Diversi sono gli impegni lavorativi che coinvolgono Eleonora Pieroni. La super modella italiana, conduttrice e attrice, volto di copertine e campagne fotografiche, ma anche protagonista di tanti spot pubblicitari e video musicali girati a New York e Miami, si è fatta conoscere anche come attrice, recitando in diversi film italiani e americani tra cui: Copperman con Luca Argentero, Nati due volte, la serie tv su Netflix Paper Empire, e in State of Consciousness con l’attore hollywoodiano Emile Hirsch. Il lavoro della Pieroni si svolge prevalentemente tra Roma e New York dove risiede insieme al marito fashion designer delle celebrities di Hollywood, Domenico Vacca (ha realizzato guardaroba per più di 50 film di Hollywood) di cui è la testimonial ufficiale.
Elenora inoltre è stata l’organizzatrice e la Madrina della Giostra della Quintana di Foligno a New York durante il Columbus Day del 2018.
La foto in primo piano è del fotografo Joseph Cardo
Sei diventata Miss di fasce prestigiosissime di bellezza a soli 15 anni. Come mai ha deciso di intraprendere la carriera da modella?
«Sin da bambina ero attratta dalle passerelle, non ne perdevo una ai programmi TV, compravo giornali di moda appena uscivano in edicola. Giocavo con la Barbie perché da grande volevo essere come una Barbie. Le mie icone di modelle erano Cindy Croford, Claudia Schiffer e Naomi Cambpel, bellezze naturali dalle quali ho sempre preso esempio anche nella scelta del mio corpo. Ho imparato a sfilare da sola difronte allo specchio e guardando tutti i giorni le passerelle cavalcate dalle top degli anni 80’. Durante una festa di moda della II^ liceo mi scoprì un agente di modelle e organizzatore di Miss Italia che mi invitò a partecipare, il giorno dopo volle incontrare mia madre per farmi intraprendere la carriera da modella e da lì tutto iniziò. Ero una ragazzina di 15 anni con tanti sogni, cavalcavo la passerella con passione e tanta ambizione. Anche quando non ero in gara conquistavo fasce, e quell’adrenalina diventò per me l’ossigeno dei miei sogni».
Hai lavorato in diverse fiction italiane, di quale hai un ricordo speciale?
«Ho lavorato per Don Matteo, Due imbroglioni e mezzo con Sabrina Ferilli, Una pallottola nel cuore con Gigi Proietti, per il cinepanettone A Natale mi sposo. L’esperienza nelle serie tv risale agli esordi della mia carriera, diciamo che ero agli albori ed interpretavo piccoli ruoli. Quella in cui mi sono divertita di più è stata con il grande Gigi Proietti purtroppo scomparso da poco. E poi con il simpaticissimo Massimo Boldi nel cinepanettone».
Sei stata immortalata dai più grandi fotografi del mondo tra cui Marco Glaviano, Joseph Cardo, Augusto Buzzeo, Alberto Buzzanca, inoltre sei apparsa su cartelloni pubblicitari della Fifth Avenue di New York e hai posato per servizi fotografici per Elle, Vanity Fair, Ocean Drive e Vogue America. La tua bellezza ha sicuramente dato una marcia in più alla tua carriera. Quanto conta per te la bellezza?
«La bellezza è il potere per una donna, l’intelligenza è la sua spada, l’eleganza la sua corona. Questo è il mio motto. La bellezza è ciò che immortala la donna al primo impatto. La bellezza ti rende indimenticabile, la bellezza è “l’effetto wow” al primo impatto, ma una bellezza senza classe e soprattutto senza intelligenza e carisma rendono anonima e piatta l’immagine di una donna. Una donna di sola bellezza senza talento né intelligenza andrà poco lontano. La bellezza accresce con il tempo. Con il tempo una donna dovrebbe acquisire sofisticatezza e classe che diventeranno il cavallo di battaglia del suo essere donna in senso completo. La bellezza non è solo fisica, ma è nel portamento, come sai comunicare, come cammini, come sorseggi una tazzina di caffè. Vorrei che questo fosse un messaggio da trasmettere alle ragazze di oggi, alle influencer e pseudo influencer che confondono la bellezza genere “Kim Kardashian” dall’estetica esagerata, rigonfiata ed ostentata con la bellezza vera, rara e autentica. Comunicare bene è necessario, e con la bellezza noi decidiamo che messaggio comunicare. Come diceva il grande Gianni Agnelli “La donna veramente bella e di classe non è quella che quando passa fa fischiare bensì quella che fa calare improvvidamente il silenzio”».
A un certo punto della tua carriera hai deciso di dare spazio alla recitazione. Il tuo percorso formativo da attrice è iniziato con l’Accademia di Roberto Rossellini a Roma, seguito dalla New York Film Accademy, dagli studi con Susan Batson e con Larry Moss coach di Leonardo di Caprio e Meryl Streep. Oltre ad una buona formazione, quali sono le differenze che hai riscontrato tra l’aver studiato in Italia e a all’estero?
