Si sente fortunata e grata al suo pubblico, Giusy Ferreri, la giovane popstar italiana lanciata nel 2008 da un talent show e arrivata a compilare un greatest hits di 17 brani di successo (variabile). È questa altalena nelle preferenze del pubblico che la rende ancora più simpatica e vera. Perché se candidamente ammette che stava lavorando a un album di inediti questa primavera, poi è rimasta sorpresa dal successo dal duetto con Baby K, Roma-Bangkok che l’ha proiettata nelle sfere alte delle classifiche. E quindi ora è il momento giusto per ricordare agli italiani quanta strada ha fatto.
Come ci si sente ad avere la prima raccolta di successi così giovane?
«Stavo lavorando all’album di inediti e sapevo che doveva essere una conclusione di un percorso degli anni precedenti. Quindi la spinta emotiva mi ha portato a seguire l’onda del successo con Baby K e guardarmi indietro, ritrovare entusiasmo da quello che ho fatto. È stata un’estate di grande gratificazione.»
Come ti rivedi sfogliando il tuo album musicale?
«Sono stata affiancata da grandi, a partire da Tiziano Ferro e dal produttore Michele Canova che è una figura importante del panorama italiano. All’epoca dei miei inizi avevo una forte apertura al lavoro in team che poi ho perso. Oggi ho recuperato quello spirito, anche grazie a Roma-Bangkok perché al pubblico è piaciuto vedere due donne che cantavano assieme.»
Hai capito le ragioni di questo ritorno al successo così trasversale?
«Il pezzo è piaciuto ai giovani e agli adulti, ho recuperato la freschezza degli inizi e mi sono confrontata anche con produzioni diverse da quelle a cui ero abituato. Avevo seguito l’ascesa di Baby K, già la conoscevo per altri duetti e per i suo programmi da vj sui canali rap. Quando ho sentito la prima volta quel reggaeton del brano non ho avuto dubbi.»
Ti ha dato spinta per nuove cose in quella direzione?
«Sto lavorando a nuovi pezzi con Corrado Rustici e Fabrizio Ferragusto con cui mi vorrei esprimere in una formula nuova. E sicuramente ci sarà ritmo incalzante su una base di partenza pop che mi appartiene. Diciamo che sto componendo facendo anche leva su una ipotetica interpretazione dal vivo negli spettacoli.»
Come hai scelto il singolo inedito Volevo Te?
«Conoscevo Fortunato Zampaglione e quando ha scritto questo pezzo ho pensato che fosse un’evoluzione rimodernata di Novembre. Ma sempre di metrica interessante parliamo, anche con l’ingresso nel team compositivo di Daniele Magro mi confronto con uno stile hip hop ma con venature malinconiche. Parlo di rapporti umani e vita sentimentale nei brani, quindi è attinente come stile.»
È tempo di riflettere su quello che ti è piaciuto molto e poco nella tua carriera?
«Una riflessione l’ho fatta e per quanto sia stata troppo coraggiosa in alcuni frangenti, ripensandoci ho fatto tutto con ingenuità e lo considero una fortuna. Ho avuto la fortuna e la soddisfazione di fare quello che volevo e a volte per esigenze personali ho abbandonato strade che reputavo lontane dalla mia testa. Non ho ascoltato molto gli altri.»
Il filo conduttore della tua musica quale è stato?
«Credo sia stata l’avanguardia e la modernità. Con il duetto di quest’estate sono entrata in una nuova dimensione, anche perché a volte il pubblico dal vivo mi ha chiesto di cantare Roma-Bangkok anche da sola e mi son dovuta esibire nelle parti di Baby K. Ho anche capito che a volte la mia scrittura è stata meno efficace, quindi la contemporaneità e la freschezza sono le nuove cose che cerco.»
Ora che ti avvicini al decennale della tua attività, com’è il tuo rapporto coi fans?
«Sono grata a loro perché prendono del tempo per seguirmi e sto costruendo anche delle amicizie. Ci sentiamo su Whatsapp con alcuni di loro e c’è una sincerità da entrambe le parti. Sto famigliarizzando con i social network perché non fanno parte della mia generazione in qualche modo. Io avevo iniziato con MySpace.»
Sei maturata anche nel look, che ci dici dell’immagine di copertina?
«Ho cercato di allontanarmi da quei toni del passato, quel momento folkloristico che ho avuto non mi rappresenta più, volevo un’eleganza più consona alla mia età. E da qui è nata la scelta dei fiore e della rosa che è anche sensualità.»
Nella tua vita avrai comprato raccolte altrui. Come le sceglievi?
«Dipendeva dal carattere della persona a cui volevo regalarle. Per esempio ricordo di aver regalato Queen, Giorgia, Claudio Baglioni. Anche Lucio Dalla, ultimamente. Sono degli ottimi regali perché hanno significato e racchiudono un percorso.»