Il regista, autore e produttore Giuseppe Alessio Nuzzo, si prepara ad aprire la nona edizione del Social Work Film Festival, la mostra internazionale del cinema sociale da lui ideata e diretta. Nei prossimi mesi sarà impegnato a girare il film in realtà virtuale “La stanza”.
Il Social World Film Festival giunge ormai alla nona edizione, un evento che riscuote ogni anno un enorme successo anche a livello internazionale. Cosa rappresenta per Giuseppe Nuzzo la mostra internazionale del cinema sociale nella città di Vico Equense?
«Il Social World Film Festival è uno dei momenti importanti per Vico Equense. Dieci anni fa, quando come giovane autore partecipavo alle varie rassegne, mi resi conto, che non esistevano spazi adeguati in cui i giovani si potevano esprimere. Quando è nata la mia passione per il cinema socialmente impegnato, è maturata in me l’idea dell’evento. Ogni parola del titolo doveva assumere un senso, così, Social si riferisce alle tematiche sociali affrontate e World alla caratterizzazione internazionale dell’evento. Un festival che ospita attori internazionali, che viene presentato in due conferenze internazionali quella di Cannes e di Venezia, nell’ambito del quale sono stati realizzati in nove anni quaranta eventi internazionali, grazie all’Istituto italiano di cultura all’estero».
Quali saranno le novità e le sorprese di questa nuova edizione?
«La novità sarà l’attenzione particolare ai nuovi linguaggi. Nel corso delle serate saranno proiettate opere straordinarie provenienti da ogni parte del mondo, realizzate con attori veri e altre in realtà virtuale. Ci sarà poi una sezione dedicata al cinema in verticale e alle opere girate con lo smartphone. Il pubblico di Vico Equense avrà uno sguardo attento ai nuovi linguaggi e alle tipologie di cinema, perché il cinema è cambiato, si è evoluto e si è aggiornato».
La locandina è un tributo al grande Vittorio De Sica. In che modo sarà omaggiato?
«Il festival ogni anno rivolge l’attenzione verso il passato. In ricordo dell’indimenticabile De Sica sarà allestita una mostra fotografica e retrospettiva, e gli verrà dedicata una sala del Museo del Cinema. E non solo, ci saranno anche mostre in omaggio ai registi recentemente scomparsi come Ugo Gregoretti, Bernardo Bertolucci e Franco Zeffirelli».
Il padrino del festival sarà l’attore Stefano Accorsi. Perché avete scelto lui?
«Stefano Accorsi è un attore che stimo da tempo. Quando gli abbiamo proposto di essere il padrino dell’evento lui ha accettato, non potevamo avere padrino migliore».
Le attività del Social World Film Festival continueranno anche durante l’anno…
«Come sempre faremo la nostra conferenza stampa di chiusura alla Mostra del Cinema di Venezia, poi nei mesi successivi si svolgeranno gli eventi a Los Angeles e a Cannes. E ancora, dopo il gradimento della scorsa edizione, ritorna il format CineBus, l’autobus del cinema, un festival del cinema itinerante con proiezioni, dibattiti e masterclass».
Dopo aver fondato un museo ed un monumento del cinema, quali altri progetti sono in cantiere ?
«Il nostro prossimo obiettivo è la realizzazione di una sala cinematografica a Vico Equense, a cui stiamo lavorando da un po’ di tempo».
Come regista ed autore di lungometraggi, cortometraggi e documentari, quale tra essi ti ha lasciato un ricordo o ti ha trasmesso un’emozione che vorresti condividere?
«Sono legato in modo speciale ad ogni mia opera. Mi ha dato particolare soddisfazione “Lettera a mia figlia” con protagonista Leo Gullotta, con 200 proiezioni in tutto il mondo e molti riconoscimenti, senza dimenticare il cortometraggio “The Choise”, con un unico piano sequenza, che sarà presentato durante la Mostra del Cinema di Venezia, con protagonista Cristina Donadio».
Attualmente a cosa stai lavorando?
«Continuando la mia sperimentazione di nuovi linguaggi, girerò un film in realtà virtuale dal titolo La stanza, in collaborazione con la Polizia di Stato e Rai Cinema, Ministero per i Beni Culturali e la SIAE».