Da venerdì 13 maggio è disponibile sulle piattaforme digitali Miniature (Blackcandy Produzioni), il nuovo album di Valeria Caliandro.
Ecco la tracklist: Overture, Terraferma, Firmamento, La finestra (feat. Eugenio Sournia), Interludio, Miniatura, Nuova York, Un cuore così bianco, Temporali (feat. Paolo Benvegnù).
Il brano Miniatura è stato scelto come singolo di lancio dell’intero disco e parla di un mondo apparentemente minuscolo che è racchiuso in un uomo e dei bordi da tracciare che definiscono l’idea di noi e degli altri.
Valeria Caliandro nasce a Firenze ma studia a Prato pianoforte e chitarra. Nel 2012 pubblica con il nome d’arte Vilrouge il suo primo album dal titolo Immacolato caos. Molti artisti la richiedono per aprire i loro concerti: Francesco De Gregori, Carmen Consoli ,Renzo Rubino, Giovanni Caccamo e Tommaso Paradiso.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarla.
Come e quando ti sei avvicinata al mondo della musica?
«Ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di 6 anni, più tardi ho cantato in un coro gospel e verso i vent’anni ho scoperto la chitarra. In quanto allo scrivere canzoni, è un gioco che ho sempre fatto fin da quando ero piccola e che è solo maturato nel tempo».
Quali sono stati e sono i tuoi artisti di riferimento?
«Indubbiamente mi trovo tra le mani gli autori che ho suonato di più : Chopin, Satie, Debussy e Ravel. In adolescenza poi sono arrivate le rivelazioni tutte al femminile che hanno cambiato il mio modo di percepire e fare musica: Tori Amos, Pj Harvey, Fiona Apple. Attualmente sono molto fluida ed ascolto tanta musica , complici le piattaforme digitali che hanno cambiato il modo di ascoltare».
Il tuo primo album è del 2012 Immacolato caos e lo hai firmato con un nome d’arte . Cosa è rimasto della ragazza Vilrouge nella donna Valeria Caliandro?
«C’è sempre un valzer o un tempo terzinato in ognuno dei miei dischi. In Terraferma, la seconda traccia di Miniature inizio dicendo:” Ostinati a scrivere con parole diverse la stessa canzone”. Un po’ lo credo davvero, che la poetica di un artista si ripeta, espandendosi, approfondendo, ma nascendo dalla stessa radice».
I tuoi strumenti sono il pianoforte e la chitarra. Qual è il tuo preferito e perché?
«Il pianoforte, il primo strumento che ho iniziato a studiare e quello che mi ha visto crescere».
Come è stato lavorare con De Gregori ,Consoli, Caccamo, Paradiso? Ci puoi raccontare qualche aneddoto?
«Non ho lavorato con loro, ho solo aperto i loro concerti. De Gregori e Consoli sono le due esperienze che mi porterò per sempre nel cuore».
Ci parli della genesi di Miniature e qual è il fil rouge che lega i 9 brani tra loro?
«Ho iniziato a scrivere Miniature in epoca pre-pandemia, era il 2018. Avevo appena concluso il minitour per il disco La seducente assenza e avevo nuova energia per scrivere. Più che un nesso che collega le canzoni c’è la modalità con cui sono state arrangiate che le accomuna: molta cura, minuziosità. Se vogliamo poi, la pandemia, ha consentito molto tempo alla revisione».
Quale brano ha richiesto una maggiore attenzione?
«Verso la fine delle registrazioni ho avuto difficoltà a trovare le parole per alcune canzoni e per questo mi sono affidata a Eugenio Sournia con cui ho duettato ne La finestra».
Come pensi di promuovere Miniature? Hai già programmato concerti dal vivo? Ci anticipi le date?
«Ci saranno due piccole presentazioni nelle mie città: una il 16 a Prato e una il 17 a Firenze. Maggiori info sono disponibili sui miei profili ig e fb».