Sarà il conduttore delle nove serate organizzate per festeggiare i 25 anni del Teatro Totò
Il Teatro Totò festeggia i suoi 25 anni di comicità con l’evento dal titolo Nozze d’argento del Teatro Totò. Nove serate, dal 12 al 22 maggio, condotte dal noto attore e conduttore televisivo Gino Rivieccio, con un programma di eventi realizzato per l’occasione, al fine di ricordare gli attori e le produzioni che hanno caratterizzato le diverse stagioni del teatro napoletano attraverso la riproposizione di foto e filmati.
A partire dal prossimo 12 maggio il Teatro Totò celebra i suoi 25 anni di carriera. Sarà suo il compito di condurre ed animare la serata d’onore. Cosa rappresenta per le questo evento?
«Sono molto contento di fare il compare di matrimonio per le nozze d’argento del Teatro Totò, un teatro a cui sono particolarmente legato, non perché ha prodotto tanti dei miei spettacoli, ma soprattutto per un rapporto di amicizia che mi lega a Gaetano Liguori e Davide Ferri. Il Totò nonostante le difficoltà, grazie al contributo di Gaetano Liguori, negli anni è riuscito a raggiungere livelli alti, sia per numero di abbonati, sia di presenze. È stato fatto realmente un lavoro straordinario. Mi legano tanto bei ricorsi, tante risate. Ripenso alle tante serate, ai tanti titoli che sono passati al Totò, da Cose da ridere a Un giro per il mondo, da Più non dico a Si minacciano repliche a Sali e tabacchi, nelle varie versioni, da Scanzonatissimo a Io e Napoli, fino all’ultimo spettacolo Mamma ieri mi sposo con Sandra Milo, Marina Suma e Fanny Cadeo. Quest’ultima commedia ha girato tre anni fa con grandissimo successo ed è appunto approdata a Napoli anche al Teatro Totò. Sono tanti i ricordi ed è un teatro al quale auguro il meglio».
A cosa il pubblico assisterà in queste nove serate? Ci può anticipare qualcosa?
«Questo spettacolo che si chiama appunto Nozze d’Argento del Teatro Totò è uno show un po’ antologico con degli ingredienti diversi, dove abbiamo deciso di ricordare, raccogliere e concentrare tutto quello che in questi 25 anni è passato per il teatro Totò. Tantissimi attori sono nati e cresciuti sul palcoscenico del Totò. Questo evento sarà un modo per rammentare al pubblico i nomi che si sono esibiti sul palco del Totò, come ad esempio Carlo Giuffré, Paolo Villaggio, Giancarlo Giannini, Lando Buzzanca. Sono centinaia gli artisti, quindi questa sarà un’occasione per ricordare tutti.
Visto che il Totò mi considera come uno degli attori più vicini al teatro, mi hanno battezzato compare di matrimonio. Sarò io quindi a condurre e ad animare queste nove serate. Avremo ogni sera un ospite a sorpresa, selezionato tra tutti quelli che sono passati per il Totò e che hanno dato il loro contributo, oppure quelli che sono cresciuti molto grazie a questo teatro, perché prima del Totò, Gaetano e Davide gestivano il Bruttini, che è stata una palestra per tanti comici della penultima generazione. Anche Alessandro Siani è passato per il Totò e come tanti, anche lui deve molto a questo teatro. È un piacere celebrare questo teatro che ha dato tanto alla cultura e alla comicità napoletana. Sul palco al mio fianco si alterneranno Davide Ferri e Lello Pirone che verrà coinvolto in qualcuno di questi sketches e in più tantissimi giovani che sono stati selezionati nel corso di questi mesi».
Diversi sono gli artisti che saranno omaggiati nel corso dell’evento. Lei a quale di loro è legato particolarmente e quale potrebbe essere un suo personale pensiero o omaggio?
