Dal 23 ottobre è disponibile sulle piattaforme streaming e in digital dowload Quanto era bello, il nuovo brano di Daino, il giovane cantautore milanese, classe 1999, arrivato 2° al Festival di Castrocaro Terme 2020. La canzone ripercorre sul filo della memoria un sabato sera trascorso per le vie di Milano in compagnia di una ragazza incontrata per caso poche ore prima in un locale. Le sonorità indie/pop sono in netto contrasto con il testo malinconico. Quanto era bello è stato scritto,composto e prodotto dallo stesso Daino insieme a Stefano Iascone dei Cacao Mental e registrato presso il Crono Saund Factory a Milano.
Niccolò Dainelli, in arte Daino, è un musicista polistrumentista e cantautore nato l’11 gennaio 1999 a Parabiago. Inizia a scrivere durante gli anni del liceo,suonando e producendo le sue canzoni. In contemporanea conclude gli studi di clarinetto presso il Conservatorio di Milano. Nel 2018 arriva in finale Area Sanremo,nel 2019 vince una Borsa di studio completa per frequentare la Berklee College Music di Boston, in America ,e nello stesso anno pubblica i suoi primi due singoli da solista : Glovo e Ragazzi nuovi. Nello stesso anno collabora come clarinettista con Paola Folli nel concerto –rappresentazione W est Side Story al castello Sforzesco di Milano. La passione per il busking lo porta ad esibirsi nelle strade e nelle piazze di diverse città italiane. Nel 2020 si classifica 2° al festival di Castrocaro Terme e il 27 agosto pubblica il suo nuovo singolo Mioddio. Noi di Mydreams lo abbiamo intervistato.
Niccolò Dainelli, in arte Daino,classe 1999. Perché questo pseudonimo?
«Il mio nome d’arte nasce da un soprannome che mi davano i miei amici e viene dal mio cognome. Poi il daino è un animale selvatico, libero e mi piace l’idea che la musica sia una forma di libertà».
Quando ti sei accorto che la musica è entrata prepotentemente nella tua vita?
«Ho sempre suonato da quando ero bambino ed era per me come un gioco. Poi ho scoperto la scrittura durante gli anni del liceo e mi si è aperto un mondo variegato di possibilità. Ho scoperto che era un modo per raccontare, per esprimermi, uno sfogo, qualcosa che mi faceva stare bene. Quando ho capito che potevo scrivere la mia musica e raccontare il mio mondo ho iniziato a farlo un po’ come si tiene un diario, parlando di giornate, di piccoli eventi, di crescita personale e così è nato il mio progetto».
Sei diplomato al Conservatorio di Milano in clarinetto. Cosa ti affascina di questo strumento?
«Ho iniziato a suonare questo strumento per caso perché volevo imparare la musica e nel mio paese la banda cittadina aveva una scuola gratuita dove insegnavano il clarinetto. Dopo ho continuato a suonarlo con molta cura del suono perché è uno strumento che ha la particolarità di avere un suono totalmente diverso a seconda di chi lo suona e come lo suona. Oggi mi trovo con canzoni che utilizzano questo strumento a fiato inusitato nella musica pop italiana».
Quali sono gli artisti che ispirano la tua produzione?
«Riguardo ai testi ho ascoltato i grandi cantautori della tradizione italiana da De Andrè in poi ma mi ispiro soprattutto alla vita quotidiana e ad alcuni libri e film che scopro via via. Quello che mi colpisce a livello emozionale di solito è ciò che è detto con spontaneità ed è aderente alla vita».
Hai vinto una Borsa di studio per frequentare la Berklee College Music di Boston. Ci puoi parlare di questa tua esperienza americana?
«Magari la racconterò in una canzone. Ho vinto questa Borsa di studio totalmente per caso e sono partito per il nuovo continente in una città freddissima. Lì ho conosciuto gente diversa da me ,ho visto una pre season del campionato di basket più famoso in assoluto, ho mangiato un sacco di roba fritta tutte le settimane ed ogni tanto bevevo un caffè come si deve presso alcuni ragazzi italiani che abitavano vicino al mio dormitorio».
Il 23 ottobre è uscito il tuo nuovo singolo Quanto era bello. Ce ne puoi raccontare la genesi ? E quanto si differenzia questo brano dai precedenti Glovo, Ragazzi nuovi, Mioddio?
«Quanto era bello è nato un giorno d’estate con la chitarra in mano e parla di una serata, di una ragazza,di un appartamento a Milano. È un pezzo dolce, una fotografia, niente sviolinate ma autobiografico. Avevo annotato delle immagini e delle parole, dei momenti che racconto e dopo li ho collegati insieme».
Quando un tuo album? Pensi di inserire delle cover?
«Spero il prima possibile. Ho già i pezzi per due dischi ma devo ancora sceglierli con il mio editore. Le cover non le suono, sono più un autore che un interprete».
Ultima domanda scherzosa. Sei arrivato secondo al Festival di Castrocaro Terme 2020. Sai dirmi i nomi di almeno 5 vincitori di questa storica manifestazione, tanto per saggiare anche la tua preparazione sulla storia della musica italiana?
«Sul viale centrale di Castrocaro Terme, quando sono andato lì durante la finale, ho visto le varie insegne e foto dei vincitori storici. Adesso mi ricordo solo del grande Zucchero ma so che anche Laura Pausini partecipò agli inizi della sua carriera».