In un anno ha già realizzato due dischi. L’ultimo, uscito questo mese si chiama Incredibile, che segna il ritorno sulle scene di Moreno e vede la collaborazione su quattro testi con Fabri Fibra (tra cui la title-track Incredibile), e il team di produttori Medeline e Takagi Beatz, già al lavoro con Gemelli Diversi e J Ax. Lo abbiamo incontrato per farci spiegare come vive la popolarità a un anno dalla vittoria del talent Amici (che lui chiama “format”). Com’è nato il concept dell’album, i featuring con alcune delle più belle voci italiane pop e soprattutto gli argomenti delle canzoni, che sicuramente faranno molto discutere.
Ha suscitato molto dibattito in Rete la tua decisione di rispondere in musica alle critiche che ti arrivano. Perché hai adottato questo sistema?
«Le critiche ci saranno sempre, come ci sono in tutti gli ambiti, anche se devo dire che nei miei confronti ultimamente non ho notato critiche particolari. Ho risposto quando ho voluto con la mia musica direttamente nel disco. In genere le critiche possono migliorare ma quando sono inutili non le considero.»
La cosa che ti infastidisce di più?
«Il non riconoscere meriti, sono uno che non è stato mai raccomandato, mi sono fatto da solo, sono partito dalla strada. Ho anche avuto tanti nomignoli: l’ex parrucchiere, l’ex di Amici, l’ex di Mtv Spit. Ma non voglio far credere di aver fatto un disco sofferente perché dopo le prime canzoni già si cambia registro. La verità è che ho avuto un background anche se ho avuto da subito successo, sono partito da Genova e ho girato l’Italia, non mi sono mai fermato. Quando mi hanno stabilito il calendario per la promozione di questo disco ho detto che volevo lavorare anche nei giorni liberi. Che per me significa incontrare gente, girare il paese. È quello che mi piace fare.»
Ci sono meno parolacce in Incredibile che in passato. Per un rapper è una novità.
«Sì, forse ce n’è una…ma ritengo che non ci sia bisogno di esagerare, specie se vuoi arrivare a un pubblico più vasto. Mi ascoltano ragazzini ma anche adulti, l’altro giorno dei nonni mi hanno chiesto di autografare la loro copia del cd. Mi piace essere naturale, se nella vita può scappare una parolaccia, non mi faccio problemi a metterla anche nel disco.»
Come hai deciso i featuring di incredibile?
«Con Fiorella Mannoia è stata una manovra di avvicinamento lenta, ho visto che mi seguiva su Twitter e in privato le ho scritto che ero onorato. Ci siamo fatti gli auguri di Natale e ho aspettato il momento buono per chiederle se le interessava fare qualcosa con me. Il giorno dopo ho preso l’aereo ed ero nel suo studio. Abbiamo costruito “Sempre sarai” assieme, cercando di far venir fuori una storia che potesse andar bene a entrambi. Parla di perdita di persone care e lei mi ha confidato che quando la canta pensa a persone che ha perso lei, è valida per tutti.»
E gli altri?
«Antonio Maggio è un talento che rispetto, ho voluto che “L’interruttore Generale” avesse tra parentesi la dicitura “canzone d’autore” perché volevo accostarmi a quel mondo e Antonio è stato bravissimo in questo. Cito Battisti, Dalla e Tenco ma lo faccio con rispetto. Ho capito che ci sono delle pietre miliari che non puoi ritoccare e quindi questo è il mio omaggio alla storia della musica italiana. Poi c’è Annalisa che ha fatto un duetto molto passionale, da guardarsi negli occhi in “Ferire per amare”, Alex Britti che con la sua chitarra è su “Giro tutto il mondo”. Volevo che tutti avessero aderenza a quello per cui sono famosi, senza snaturarsi. Anche J Ax su “Col Sorriso” ha fatto forse l’apparizione più vicina al genere degli Articolo 31 da anni.»
Come mai hai deciso di rifare Amici e continuare a uscire con canzoni nuove?
«Perché è giusto evolversi e far vedere al pubblico che ho voglia di fare cose nuove ma anche di avere una testa pensante. Posso contribuire al programma per alcuni aspetti, e magari Miguel Bosè
può contribuire per altri, vista la lunga carriera che ha. Mi piacerebbe continuare su questa linea, anche fra decenni quando forse sarà fuori luogo fare il rapper, mi vedo come uno che sta dietro le quinte e promuove nuove voci, insegna quello che può e trasferisce la propria esperienza agli altri.»
Sei sorpreso del successo mediatico del genere rap in Italia ultimamente?
«Diciamo che io ho aperto la strada vincendo Amici, poi è arrivata la vittoria a Sanremo di Rocco Hunt e la partecipazione di J Ax a The Voice. Sono contento per Rocco, che avevo già conosciuto tramite Clementino e mi fido di quello che fa. J Ax mi aveva detto che aveva una bomba tra le mani ed era molto entusiasta, e poi ho visto che è scoppiato il caso della suora a The Voice. È stupendo vederli assieme, il diavolo e l’acqua santa. Sono tutti segnali buoni, significa che c’è la possibilità di far vedere a un pubblico più vasto di che cosa si tratta. Penso anche che lavorando in televisione ci sono molteplici opportunità di allargare gli orizzonti. Magari si può anche pensare di far venire dall’estero qualcuno che fa scratch o altre cose e spiegare su Canale 5 come nascono e cosa vogliono dire gli altri generi.»