Lo scorso 14 ottobre è uscito “Voglio la gonna” (pubblicato su etichetta 21co e distribuito da Artist First), il nuovo album di inediti di Luigi Strangis, il giovane cantautore e polistrumentista di Lamezia Terme vincitore della scorsa edizione di Amici.
Luigi inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica all’età di 6 anni, quando comincia a prendere lezioni di chitarra. Oggi, che ha 21 anni, oltre alla chitarra sa suonare il pianoforte, la batteria, le percussioni e il contrabbasso. Nel 2021, grazie al sostegno della sua famiglia, si presenta ai provini di Amici presentando l’inedito “Vivo”, brano che gli regala l’ingresso al programma. Da quel momento Luigi è riuscito ad entrare nelle case degli italiani e far conoscere la sua musica e il suo talento.
Strangis porterà i brani di “Voglio la Gonna” il 16 novembre all’Alcatraz di Milano e il 20 novembre all’Atlantico di Roma.
Dopo il tuo primo Ep che racchiude il tuo percorso musicale ad Amici, di recente è uscito il tuo primo album di inediti dal titolo “Voglio la gonna”. Parliamo un po’ di cosa rappresenta questo nuovo album di inediti.
«Questo lavoro rappresenta l’inizio di un nuovo percorso, ma io resto sempre la stessa persona, il solito Luigi, un po’ più rock, che si ritrova a vivere una nuova fase della sua vita. È un disco energico e anche molto divertente musicalmente parlando. Ci sono tante citazioni, poi avendo suonato anche io, posso dire che ho vissuto appieno la realizzazione del disco».
“Voglio la gonna” possiamo definirlo un grido di libertà contro tutto quello che la società ci impone?
«Rappresenta un po’ un grido di libertà in generale perché nella vita ognuno può scegliere quello che vuole essere o quello che vuole fare. È importante a mio parere fare ciò che si vuole fare, senza essere giudicati dagli altri».
Hai iniziato a scrivere canzoni da giovanissimo. I brani contenuti in “Voglio la gonna” li avevi nel cassetto o sono nati di recenti, prima o dopo il tuo percorso ad Amici?
Tutte tranne due “Tracce di te” e “Occhi lucidi” sono nate dopo Amici. “Tracce di te” è un brano che ho cominciato a scrivere quando ero ancora in casetta ad Amici e l’ho terminato una volta fuori dal talent, mentre “Occhi lucidi” è un brano che avevo già provinato e che poi abbiamo aggiunto una piccola modifica per inserirlo in questo disco».
Cantautore e polistrumentista, hai iniziato a suonare la chitarra a 6 anni. Questa tua partecipazione ad Amici in che modo ti ha arricchito maggiormente?
«Diciamo tantissimo sotto l’aspetto vocale, perché non avevo mai preso una lezione di canto. Fortunatamente conoscevo molte canzoni, perché ho sempre ascoltato musica, quindi questa cosa mi aiutato in questo percorso. La mia partecipazione ad Amici mi ha dato la possibilità di diventare un professionista, perché è un programma che cerca di farti diventare tale. Lavori con persone che sono dei veri professionisti del settore, che insegnano agli allievi in che modo farsi strada nella musica».
Qual era la musica che ti piaceva suonare da piccolo e quale musica ascolti solitamente?
«Nella mia prima fase mi piaceva suonare pop-rock, poi pian piano crescendo mi sono avvicinato al blues. Oggi ascolto un po’ di tutto, sia musica italiana che straniera».
Hai sempre voluto fare il musicista oppure è nato strada facendo?
«Nasco come chitarrista. All’età di 14 anni inizio a scrivere qualche canzone, quindi non so dire com’è nata. Non ho mai detto da grande vorrei fare il cantautore. Una notte ho iniziato a scrivere e da quel momento non mi sono più fermato. Diciamo che tutto il mio percorso nasce per caso e poi strada facendo mi sono accorto di poter costruire qualcosa».
In questo tuo percorso hai avuto il supporto della tua famiglia?
«Sì, la mia famiglia mi ha sempre supportato, mi ha lasciato la libertà di poter fare musica, di poter andare in giro a suonare, quindi per me questa è stata una grandissima fortuna. Conosco molti ragazzi che non sono sostenuti dalle loro famiglie, e so quanto sia difficile intraprendere questa strada senza un supporto necessario».
Di recente hai vissuto anche un’altra esperienza, quella del nuovo film live-action per famiglie Il Talento di Mr. Crocodile, in cui hai interpretato le canzoni italiane del coccodrillo Lyle, che nella versione originale sono cantate dal cantautore canadese Shawn Mendes. Puoi parlare di questa avventura cinematografica?
«Come hai appena detto, per me è stata un’avventura. Inizialmente non ci credevo, perché è un progetto molto grande, poi è diventata realtà ed ho imparato cose nuove, che hanno arricchito ancor di più il mio percorso. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere e mi ha fatto sperimentare ancora di più la mia voce e scoprire nuove dinamiche che porterò nel mio bagaglio».
Ti piacerebbe in futuro sempre nell’ambito musicale avvicinarti anche al teatro?
«Amo molto il teatro, ma ad oggi non so dirti se mai lavorerò per uno spettacolo teatrale, posso semplicemente risponderti che mi piacerebbe».
Di recente hai terminato il tuo instore tour? Com’è stato riabbracciare il tuo pubblico?
«È andata molto bene. Alcuni dei miei fan li conosco, perché li ho incontrati diverse volte. Sono come degli amici, ricordo anche i loro nomi. Gli instore sono molto importanti, perché hai modi di confrontarti con il tuo pubblico, di conoscere nuove storie e ti aiuta a capire cosa puoi dare tu a quello che ti ascolta».
Il 16 novembre ti esibirai dal vivo all’Alcatraz di Milano, mentre il 20 novembre all’Atlantico di Roma. Come ti stai preparando per queste due date?
«Ci sarà tanta musica, tanto rock. Sarà un concerto energico che mi permetterà di vivere pienamente questa dimensione live insieme con il mio pubblico».
Stai vivendo un periodo della tua vita pieno di emozioni e progetti che si stanno realizzando, ma qual è il tuo più grande sogno che vorresti realizzare?
«Non so dirti quale sia il mio più grande sogno, posso dirti che spero di continuare a lavorare così e di andare avanti per questa strada».