Dopo “Ogni singolo giorno di noi” e “Lo strabismo della signora Venere”, di recente è uscito “Anna Maria”, il nuovo singolo della cantautrice e pianista Carlotta Ciampa. Tutti e tre i brani faranno parte del suo lavoro discografico, attualmente in lavorazione. Per l’occasione abbiamo intervistato Carlotta Ciampa.
A chi è dedicato il tuo nuovo singolo “Anna Maria”?
«È dedicato a mia zia, scomparsa all’improvviso molto giovane. Io ho trascorso un’infanzia senza papà che ho conosciuto solo una volta adulta. Mia zia, invece, è sempre stata una presenza importante e sicura nella mia vita, ha ricoperto il ruolo del padre di cui avevo bisogno durante la mia crescita, vivevamo addirittura insieme».
Il brano “Anna Maria”, insieme ai due precedenti “Ogni singolo giorno di noi” e “Lo strabismo della signora Venere” saranno raccolti all’interno del tuo album. Cosa puoi anticiparci di questo tuo primo lavoro discografico? Da quanto tempo ci stai lavorando e quali sono le tue aspettative?
«È iniziato tutto realmente a marzo 2020, quando mi sono finalmente buttata e ho voluto dare una chance a questo mio sogno, così con Daev abbiamo cominciato ad arrangiare i brani. Spero con tutto il cuore che possa emozionare, ogni canzone a modo suo».
Cantautrice e pianista hai iniziato a suonare il pianoforte all’età di 5 anni e in adolescenza hai intrapreso gli studi al Conservatorio Santa Cecilia. Come è nata la tua passione per la musica e quale è stato il motore che ti ha spinto ad andare avanti negli studi?
«La musica l’ho sempre trovata affascinante e sin da subito, all’età di cinque anni, mentre guardavo suonare un bambino delle medie ad un saggio di pianoforte a scuola, mi dissi che avrei dovuto imparare a suonare quello strumento meraviglioso. Anche se poi ho iniziato a studiarlo in maniera più seria verso i diciassette anni».
Nel 2012 ti sei esibita da vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma nella Sala Santa Cecilia al Lang Lang Fest insieme ad altri 100 professionisti italiani. Cosa ricordi di quella esperienza live? È stata la tua prima volta su un palco?
«Adesso che mi ci fai pensare, sì. Fu la mia prima volta su un palco, e soprattutto su un signor palco. È stata un’esperienza bellissima che porterò sempre nel cuore. Abbiamo legato molto tra noi ragazzi e durante le pause ci mettevamo a suonare a turno, ascoltandoci a vicenda, si era creata una bellissima atmosfera. Lang Lang nonostante fosse già una celebrità fu molto cordiale e amichevole con noi, tanto che suonare poi con lui su quel palco è stato più naturale».
Successivamente hai suonato al Festival di Halle in Germania, all’Euromusic e al BIMF Festival in collaborazione con la Royal Academy of Music. Cosa hanno rappresentato per la tua crescita artistica?
«L’Euromusic è stata un’esperienza fondamentale, che ho ripetuto più volte negli anni. Erano presenti musicisti di alto calibro provenienti da tutto il mondo e di tutti gli strumenti, in formazioni da camera e/o solisti. È stato fondamentale per la mia crescita umana e artistica, poiché ho iniziato a vivere con altri ragazzi, lontana da casa in un paese straniero, seppur per brevi periodi. Lo stesso è stata il BIMF, in cui avendo già alle spalle l’esperienza all’Euromusic, l’ho vissuta ancora meglio. Qui ho conosciuto musicisti davvero spettacolari, come il violinista Igor Keller, il quale stimo particolarmente in quanto ogni volta che lo ascolto suonare mi emoziona moltissimo, e finisce per uscire una lacrimuccia. Ho conosciuto e collaborato col Maestro Ian Brown della Royal Academy Of Music, persona squisita e dolcissima. È stato molto gentile anche dopo il festival durante il mio soggiorno a Londra, proponendosi come cicerone a me e ad altri due ragazzi con i quali ho lavorato, in quanto era la mia prima volta in quella città e avendo suonato al festival non avevo ancora visto nulla della città».
Sei rimasta in contatto con il Maestro Ian Brown?
«Ci siamo tenuti in contatto e sentiti durante tutto quest’anno difficile per tutti, è stato molo dolce perché sin dalla prima ondata, mi scrisse preoccupato di come stessi. Purtroppo lo scorso anno, vista la pandemia, non è stato possibile collaborare, ma credo che quest’anno il festival potrebbe ripartire, e qualora fosse possibile e sicuro per me andare, andrò».
A che età hai cominciato a dedicarti alla scrittura? Solitamente nasce prima la musica o il testo?
«La mia prima canzone seria è stata Anna Maria, scritta nell’ottobre del 2019, il resto che pubblicherò in questo album, saranno tutte canzoni scritte da marzo 2020 in poi. Quindi molto di recente. In realtà per me vanno di pari passo, solitamente ho in testa un bel giro armonico e suonandomelo comincio a cantarci su e successivamente a scrivere un testo che voglia trasmettere quello che provo in quel momento».