Helle, nome d’arte di Lisa Brunetti, è una giovane cantautrice e produttrice bolognese di 24 anni. Studentessa di musica al DAMS, si dedica anima e corpo allo studio della chitarra e alla letteratura italiana e straniera.
Il 25 giugno scorso è uscito l’album Disonore. Ecco la tracklist: Disonore, Rispetto, Selvaggio, Figlia delle nubi, Carovane, Tom, Chimere, Tu mi volevi bene, Barbie, 2,107.
«Disonore è il viaggio sporco nella periferia di noi stessi. È un esilio forzato, una vergogna che diventa uno scrigno abominevole nel cuore. È un prendere coscienza del fatto che nella vita non si faccia altro che scendere a patti con la gente: per sopravvivere ci incastriamo nei meccanismi di chi non ci capirà mai», parola di Helle.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere di intervistarla.
Lisa Brunetti, in arte Helle. Come mai, lo hai deciso tu o ti è stato imposto ?
«Lo pseudonimo è di mia invenzione , tranne la lettera H: quella me l’hanno consigliata».
Quali aggettivi sceglieresti per descriverti come persona e come cantautrice?
«Come persona: distratta, sfuggente, nascosta, mentre come cantautrice: nitida, cangiante, camminante».
A chi ti ispiri per creare la tua musica?
«La vita, un volto, un qualcosa che ti chiama e tu lo segui. L’ispirazione conta, ma credo sia più importante cosa tu ci faccia con essa».
Il 25 giugno è uscito il tuo album intitolato Disonore. Ne puoi raccontare la genesi?
«L’album nasce dal bisogno di trovare una via alternativa alla vergogna: è la personale scoperta di cosa significhi la parola libertà».
Cosa lega i 10 brani dell’album tra loro?
«Sicuramente li lega una scelta tematica, anzi, forse solo quella. Sono brani molto diversi tra loro. Alcuni hanno origine hip-hop (Tu mi volevi bene- Figlia delle nubi), altri invece sono nati in ambienti sonori per lo più folk ( Selvaggio) o cantautoriali( 2,107)».
Quale brano ha richiesto un maggiore sforzo creativo e perché?
«Il primo Disonore. È stata una gestazione lunga e tormentata. La canzone ha subito notevoli modifiche durante il corso della produzione».
Il brano che chiude l’album è 2,107. A cosa si riferisce questo numero?
«Grazie per la domanda. 2,107 significa Secondo libro, aforisma 107. Alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche non li condivido appieno ma trovo interessante le sue discussioni riguardo la libertà, la morale o la vergogna. 2,107 è una personale celebrazione nostalgica dell’arte, arte che può consentire di slegare le catene e lasciarti un po’ di libertà di opinione e di pensiero. È difficile dire la propria in un mondo che condanna ferocemente chi la pensi o agisca diversamente rispetto alla massa: essere liberi significa, invece, non provare vergogna di se stessi e di ciò in cui si crede».
C’è un artista con il quale vorresti collaborare?
«Adorerei collaborare con Murubutu, o anche Neffa, Levante…La lista è lunga!».
Quando inizieranno i tuoi live? Ci puoi dare qualche data?
«Per adesso non abbiamo ancora nessuna data ma ci stiamo organizzando».
In che modo invoglieresti i tuoi fan a partecipare ai tuoi concerti?
«Non saprei dirti. Adorerei vederli coinvolti nelle canzoni: d’altronde questo rimane il sogno ricorrente di chiunque scrivi musica…».