«Facendo dei nomi diciamo che sarei ingiusto verso altri. Se dico Giuffré sarei ingiusto verso Gianfranco D’Angelo, se dico D’Angelo sarei ingiusto verso Rino Marcelli, Isa Danieli. Sono legato a tutti quelli che in qualche modo mi hanno dato qualcosa, come Buzzanca, Villaggio con il quale ho lavorato insieme su Rete4 in Un fantastico tragico venerdì. Sono monumenti della comicità, del teatro, della cultura. Sono tantissimi gli artisti che sono passati per il Totò. Li avevamo dimenticati anche noi, poi rivedendo le locandine e le immagini in archivio, abbiamo ricordato tutti. Oggi come sai i cartelloni sono cambiati, la crisi si fa sentire molto anche in teatro, però non bisogna dimenticare, anche attraverso le locandine, attraverso la memoria, quello che c’è stato. Allora quale occasione migliore attraverso questo spettacolo antologico delle nozze d’argento».
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo negli ultimi due anni, quanto è importante tornare ad esibirsi in presenza di un pubblico, ma soprattutto vederlo ridere?
«Seriamo di vederlo sorridere e non solo sentirlo sorridere. Sono stato recentemente in teatro e siccome c’è ancora l’obbligo della mascherina, li senti ma non li vedi, ed è una cosa che ti crea una certa suggestione. A maggio noi ci auguriamo che le mascherine siano state tolte, anche in teatro, per cui rivedremo il pubblico ridere e per me è una cosa molto forte. Mi manca questo rapporto con il pubblico, come al pubblico credo che manche il rapporto con l’attore. Il teatro sicuramente non vive un momento facile, come lo stesso vale per il cinema, ma sicuramente l’emozione che ti dà il teatro, non te lo può dare la televisione o il cinema. Il ritorno a teatro è fondamentale, ma bisogna anche mettere la gente in sicurezza, bisogna mettere in condizioni la gente di stare tranquilla e serena».
Rimettetevi comodi è uno spettacolo che porterai in scena nella prossima stagione…
«Lo spettacolo nel 2005 si chiamava Mettetevi comodi, che per la prossima stagione ripresento nella nuova versione, con la minale big band che mi accompagnava anche nel precedente spettacolo. Lo ripropongo dopo 18 anni. È uno spettacolo in cui mi diverto tantissimo, perché torno a cantare, a suonare con loro a fare un one man show alla mia maniera, però con il supporto di una grandissima orchestra diretta da Gianni Minale».
Quali sono gli ingredienti nuovi che hai aggiunto a questa nuova versione dello spettacolo?
«Raggruppa un po’ tutto quello che abbiamo visto e vissuto in questi ultimi tre anni, ma anche quello che sta succedendo in questi giorni, quindi gli ingredienti saranno tantissimi, ma lo spettacolo è cambiato totalmente, del vecchio è rimasto l’ossatura. La scelta del titolo è voluta perché dopo questa sosta forzata di tre anni, mi sembra giusto dire al pubblico, adesso spaparanzatevi in poltrona e rimettetevi comodi».
Durante il periodo della pandemia è nato anche un libro “Siamo nati per soffriggere” edito da Colonnese con la prefazione di Magdi Cristiano Allam.
«È un libro che mi ha dato molte soddisfazioni. Abbiamo fatto più di 50 presentazioni. Mi sono divertito ed è stato un modo per incontrare il pubblico».
A cosa sta lavorando in questo periodo? Oltre a questa serata in quale progetto la vedremo prossimamente?
«Sto preparando la stagione estiva dove sarò in scena con questo monologo che si chiama Da cosa nasce cosa, scritto da me, e sarò in scena con il Maestro Carlo Ciardiello e tre vocalist, una cosa diversa da rispetto a quello che ho proposto finora. È uno spettacolo con tematiche molto attuali. Come un capotreno io lego i vari argomenti che fanno parte delle singole carrozze, che simboleggiano un po’ tutto quello che abbiamo vissuto in questi ultimi anni. Da cosa nasce cosa perché ogni argomento viene trainato da un sottilissimo filo. Il ritorno a teatro del pubblico vuol dire un ritorno alla normalità. Siccome quello che ci manca in questa fase della vita è proprio la normalità, questo ritorno è molto sentito perché vuol dire tornare a teatro, farsi la foto in camerino con l’artista, quindi l’augurio che faccio è che si possa tornare presto alla normalità».