Giovane talento della PM5 Talent di Peppe Mastrocinque, con una spiccata predisposizione per la recitazione, il giovane Giuseppe Pirozzi – classe 2008 – ha preso parte fin dalla tenera età a diversi film e serie tv, non tralasciando le tavole del palcoscenico.
A partire da oggi su RaiPlay e dal prossimo 15 febbraio su Raidue, vedremo Giuseppe Pirozzi nei panni di Raffaele Di Meo detto Micciarella nella terza stagione della fortunata serie “Mare Fuori”.
Giuseppe Pirozzi (15 anni, di Napoli) frequenta il secondo anno dell’Istituto Alfonso Casanova, dove studia Linguaggi e Tecniche della Progettazione e Comunicazione Audiovisiva. All’età di tre anni approda sul grande schermo, anche se in un piccolo ruolo, nel film “Benvenuti al Nord”. Dopo una serie di piccoli ruoli nei film “Troppo napoletano”, “Martin Eden” e “Pinocchio”, la strada del giovane Giuseppe si infittisce di nuovi progetti che lo portano a ricoprire ruoli più importanti come quello di Tommaso in “Fino ad essere felici” film del 2020, opera prima di Francesco Cipoletta. Nel 2021 interpreta Cristiano, uno degli amici del piccolo Tettè, nella quarta puntata della prima stagione de “Il Commissario Ricciardi”. Nello stesso anno arriva la sua grande opportunità, interpretando un ruolo da protagonista, quello di Ciro, al fianco di Silvio Orlando nel film diretto da Roberto Andò, dal titolo “Il bambino nascosto”. Nel 2022 veste i panni di Peppino Acampora, figlio di Raffaele (interpretato da Giuseppe Zeno) nel film andato in onda su Raiuno “Tutto per mio figlio”. Sempre nel 2022 partecipa al progetto teatrale “Viviani per strada” di Nello Mascia, nelle due commedie in un atto, versi prosa e musica di Raffaele Viviani dal titolo “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno (Caffè di notte e giorno)” e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella (Scalo marittimo)”. Tra i progetti futuri, oltre alla terza stagione di “Mare Fuori”, in uscita il film “Piano piano” diretto da Nicola Prosatore, presentato alla 76esima edizione del Locarno Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela “Alice nella Città”, evento in cui Pirozzi riceve il Premio RB Casting – Miglior Giovane Interprete Italiano. È in lavorazione il film diretto da Fabio Mollo dal titolo “Nata per te” sulla storia di Luca Trapanese.
Ci parli del tuo personaggio in “Mare Fuori”?
«Il mio personaggio si chiama Micciarella perché è piccolo ed è come una miccia, che l’accendi, si alimenta man mano, fino ad esplodere. È un ruolo diverso da quelli che ho interpretato finora. Solitamente ho ricoperto ruoli drammatici, ma questa volta è totalmente differente. Micciarella è un ragazzo che vive emozioni forti, scoppiettanti, come la rabbia, l’euforia, l’allegria, quindi non ho mai girato una scena triste, drammatica.
Ci sono degli aspetti che cambieresti in questo personaggio?
«Sicuramente, mi auguro che in futuro ci possa essere un’evoluzione del mio personaggio».
Cosa hai provato entrando in una serie già avviata?
«Ho avuto molta paura inizialmente, perché temevo che il mio fosse un ruolo sottotono, poi leggendo il copione ho compreso che Micciarella aveva tanto da raccontare. Attraverso le sue vicissitudini, le sue azioni e le conseguenze del suo comportamento, penso che questo ragazzo possa lanciare un messaggio forte, di speranza e allo stesso tempo anche educativo».
Chi è Giuseppe Pirozzi?
«Ho 15 anni, sono di Napoli, del quartiere Sanità e frequento il secondo anno dell’Istituto Alfonso Casanova, dove studio Linguaggi e Tecniche della Progettazione e Comunicazione Audiovisiva. Il mio intento è quello di diplomarmi restando sempre nel settore cinematografico.
Cosa rappresenta per te il mondo del cinema?
«Lavorare nel cinema è una mia passione che coltivo fin da quando ero bambino. Mi ritengo molto fortunato ad aver cominciato da piccolissimo ad intraprendere questa strada. È un settore che amo moltissimo».
Hai mosso i primi passi nel cinema quando eri piccolissimo?
«Sì, all’età di tre anni ho preso parte al film “Benvenuti al Nord”, la mia primissima esperienza. A 5 anni ho iniziato a frequentare l’ambiente del teatro, tra i sette e gli otto anni ho iniziato a partecipare a diversi progetti filmici, facendo delle piccole comparse, che mi hanno dato la possibilità di innamorarmi ancora di più di questo mondo. Nel 2016 ho preso parte come comparsa nel film “Troppo napoletano” diretto da Gianluca Ansanelli».
Quando hai cominciato a studiare recitazione?
«Nel 2018 mi sono iscritto all’Università del Cinema di Napoli diretta da Peppe Mastrocinque e da quel momento non mi sono più fermato».
Nel 2021 è arrivata la grande opportunità interpretando Ciro, al fianco di Silvio Orlando nel film diretto da Roberto Andò, dal titolo “Il bambino nascosto”. Cosa ha rappresentato per te Peppino?
