Fino al 26 febbraio è in scena al teatro Cometa Off, lo spettacolo Mumble Mumble… ovvero confessione di un orfano d’arte, per narrare impudicamente le vicende di due funerali e mezzo (e le gesta dei protagonisti che in quei giorni si distinsero).
Di Emanuele Salce e Andrea Pergolari, con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli per la regia di Timothy Jomm. Emanuele Salce, nel primo racconto, narra il giorno del funerale di suo padre Luciano, quando aveva poco più di vent’anni e, reduce da una nottata di eccessi etilici, si trovò a dover gestire da solo l’accadimento affrontando, nelle condizioni peggiori, una realtà a lui sconosciuta ed assai scomoda fra para-parenti a caccia di lascito, addetti alle onoranze funebri che lo inseguivano con cataloghi di bare e la ragazza per cui spasimava che non gli si concedeva.
Nel secondo, si rivive il giorno della scomparsa di Vittorio Gassman, marito di sua madre, episodio vissuto da trentenne più lucido e consapevole, in cui si assiste ad un vero e proprio Carnevale del sacro e del profano, fra autorità politiche improbabili e presenzialisti d’ogni risma, dolori veri e presunti, per concludere il tutto con la semifinale degli Europei del 2000 Olanda – Italia con scene da stadio. Nel terzo (metaforicamente) il suo: vissuto attraverso l’incontro con una bionda australiana e una défaillance occorsagli in un museo di Sydney, con un finale in crescendo, fino a giungere ad una vera e propria liberazione non solo simbolica. A fare da contraltare in scena lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore della confessione, passando con candida disinvoltura da Achille Campanile a Petrarca fino ad un para-trattato di gastroenterologia. Il racconto conclusivo dello spettacolo, scritto insieme ad Andrea Pergolari, narra dell’incontro tra il protagonista e una bionda australiana, seguito da un’imbarazzante defaillance che ha catturato l’attenzione di Sandro Veronesi che, nel suo ultimo romanzo “Terre rare” scrive: “La storia narrata nel capitolo dieci della prima parte non è farina del sacco dell’autore, è una cover dello strepitoso monologo autobiografico di Emanuele Salce contenuto nel suo spettacolo intitolato Mumble mumble, ovvero confessioni di un orfano d’arte (di E. Salce e A. Pergolari). Oltre al ringraziamento per il permesso di rielaborarla, l’autore gli rivolge tutta la propria ammirazione”.
Spettacolo audace, tagliente, minimale, perspicace, che arriva diretto al cuore e all’ anima dello spettatore. Non tutti sicuramente avranno vissuto la dura prova di dover ritrovarsi con due padri, uno naturale Luciano Salce e l’altro, compagno della madre dall’ età di due anni ossia, Vittorio Gassman. Si può facilmente intuire la difficoltà di trovarsi in mezzo a due fuochi, e a due mostri sacri, cosa che ha portato Emanuele Salce a intraprendere la carriera di attore non con semplicità e naturalezza, come avrebbe potuto e dovuto essere. In questo monologo, Salce ha capito che più si è semplici, più si è veri e più l’attore acquista forza. Il tutto è messo ancora più in evidenza dal suo compagno di scena, Paolo Giommarelli, il quale, cercando di aiutare l’amico per uno spettacolo che debutterà di lì ad una settimana, riesce a carpire in lui alcune sfaccettature della sua vita, utili ai fini della verità artistica e umana del personaggio. Il palco del Cometa off è praticamente perfetto per questo tipo di messinscena, in cui lo spettatore è partecipe totalmente della vicenda, si emoziona, ride o piange in relazione all’ attore che si sviscera e vomita fuori tutto ciò che ha in corpo. Bellissimo, raffinato e impudico, Mumble Mumble, va assolutamente visto. Una sorpresa che auguro a tutti di ricevere.