Di recente è uscito “Alieni”, il nuovo brano del giovane cantautore M.E.R.L.O.T (Virgin Records/Universal Music Italia).
Classe 1998, M.e.r.l.o.t cresce a Grassano in Basilicata, ma nel 2017 si trasferisce a Bologna, dove inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica. Nel 2019 pubblica il singolo d’esordio “Ventitrè”, grazie al quale raggiunge in poco tempo quasi sei milioni di stream su Spotify a fine 2019. L’anno seguente debutta in Virgin Records con il brano “Sparami nel Petto”, che raggiunge oltre 1 milione e mezzo di stream su Spotify.
Nel 2021 partecipa nella categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo con il brano “Sette Volte”. Da lì, il giovane cantautore, prima di “Alieni” pubblica “Denti“, un brano che nasce in camera, chitarra e voce e racconta una storia d’amore ormai terminata accompagnato dal contrasto tra il dolore per la fine della relazione e il sorriso nostalgico che prende spazio ripensando alle forti emozioni provate.
“Alieni” è il titolo del tuo nuovo singolo. Ci parli di questo nuovo brano? Come è nato?
«Alieni è nato in maniera molto naturale come tutti gli altri miei brani, partendo dalla chitarra e poi via via con la melodia. Diciamo che è un po’ complicato spiegare di cosa parla. È una metafora che gira attorno a un ragazzo che vorrebbe andare via e portare con sé la persona a cui tiene di più. Dopo averla pubblicata, però, ho scoperto che ci sono varie linee di pensiero su come interpretare il brano. Alcuni l’hanno interpretata come l’avevo pensata io, cioè hanno riconosciuto in questo “mondo senza problemi una sorta di aldilà”, altri l’hanno interpretata in modo più positivo, hanno immaginato un mondo fantastico. Il bello è proprio questo, che a seconda dello stato d’animo le persone attribuiscono alla canzone un significato diverso».
Il video si basa su una metafora dove la torcia e la chiave rappresentano un ragazzo e una ragazza, alla ricerca di un mondo dove non esistono problemi. Come lo immagini un mondo senza problemi?
«Un mondo senza problemi è purtroppo un’utopia, ma se dovessi immaginarlo immaginerei un mondo tranquillo senza ansie e preoccupazioni, in cui ci si sveglia e si va a dormire sereni».
Quando è nata la tua passione per la musica?
«Sono appassionato di musica da sempre, mio padre ha sempre suonato il basso e altri strumenti, quindi, sono cresciuto circondato dalla musica e così ho anche imparato a suonare un po’ di tutto».
Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Che tipo di musica ascolti?
«Se dovessi dire quali sono i miei artisti di riferimento direi sicuramente Gazzelle e Calcutta, è grazie a loro che ho cominciato a fare musica. Quando ho ascoltato Gazzelle per la prima volta mi si è aperto un mondo e in quel momento ho capito che volevo fare musica anch’io. Sul tipo di musica che ascolto il discorso è diverso. Col tempo ho imparato ad ascoltare e apprezzare tutti i generi, adesso nella mia playlist metto veramente di tutto: da Mozart a Eminem da Rihanna a Beyoncé».
Se dovessi pensare ad una collaborazione con quale artista, nazionale o internazionale, con chi ti piacerebbe collaborare?
«Se ti dovessi dire una collaborazione assolutamente impossibile ti direi Cesare Cremonini, una collaborazione spero più fattibile ma comunque inarrivabile sarebbe proprio con Gazzelle».
Dal 2019 ad oggi hai pubblicato 5 singoli: Ventitré, Sparami nel petto, Sette volte, Denti e ultimo Alieni. A quando un album?
«In realtà non sono molto legato al concetto di album, io scrivo ogni giorno per cui per me un album è un insieme di canzoni. Sicuramente continuerò a far uscire singoli, non so precisamente quando potrebbe uscire un album.
Come nascono le tue canzoni?
«Scrivo praticamente ogni giorno, a breve dovrebbe uscire una nuova canzone. Sarà una nuova canzone dietro l’altra».
Nel 2020 sei stato selezionato dalla Commissione Artistica delle Nuove Proposte guidata da Amadeus per la finale di Sanremo Giovani con il brano “Sette Volte”. Cosa ricordi di quell’esperienza? Ci riproverai?
«Dell’esperienza di Sanremo mi sono rimasti dei ricordi bellissimi, è stato stupendo essere lì con tutte quelle persone che alla fine sono diventate miei amici. È stata un’esperienza magnifica. A ripensarci ora forse avrei portato un brano diverso, perché non credo che Sette Volte mi rappresentasse al meglio in quel periodo. Sono rimasto comunque super soddisfatto, è stata un’esperienza che mi ha aiutato tantissimo».