Al Teatro Tirso de Molina, fino al 26 novembre è in scena “Sugo Finto” con Paola Tiziana Cruciani e Alessandra Costanzo, dirette da Ennio Coltorti su testo di Gianni Clementi. Abbiamo scambiato due parole insieme alle attrici prima che andassero in scena.
Che cos’è “Sugo Finto”
Costanzo: «Si chiama sugo finto il sugo fatto senza la carne, con tutti gli odori, il pomodoro, ecc., finto perché no ha la “ciccia”. Si parla anche di questo ma da ciò si passa alla questione familiare che sembra un po’ un sugo finto, nel senso che stiamo sempre a pestare l’acqua nel mortaio perché abbiamo due caratteri diametralmente opposti. Noi due sorelle litighiamo su tutti gli argomenti».
La commedia è stata scritta proprio per voi, cosa vi piace dei vostri personaggi, cosa vi accomuna a loro?
Cruciani: «Ci piacciono tantissimo questi due personaggi, Addolorata e Rosaria. Fortunatamente non ci accomuna quasi niente a loro nella vita reale. Però sono due donne assolutamente riconoscibili e reali che noi incontriamo spesso nella nostra vita. Sono due zitelle, vivono insieme da sempre. Due sorelle che hanno una piccola attività di merceria, con dei guadagni che, secondo Rosaria, che è Alessandra Costanzo, sono appena minimi e ci bastano per andare avanti; invece secondo me ce ne sarebbe anche per spendere di più. Lei è molto tirchia, io vorrei godermi la vita e invece lei non me lo permette. Sono due donne che il pubblico riconosce come vere, reali».
Qual è stata la parte dello spettacolo che ha richiesto maggior lavoro?
Costanzo: «Io non lo posso dire perché altrimenti svelerei parte della trama. C’è un evento molto forte con il quale tutte e due si dovranno misurare. Lì c’è un cambiamento davvero forte e potrebbe sembrare per me la parte meno faticosa, invece è quella più faticosa. Ma la cosa bella che dicevamo sui due personaggi è un’umanità molto riconoscibile. La cosa che ci fa più piacere è quando vengono in camerino e dicono “Madonna guarda ti devo presentare mia zia, è uguale, è così, mi sembrava di sentire lei quando parlavi tu. Per cui ciascuno riconosce in questi personaggi, qualcuno che conosce, e che fanno parte di un universo che conosciamo tutti. Per questo noi ci affezioniamo così tanto a loro, perché, seppure sono diversissimi da noi, sono personaggi che conosciamo profondamente».
Com’è prepararsi e ad interpretare un personaggio che è stato scritto apposta per noi?
Cruciani: «È una gioia infinita! Magari succedesse ancora più spesso! Sono pochi gli autori che scrivono direttamente per gli attori. Gianni Clementi ci ha fatto questo regalo e, insomma, devo dire meno male che è successo. Può capitare anche una volta sola nella vita, non è detto e sei fortunato quando ti capita».
Costanzo: «Con Gianni abbiamo lavorato più volte, anche perché lui, come autore, è uno che va a teatro, conosce gli attori. Quindi lui stesso è più stimolato nello scrivere, quando ha davanti proprio la persona che, “Ringraziando Iddio”, in questo caso, lo possa ispirare. Per cui avercene di più di autori così. Un tempo gli autori cosiddetti contemporanei erano gli autori che appunto partecipavano alla vita teatrale. Perché se io scrivo nel chiuso della mia cameretta e non mi confronto mai con la realtà che c’è in giro, è chiaro che ciò che scriverò avrà un respiro più corto e molto meno mirato».
Com’è lavorare fra due donne, c’è una sorta di sorellanza fra di voi?
Cruciani: «Assolutamente».
Costanzo: «Noi siamo amiche anche nella vita».
Cruciani: «Ti dico solo che il numero di telefono di Alessandra è registrato come “sorema”».
Costanza: «Ormai ci succede che se io vado al ristorante senza di lei mi domandano: “e tu sorella ‘do sta?” Mia zia quando mi chiama per sapere come sto, alla fine mi fa: “e Paola? Salutamela Paola, dille che ho chiamato!” Sua zia pure chiede di me! Ormai è più un fatto di famiglia che di amicizia».
Con Sugo finto siete al Teatro Tirso de Molina fino al 26 novembre e successivamente?
Cruciani: «Dopo andiamo a Firenze, siamo tre giorni al Teatro del Cestello, poi siamo a Livorno, Lamezia Terme, Formello, San Vito Romano, andremo in alcune località del sud Italia, siamo stati in provincia di Rovigo a Castel Massa, insomma, abbiamo un giretto niente male. Anche perché per noi non è uno spettacolo è un figlio questo qua. Abbiamo visto che anche se queste due sorelle sono romanissime e ovunque lo abbiamo portato, c’è questo riconoscerle, c’è questa familiarizzazione di tutto il pubblico. Per cui per noi è un estremo piacere. Poi io quando lavoro con lei mi sento una privilegiata! Parliamoci chiaro!».
Costanzo: «Senti chi parla!».