L’attrice palermitana veste i panni di Giada Stranzi nella seri tv “Il Cacciatore” in corso su Rai2
È in corso su Rai2 la terza stagione la terza stagione de “Il Cacciatore”, serie liberamente tratta dal “Cacciatore Di Mafiosi” di Alfonso Sabella, di cui Miriam Dalmazio veste i panni di Giada Stranzi, un personaggio che la stessa attrice descrive come «una donna quasi perfetta, una persona che tutti vorremmo accanto per stare al calore della sua luce».
Sono diversi i ruoli che l’attrice palermitana ha interpretato nel corso della sua carriera, anche se Giada de Il Cacciatore e Daniela di Sole a Catinelle, sono quelli che hanno lasciato un segno nel suo percorso artistico: «Sono due personaggi molto distanti tra loro, che appartengono due progetti diversi, che parlano lingue diverse, ma che si ritrovano nel volersi affermare come individui con molta dignità».
In questo periodo è impegnata sul set di una nuova serie tv, di cui ne sentiremo presto parlare. Nel frattempo abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Miriam Dalmazio. Un’intervista che ripercorre alcuni momenti della sua carriera, partendo dagli esordi ad oggi.
Giada è il nome del tuo personaggio nella serie Il cacciatore. Cosa ti ha trasmesso questo personaggio nel corso delle tre stagioni? Giada Stranzi è la fidanzata di Saverio Barone, una donna che ha abbandonato tutto per seguire il suo compagno. Come descriveresti il tuo personaggio? Quali sono gli aspetti che ami di Giada e quali cambieresti?
«Giada è indubbiamente un personaggio che associo alla maternità, perché quando ho cominciato a girare la serie ero appena diventata mamma e anche lei lo diventa nella prima stagione. Quello che mi ha trasmesso è l’amore e il rispetto che ogni individuo dovrebbe rivolgere a sé stesso, senza toglierlo alle persone che stanno accanto, alla famiglia, agli amici. Giada è empatica, accogliente, calorosa, in ascolto, una combattente, una che non si tira indietro, ci prova fino all’ultimo prima, molla solo se lo trova necessario. Per me è una donna quasi perfetta, una persona che tutti vorremmo accanto per stare al calore della sua luce. Non cambierei assolutamente niente di lei».
Sei una tra le attrici italiane molto impegnata nel mondo della serialità, un settore che sta sempre più crescendo. Cosa ti affascina e quanto ti coinvolge il vestire ruoli diversi nelle varie serie televisive cui hai fatto parte?
«Quello della serialità è un mondo affascinante perché ormai si cerca la qualità e la cura che generalmente si vedono nei film, già a partire dalla scrittura. Si ha un tempo di narrazione più lungo che permette di raccontare storie e personaggi in maniera più articolata. Da attrice lo trovo divertente e stimolante perché è come stare “a bagnomaria” nel personaggio per più tempo e riesci a cogliere più sfumature, avere più intuizioni sulle azioni interne e i pensieri. Inoltre, in fattore tempo aiuta a legare di più con il cast, creare intese e ogni tanto qualche bella amicizia».
Nel mondo del cinema come in quello delle serie televisive, ci sono molte storie di donne raccontate da uomini. Anche se negli ultimi anni si è fatto un passo avanti, c’è ancora molta strada da fare. Tu cosa ne pensi a tal proposito?
«Non credo ci sia tantissima strada da fare, perché il mondo sta cambiando ora e molto velocemente. Lo noto già con i provini: mi arrivano sempre più proposte di provini che vedono al centro delle storie donne. La mafia raccontata dal punto di vista delle donne; rapporti tra padre e figlia; storie di ragazze madri che devono conquistarsi un posto nel mondo, e molto altro. Sono spesso scritte o dirette da uomini e la cosa non mi stupisce perché anche gli uomini adesso stanno accogliendo e accettando la loro parte femminile sensibile e tenera, ma di certo non debole. Quando vengo diretta da un regista, sento che con le parole si crea un ponte tra me e lui, mi sento compresa e spesso capita che il regista stesso mi faccia riflettere su delle cose riguardanti il mondo femminile».
Sono diversi i ruoli che hai interpretato nel corso della tua carriera. Quale è quello a cui sei particolarmente legata e per il quale hai dato tutta te stessa per interpretarlo?
«Io amo tutti i personaggi che interpreto e cerco di dare tutta me stessa sempre, ma quelli che mi porto dentro più intensamente sono Giada de Il Cacciatore e Daniela di Sole a Catinelle. Se vuoi, due personaggi molto distanti tra loro in due progetti che parlano lingue diverse, ma che si ritrovano nel volersi affermare come individui con molta dignità. In più sono stati due set che ho amato per le persone e i professionisti che ho incontrato e per le energie incredibili spese da tutti nel voler fare bene un lavoro a tutti i costi».
C’è un regista in particolare dal quale ti piacerebbe essere diretta?
«Mi piacerebbe essere diretta di nuovo da due registi con i quali ho già lavorato, ma per poco tempo: Matteo Garrone e Niccolò Ammaniti. Con loro due ho visto sul set la creatività e l’intuito geniale che si manifestano all’improvviso per salvare una situazione o renderla più bella. Come se avessero uno spiritello accanto che all’improvviso suggerisce qualcosa all’orecchio».
In futuro che tipo di donna ti piacerebbe interpretare?
«In un momento storico in cui si sente parlare di cibernetica, robotizzazione e viaggi sulla Luna, io sento il bisogno di abbracciare un personaggio che abbia a che fare con la sua parte più radicale e sottile, che stia dentro di sé con il disagio che provoca lo stare in questo mondo fisico, di plastica e spesso malato».
Hai mai pensato al teatro?
«Ho spesso pensato al teatro, ma non ci siamo mai cercati realmente. Un po’perché sono spesso occupata sui set e un po’ perché non so se potrei convivere ogni sera con l’ansia del palcoscenico, morirei di infarto prima. Ma ammetto che se qualcuno venisse a bussare alla mia porta lo accoglierei incuriosita ed entusiasta».
Dai tuoi esordi televisivi con Agrodolce e qualche anno dopo sul grande schermo con Sole a catinelle, quanto è cambiata Miriam Dalmazio?
«Dagli esordi con Agrodolce non sono cambiata molto. Sono un’attrice razionale che cerca di scegliere in base a ciò che ha in quel preciso momento. Cerco sempre di lavorare con attori bravissimi così rubo loro il mestiere con gli occhi. non si recita mai da soli, ma è anche grazie ai partner che vengono fuori le interpretazioni più convincenti. Ma un aspetto in particolare è rimasto immutato: il pormi sempre come un’allieva, una persona che ha da imparare da tutti, anche dagli attori con meno esperienza di me, perché mi ricordano cosa vuol dire agire d’istinto».
A quali progetti stai lavorando e dove ti vedremo prossimamente?
«Al momento sto lavorando ad un’importante serie televisiva con un bel gruppo di donne, appunto, di cui non posso ancora parlare purtroppo».