«Entrambe sono state delle esperienze stupende che porto nel cuore! Ogni coach ha un suo metodo di insegnamento. In Italia ho studiato con Sergio Rubini che insegna cercando di tirar fuori la parte spontanea e autentica dell’attore, utilizzando anche il dialetto della città di provenienza. Ed è una cosa che condivido e mi è piaciuta molto. In America invece ho lavorato più sulla tecnica. Larry Moss parte molto dal teatro, avere la padronanza del corpo e dello spazio sul palco ti permette di essere un buon attore sullo schermo. In Italia tuttavia ho studiato con il regista Vincenzo Marra, con il coach americano Michael Margotta e con Paul Haggis sceneggiatore e regista premio Oscar mio caro amico. Studiare con diversi maestri ti permette di prendere da ognuno di loro il meglio e le caratteristiche che più si addicono alla tua personalità di attrice».
Il tuo lavoro attualmente si svolge tra Roma e New York, quali sono i pro e i contro?
«Il vantaggio di lavorare sia in Italia che in America è dato dal fatto di poter prendere ruoli per film stranieri che girano in Italia visto il fatto che dopo anni di America parlo un buon inglese anche con accento americano. E viceversa la mia italianità mi ha aiutata a prendere ruoli di italiana in America. Ora con la pandemia ma anche sin da prima si possono affrontare provini con i self tape in qualunque parte del mondo ci si trovi. L’aspetto un po’ negativo è che vivendo negli States mi sono abituata ai tempi americani super veloci nelle risposte ai casting e ai progetti che purtroppo invece in Italia non si può pretendere».
Nel 2017 ti abbiamo vista anche in veste di cantante, interpretando la cover di “Volare” in italiano e in inglese per la prima volta in versione femminile, molto amata dal pubblico americano. Ci sono altri progetti simili in futuro?
«Realizzare la cover di “Volare” di Domenico Modugno è stato un gioco e un progetto molto divertente che mi ha permesso di tirare fuori la dote del canto che non sapevo di possedere. Il produttore ha creduto in me e diciamo che è stato un esperimento riuscito bene apprezzato soprattutto negli Stati Uniti poiché “Volare” è la canzone Italiana più conosciuta nel mondo e super apprezzata. Non vi nascondo che mi piacerebbe molto realizzare un’altra canzone, anche in modalità musical dove poter esibire le mie doti di ballerina».
Sei stata nominata ‘Ambasciatrice d’arte Made in Italy e della cultura italiana negli Stati Uniti’. Che significato ha per te questa nomina?
«Questo titolo rappresenta sicuramente un riconoscimento per il mio tanto impegno e lavoro nel promuovere l’Italia negli Stati Uniti, un impegno iniziato con la promozione della Giostra della Quintana di Foligno la mia città e dell’Umbria nel 2018 a New York e poi nel 2019 con la regione Puglia a New York e al NIAF a Washinton. La Quintana è una manifestazione equestre del 1600 epoca barocca che si celebra due volte l’anno a Foligno a partire dal 1946.
Negli Stati Uniti presento molti festival dedicati alla cultura italiana, alla musica, al cinema e al Made in Italy, sono testimonial di brand Made in Italy della moda, del design, dei gioielli e di prodotti alimentari, ho organizzato eventi dedicati al Made in Italy. Dunque la carriera di presentatrice e imprenditrice unita al mio impegno di promozione del Made in Italy condotto in maniera del tutto volontario (ci tengo a sottolinearlo) hanno suscitato l’interesse e l’apprezzamento del mio operato. Sono italiana orgogliosa del nostro Paese, credo nel Made in Italy e in tutto ciò che gli italiani sanno creare, e per questo sostengo l’Internazionalizzazione del Made in Italy all’estero».
Per quanto riguarda il cinema, con quale attore/attrice e regista ti piacerebbe lavorare?
«Mi piacerebbe molto lavorare con Sorrentino, Al Pacino, De Niro, con l’attore Can Yaman e Favino che ho avuto l’onore di premiare ad un Festival, e con la coppia Penelope Cruz e Javier Bardem. Al di là degli artisti con cui recitare mi piacerebbe molto girare una scena sexy di quelle che nel cinema mancano da un po’, tipo Basic Instinct o Nove settimane e mezzo».
Quali sono i tuoi progetti in futuro tra l’Italia e New York?
La mia vita continuerà ad essere tra Italia e America, con progetti in entrambi i Paesi; per scaramanzia posso accennarvi solo che partirò con un film in Italia e uno in America. Colgo l’occasione per salutare tutti i miei sostenitori e gli amici veri che più mi stimano. Incrociate le dita per me!».