Si è svolta presso GNOSIS in via Medina a Napoli la presentazione di “Cuorebello e Miss P” (edito da GM press) il libro di Antonella Ragosta: come ogni giorno si recano a lavoro, ma questa volta li aspetta una notizia che sconvolgerà le loro esistenze. Giunti in ospedale, dove Cuorebello lavora come medico, scoprono che lui ha un nodulo alla prostata. Da questo momento le loro vite cambiano radicalmente. Lei, l’amore di Cuorebello, racconta l’intera storia, dalla biopsia, all’intervento e poi alla radioterapia, scandagliando tutto il percorso con sentimento e realismo. Si sofferma a cercare le origini della malattia, scavando nel passato di Cuorebello e nei colori dei suoi quadri.
Abbiamo incontrato l’autrice per entrare nel cuore della sua opera; la malattia è ancora vissuta come un tabù ma oggi sono diverse le persone che cercano di esorcizzarla; lei in che modo ha affrontato il racconto?
La malattia in genere, e il cancro in particolare, non è mai prevista, nessuno la riesce nemmeno ad immaginare per sé. In Cuorebello e Miss P ho provato a narrarla come momento, come esperienza della vita, ponendo attenzione ai singoli aspetti della vita stessa. Inoltre, ho cercato una chiave metaforica e in parte fiabesca, naif, per comprendere appieno cosa accade quando ci si ammala e quando si assiste al susseguirsi dei cambiamenti che ciò comporta.
Qualcuno definisce il tumore un intruso da sconfiggere ma con il quale dovere per forza confrontarsi, scrivere un libro aiuta?
Magari fosse così! Credo che chi abbia un’attitudine alla scrittura lo faccia come catarsi, per raffreddare la tempesta che scatena la malattia. Leggere chi scrive di una malattia può essere molto utile per guardare con occhi diversi ciò che magari sta accadendo nella propria vita e può per tanto sollevare, confortare. Anche, perché no, può indurre verso la prevenzione quei lettori che non hanno attitudine a farla.
Come hanno reagito le persone leggendo il suo libro?
Chi ha già letto Cuorebello e Miss P mi ha immediatamente inviato un feedback. E devo dire che tutti hanno colto l’intento: si sono lasciati andare e hanno incontrato i personaggi in tutta la loro umanità, sentendone le sofferenze, le gioie e l’amore. Sì perché il mio è un romanzo d’Amore.
Ha scelto un modo originale per presentarlo a Napoli, per mantenere la sua positività o perché crede che una atmosfera più conviviale possa aiutare a comprendere meglio il racconto?
Mi occupo di eventi da trent’anni e tutti quelli che ho realizzato hanno avuto una cura da parte mia in ogni dettaglio. Nel caso della presentazione napoletana abbiamo goduto di una cornice meravigliosa, con ospiti interessati e divertiti. Un party multi sensoriale dalla location al vino, alle opere pittoriche di Alessandro Giamattei che ha firmato la copertina. Tutto dentro e fuori il romanzo.
Ha mai avuto momenti di sconforto o dubbio nella stesura?
Beh, no. Mai. In quanto racconto un pezzo di vita vissuta, osservata e romanzata. Credo però che in Cuorebello e MIss P il romanzo faccia da sfondo alla vita vera.