Il 22 gennaio scorso è uscito l’ultimo singolo di Mosè Santamaria dal titolo Occhi nudi dal sound fortemente coinvolgente, pubblicato dall’etichetta vicentina laCantina Records e prodotto da Giacomo Capraro e Max Manticò.
Il noto cantautore, poeta e musicista genovese ha mosso i suoi primi passi partecipando a diverse rassegne di musica cantautoriale e aprendo i concerti di Claudio Rocchi, Max Manfredi, Eugenio Bennato e Giorgio Conte. Nel 2016 è tra i candidati al Premio Tenco nella categoria Miglior opera prima e partecipa per ben tre volte al Premio Bertoli arrivando sempre in semifinale. Nel 2019 vince il Premio della critica al Festival delle Alpi Apuane mentre nel 2020 arriva secondo al Premio Arte d’Amore e partecipa a Sanremo Rock.
Ha al suo attivo due album: Risorse umane (2015) e Salveremo questo mondo (2019).
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.
Come e quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
Mosè: «Mi sono avvicinato alla musica come ascoltatore grazie ai vinili dei miei genitori e alle loro musicassette. La musica per me non è un hobby, una passione o una vocazione. Scrivere una canzone è parte essenziale del mio essere umano, come per un volatile è volare».
Quali tappe e quali incontri sono stati importanti per la tua crescita artistica?
Mosè: «Il primo disco e tutta l’esperienza fatta intorno alla sua promozione e al portarlo in giro. Conoscere Davide Cinquetti, il mio chitarrista. Molti addetti ai lavori che speculano su noi artisti mi hanno fatto comprendere che chi crede in te non ti chiede un centesimo. L’incontro con il mio manager Giacomo Capraro».
Tu sei nato a Genova, Cosa ti affascina della tua città e ti senti vicino alla mitica scuola genovese?
Mosè: «Sono nato a Genova, qualche giornalista dichiarò che sarei uno degli artisti più rappresentativi della nuova scuola genovese tanto da volermi intervistare durante una trasmissione al museo di De Andre’ in Via del Campo. Con Genova ho un rapporto stupendo anche se non mi sento di appartenere ad una terra in particolare, non mi sento legato a livello di radici ad un posto specifico. Per lo più mi sento legato al mare che caratterizza molto la mia essenza».
Utilizzando soltanto 5 aggettivi, potresti definire la tua musica?
Mosè: «Lo lascio fare a voi e a chi mi ascolta. Non mi piace definire la mia musica».
Sappiamo che da oltre 15 anni pratichi yoga ed insegni meditazione. C’è un parallelismo con la musica?
Mosè: «Non sempre».
Il 22 gennaio è uscito il tuo ultimo singolo dal titolo Occhi nudi. Ce ne puoi illustrare la genesi?
Mosè: «Occhi nudi musicalmente rappresenta un cambio di paradigma che ad un certo punto ho sentito necessario. È un brano poi che a livello di contenuti tratta temi come la perdita ed il senso di gratitudine».
Trovi ancora attuali manifestazioni come Sanremo per ascoltare musica di qualità e i talent per scoprire nuove proposte di cantanti giovani?
Mosè: «Sanremo credo che sia la manifestazione più importante che abbiamo in Italia. Sì, credo che i talent possano offrire proposte interessanti».
Quali consigli daresti a un ragazzo/a che volesse fare musica?
Mosè: «Gli chiederei di farmi ascoltare una delle sue canzoni e poi gli direi di divertirsi».