quelli che stiamo attuando, riceviamo tantissimi stimoli e siamo strapieni di voglia di scrivere, suonare, e portare in giro la nostra musica. Il tutto nasce dall’idea di trasmettere i nostri messaggi attraverso i manga e gli anime giapponesi che più amiamo. In questo caso si tratta de “L’attacco dei Giganti”, un capolavoro che ha avuto un successo enorme in tutto il mondo. Abbiamo iniziato a comporre il brano circa tre mesi fa e ci abbiamo lavorato moltissimo soprattutto per far in modo che il nostro animo rock si sposasse nel miglior modo possibile con gli archi e i cori dell’orchestra. Per quanto riguarda il sound infatti abbiamo deciso di puntare ad un rock con una sfumatura epica, avvalendoci dell’aiuto della favolosa Player 2 Orchestra. Crediamo che un tipo di opera come “L’Attacco dei Giganti” calzi a pennello per una collaborazione di questo genere. Il manga giapponese veicola concetti su più livelli di lettura, alcuni anche molto profondi. Il nostro messaggio è quello di non limitarsi alla sola apparenza, ma di fermarsi un attimo e guardare gli occhi delle persone. É li dentro che si nasconde la verità e molte volte se “i giganti” hanno una corazza è proprio perché si sono dovuti proteggere da qualcosa».
Nelle vostre composizioni utilizzate prioritariamente arrangiamenti in chiave Rock e suoi derivati. Ognuno definisce il Rock in un modo diverso, voi come lo definireste? E quanto di Rock c’è nel brano “Gli occhi dei Giganti”?
David: «Il nostro rock è pura energia. In studio come sul palco diamo tutto quello che abbiamo, senza freni, fino all’ultima goccia di sudore. Se una volta usciti dalla sala di registrazione non siamo sicuri di aver dato tutto al 100% allora torniamo dentro. Ogni nostro pezzo deve contenere i CDA nella loro completezza. Se vuoi fare rock, devi dare tutto e siamo sicuri che dentro “Gli Occhi dei Giganti” abbiamo messo tutti noi stessi».
Come ogni artista, a un certo punto della propria carriera ha bisogno di nuove ricerche stilistiche e sonore. Il vostro percorso musicale contiene sicuramente dei momenti fatti di ricerca verso nuove sonorità. Detto ciò, da quali generi musicali attingete energie, e verso quali ambienti, e o colori, vi ispirate?
David: «Ognuno di noi ha un suo stile e dei suoi punti di riferimento musicali che con la giusta chimica generano quello che potete ascoltare nei nostri brani. Matt il cantante ama Michael Jackson e Freddy Mercury, Lorenz i Led Zeppelin e i suoi riff derivano sicuramente da una influenza Hard Rock e Classic Rock; nella sezione ritmica composta da me (David) e Billo si sente il Grunge e il Brit Rock, con sfumature stoner e new wave; stravediamo entrambi per gli Smashing Pumpkins e i Radiohead. Il fatto che sono molti anni ormai che condividiamo le nostre vite sul palco e fuori, aiuta moltissimo a far sì che tutte queste influenze musicali convivano al meglio in tutti i nostri pezzi».
“Gli occhi dei Giganti” è il vostro nuovo singolo fresco di stampa. Oltre alle piattaforme digitali di streaming, e attraverso le radio, verso quali altri canali sarà possibile acquistare o ascoltare l’opera? Sono previsti concerti?
David: «potete trovare tutte le info sui nostri prossimi live su Instagram cercandoci come “cdaband_official” e su Facebook come “CdA – Cartoon Rock-Boy Band”. Soprattutto potete ascoltare la nostra musica su Spotify e su tutte le piattaforme digitali, basta digitare “CDA”. Ascoltarci è un buon modo per godersi del sano rock, emozionarsi e appassionarsi a manga/anime giapponesi. 3 in 1. Un saluto caloroso e pieno di Rock a tutti i lettori di MY DREAMS dai vostri amichevoli CDA di quartiere!».