«Peppino è un ragazzo molto timido, proprio come me, introverso. Un personaggio molto particolare alle prese con un mix di emozioni. Interpretare Peppino mi ha fatto pensare al quartiere dove vivo, perché è ambientato in una Napoli anni’80, ai tempi di Maradona e dello scudetto del Napoli. Peppino è un personaggio a cui tengo particolarmente, perché mi ha lasciato qualcosa di particolare, che pochi ruoli ti lasciano, quella stessa intensità che mi ha trasmesso Ciro de “Il bambino nascosto”. Amo tutti i personaggi che ho interpretato finora, ma questi due sono i ruoli a cui tengo tantissimo. Ciro vuole fare il grande, però fondamentalmente è un bambino. Questo film mi ha fatto comprendere quanto sia importante che io mi goda la mia età, senza voler diventare grandi subito. Grazie a Gabriele (Silvio Orlando) Peppino è ritornato sulla retta via».
Al di là del personaggio cosa ti è piaciuto di quell’esperienza e del set?
Era la mia prima esperienza importante. Non mi aspettavo di essere scelto, poi solo il pensiero di recitare al fianco di Silvio Orlano, mi tremavano le gambe. Una grande emozione anche essere diretto da Roberto Andò e recitare al fianco di Lino Musella, Salvatore Striano. Come dico sempre, ogni scena che dovevo girare la vedevo come uno ostacolo insuperabile, poi questo ostacolo è diventato sempre più piccolo, e siamo arrivati alla fine che l’ostacolo non esisteva più. Ho trovato molta sintonia, mi sono goduto appieno questa esperienza. L’evoluzione di Giuseppe è andata di pari passo con quella di Ciro.
Ti ricordi qualche consiglio in particolare?
Ce ne sono stati parecchi, uno in particolare riguarda una delle scene in cui dovevo piangere. Silvio si avvicina e mi chiede a cosa stessi pensando, ed io gli risposi che non lo sapevo. Lui mi disse semplicemente e senza giri di parole: “piangi”. E così io ho iniziato a piangere. Quella semplice parola ha fatto scattare in me una molla, come se avesse fatto dieci minuti di dialogo, ma in realtà aveva semplicemente utilizzato una parola. Silvio è una persona straordinaria. Molto timido come me, ma una persona d’oro. Lo ammiro tantissimo. Amo il lavoro che abbiamo fatto insieme e soprattutto sono felice che il rapporto nato sul set sia andato avanti anche dopo. Spero di lavorare nuovamente con lui, ne sarei onorato. Ricordo una scena in cui lui doveva piangere e mi chiese di guardarlo negli occhi e sorridergli e lui in un istante iniziò a piangere.
Nel 2022 è andata in onda su Rai1 il film “Tutto per mio figlio” in cui hai interpretato il ruolo di Peppino Acampora, figlio di Raffaele (Giuseppe Zeno).
«Anche lui è un personaggio che mi è piaciuto molto interpretare. È una testa dura, non ascolta i consigli della famiglia, proprio come spesso faccio io. Peppino, purtroppo, capisce troppo tardi che doveva ascoltare il padre. Anche al fianco di Giuseppe è nato un rapporto molto forte, ancora ci sentiamo. Come nel film “Il bambino nascosto”, anche in questo caso, si è creata una fusione tra il mio personaggio e quello di Zeno, ed una perfetta sintonia tra noi. Lo stesso con Antonia Truppo che ha lavorato con me, sul set di “Piano piano”, anche se in quel caso, non avevamo scene insieme. Lei è una delle attrici che stimo tantissimo. Ha creduto in me e mi ha sempre dato dei consigli per affrontare determinate scene. E questa cosa mi ha dato forza e molta sicurezza. Lei mi spronava a non essere timido e affrontare con determinazione alcune scene».
Di recente hai lavorato a teatro nel progetto “Viviani per strada” nelle due commedie in un atto, versi prosa e musica di Raffaele Viviani dal titolo “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno (Caffè di notte e giorno)” e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella (Scalo marittimo)”.
«Dopo aver finito di girare Mare Fuori, mi contatta Nello Mascia, che avevo conosciuto sul set “Tutto per mio figlio”, per parlarmi del suo progetto “Viviani per strada” e propormi un ruolo nelle due commedie in un atto, versi prosa e musica di Raffaele Viviani dal titolo “‘O cafè ‘e notte e ghiuorno (Caffè di notte e giorno)” e “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella (Scalo marittimo)”. Mi disse di aver pensato a me e che era rimasto colpito dalla scena del funerale in “Tutto per mio figlio”, e quindi, sarebbe stato felice se avessi accettato. Ovviamente non ho esitato a dirgli di no, perché Nello Mascia è un grande maestro. Lui mi ha fatto capire che credeva in me».
In uscita nel 2023 “Piano piano” diretto da Nicola Prosatore, presentato alla 76esima edizione del Locarno Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela “Alice nella Città”, dove hai ricevuto il Premio RB Casting – Miglior Giovane Interprete Italiano.
«È stato pazzesco, non me lo aspettavo. Questo è il mio primo premio e devo dire che ha un grande significato, vuol dire che sto seguendo la strada giusta e i risultati si vedono»
È in lavorazione il film diretto da Fabio Mollo dal titolo “Nata per te” sulla storia di Luca Trapanese, le cui riprese sono terminate lo scorso novembre.
«“Nata per te” è un film tratto da una storia vera che parla della storia di Luca Trapanese, assessore napoletano che lotta per prendere in affido una bambina che ha la sindrome di down. Nel film interpreto il suo migliore amico da giovane».
Come vivi questa tua popolarità con gli amici?
«Loro mi sostengono. Conosco tantissime persone, ma ho solo 10 amici di cui mi fido ciecamente, tra cui due sono miei cugini con cui mi confido. Loro mi spronano, mi seguono, fanno il tifo per me. Guardano ogni mio lavoro e credono in me».