Antonio Martino, in arte Migaso. Da dove deriva questo pseudonimo?
«In realtà “Migaso” è un piccolo segreto che custodisco preziosamente…».
Tu sei nato in Francia da genitori di origine calabrese. Qual è il legame che senti tra questi due Paesi?
«Una Fratellanza. Nonostante tutto, le due culture come la lingua sono molto vicine. Ringrazio la Francia per avermi insegnato l’apertura di mente e la tolleranza verso tutte le altre culture. E l’Italia per l’affetto e l’amore che non ho mai provato in nessun altro posto al mondo».
Quando hai capito che la musica sarebbe stata la compagna della tua vita?
«Ho iniziato a suonare sul tardi… Avevo 19 anni…Ho capito che era una andata senza ritorno quando in testa avevo soltanto la musica e che non riuscivo a pensare ad altro. Li ho deciso di sacrificare tutto per dedicarmi a Lei».
Quali artisti hanno influenzato la tua produzione?
«Quelli maggiori sono Jimi Hendrix, Lucio Battisti e gli Iron Maiden. Ma ce ne sono stati talmente tanti, che ho scoperto ed apprezzato lungo il mio percorso. Non posso citarli tutti, anche perché la lista continua di crescere ogni giorno che passa».
Con il bassista Nicolas Borg, il batterista Benjamin Corbeil ed il tastierista Matthieu Lesenechal hai dato origine al gruppo de I Briganti con la pubblicazione dell’album Migasolandia. Ci puoi parlare di questa esperienza e se sei ancora in contatto con loro?
«Non è proprio cosi. L’album “Migasolandia” è uscito nel 2007 con nel casting di questa prima autoproduzione, tre binomi di sezione ritmiche diverse. Poi nel 2013 ho prodotto l’album Luminescenza sul quale ho incontrato Blaise, Benjamin e Matthieu (Nicolas è arrivato più tardi). Cercavo musicisti per accompagnarmi dal vivo e suonare i brani di Migasolandia ma anche brani nuovi che poi si ritroveranno su Luminescenza. Il feeling era buono dunque ho chiesto a loro di partecipare al recording del secondo album. Oggi sono rimasto in contatto con Nicolas e Matthieu anche se non suoniamo più assieme. La vita di gruppo è un po’ come un rapporto di coppia, non si va sempre d’accordo e i punti di vista possono evolvere. Nonostante tutto c’è molto rispetto e affetto tra di noi. Siamo diventati come dei membri di una famiglia».
Parlaci un po’ della tua collaborazione con i Litfiba
«Un tour de force che non dimenticherò mai. Mio padre quel giorno era stato ricoverato mentre stavo effettuando il soundcheck all’Élysée Monmartre. Non appena arrivò la notizia, lasciai tutto per recarmi in ospedale, riuscendo a tornare in tempo per l’esibizione. I fan dei Litfiba ci insultarono perché non volevano sentire un gruppo spalla, anche se poi dopo l’esibizione si sono ricreduti e scusati. In quella stessa serata, dietro le quinti ho avuto la fortuna di incontrare Ghigo e Piero Pelú, entrambi si sono complimentati per la performance. Tante emozioni in una sola giornata, impossibile da dimenticare».
Il 4 settembre prossimo ti esibirai in apertura dello spettacolo Vedi alla voce Serata con fantasmi enigmatici e pacifici di PACIFICO e STEFANO BARTEZZAGHI per il Festival di Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (MI). Quali sono i brani che hai scelto di cantare?
«Ho scelto di presentare una selezione di brani di Migaso che riflettano le varie sfumature del mio lavoro. Letargia, Marie-Angela, Inferno…Con brani provenienti da diverse epoche delle mie produzioni. E visto che sarà un live unplugged da one man show saranno interpretati nella loro versione più epurata possibile con arrangiamenti per chitarra acustica».
Quanto è importante il live per te?
«Non è importante, è vitale per la musica, e per me. La definizione stessa della musica è la vita. Non per niente gli inglesi usano la parola “Live” per esprimere le performance dal vivo. Non siamo computer, siamo esseri umani, ce lo siamo dimenticati ultimamente».
È più facile promuovere la musica in Italia o in Francia?
«È difficile in entrambi i Paesi direi. Internet ha cambiato definitivamente il modo di ascoltare la musica. Oggi si parla dell’industria della musica, del consumo della musica. Lungo dibattito…».
A quando un tuo concerto in Italia? E quali sono i tuoi prossimi impegni lavorativi?
«Dopo questa data del music festival di Villa Arconati il 4 settembre, mi piacerebbe continuare di suonare in Italia con tutto il mio band questa volta. Attualmente sto componendo un album per una cantante Francese. Il resto dipenderà molto da come vanno le cose nel contesto pandemico».