Dopo averla vista interpretare Tiziana Palumbo nella quarta stagione di “Gomorra – La serie” e il personaggio di Donna Armida nella versione cinematografica de “Il Sindaco del Rione Sanità”, Daniela Ioia torna a teatro con “Mamma, Mà”. Si tratta un esilarante monologo scritto da Massimo Andrei, per la regia di Gennaro Silvestro e prodotto da Teatro Insania, in cui l’attrice partenopea si cala in un nuovo ruolo comico e tutto al femminile. Nella pièce, che la vede impegnata con varie repliche in Campania (prossima data il 18 e il 19 gennaio al Teatro Civico 14 di Caserta) Daniela Ioia interpreta una donna alle prese con un test di gravidanza. Mentre attende il risultato, ha gli incubi e sogna delle possibili tipologie di mamme.
“Mamma, Mà” segna il tuo ritorno a teatro. In questo spettacolo ti vediamo in veste da protagonista. Ci vuoi parlare del tuo ruolo?
«Il personaggio di Enza Amato è quello di una comunissima ragazza dei giorni nostri, che cerca di crearsi la sua famiglia, alle prese con credenze popolari, problemi e paure e tanta ironia per poter riuscire nel suo grande desiderio, ovvero quello di diventare madre. Quando ho debuttato con “Mamma, Mà”, ricordo che vedevo questo personaggio molto lontano da me, non ero una che cercava un figlio a tutti i costi, eppure durante le prove scoprii di essere realmente incinta. Ovviamente ne fui felice, ma fu davvero buffo».
Questo spettacolo ha per te un significato maggiore, poiché di recente sei diventata mamma. Cosa hai pensato quando ti è stato proposto?
«In realtà l’ho cercato io e in tempi non sospetti. Sentivo l’esigenza di esprimermi, nella mia comicità e contattai Massimo Andrei per scrivere il testo, ironico ma non banale, e Massimo è geniale in questo. Mi sentivo pronta ad affrontare la scena in solitudine, ma in effetti sola non sono mai stata, perché Jacopo, mio figlio è stato con me da subito».
Cosa ti piace di più di questo personaggio?
«Tutto! È un personaggio completo, racconta tutto di sé, paure, dubbi, certezze, speranze. Attraverso Enza riesco veramente a dare voce a un gran numero di mamme. In realtà racconta il cuore delle donne che è davvero sconfinato pieno di segreti, di rivelazioni, di saggezza».
Riesci a spaziare da ruoli drammatici a quelli comici. Quali ti stimolano di più?
«È come chiede ad un bambino “a chi vuoi più bene, a mamma o a papà?”. In realtà entrambi i ruoli mi piacciono, entrambi mi consentono di esprimere una parte di me, dopo Gomorra e Il Sindaco del Rione Sanità, sentivo l’esigenza di raccontare la mia comicità, e quindi “Mamma, Mà”’ capita a fagiolo».
Di recente ti abbiamo vista impegnata in Gomorra La serie e nel film Il Sindaco del Rione Sanità. Cosa hanno significato queste due esperienze?
«Sono state due esperienze fantastiche, mi hanno insegnato tantissimo e ho capito ancora di più quanto mi piace “l’interpretazione”. Con Tiziana Palumbo di Gomorra e stata una sfida, perché non è il solito personaggio femminile di Gomorra, lei è una ripulita, anche se il suo animo è nero e comunque ha le stesse origini di Genni . È un personaggio molto ambiguo. Armida de Il Sindaco del Rione Sanità” è uno dei personaggi che più amo, e recitarlo per il cinema è stato bellissimo perché le ho potuto restituire tutte quelle sfumature che a teatro non si colgono data la distanza dal pubblico.Tutto questo è stato possibile grazie a Mario Martone ovviamente e alla sua grande e poetica sensibilità registica».
Altri progetti per il 2020?
«Per il futuro, continuo con “Mamma, Mà”, spettacolo con cui sarò in scena fino a maggio. Ci sono in programma nuove cose, ma per scaramanzia non le diciamo. Anzi se volete saperle seguitemi e lo scopriremo».