Andrà in scena fino al 24 marzo presso il Teatro Bellini di Napoli, lo spettacolo ideato da Gabriele Russo “Tito/Giulio Cesare”, due titoli che insieme diventano due parti di una riflessione unitaria sul concetto di potere e le conseguenze del suo esercizio.
Tratto dagli originali di Shakespeare, il primo atto, “Tito”, è una riscrittura Michele Santeramo, con Roberto Caccioppoli, Antimo Casertano, Fabrizio Ferracane, Martina Galletta, Ernesto Lama, Daniele Marino, Francesca Piroi, Daniele Russo, Leonardo Antonio Russo, Filippo Scotti, Rosario Tedesco, Isacco Venturini/Andrea Sorrentino. La Regia è di Gabriele Russo. Il secondo atto, “Giulio Cesare”, è una riscrittura Fabrizio Sinisi, con Nicola Ciaffoni, Daniele Russo, Rosario Tedesco, Isacco Venturini, Andrea Sorrentino. La regia è di Andrea De Rosa. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.
Il primo atto racconta un Tito profondamente umano, stanco di guerre ed alla ricerca della pace e della normalità: vorrebbe ascoltare musica, leggere un libro, stare in pantofole. La scrittura di Michele Santeramo, smussando il carattere epico dell’opera, passa dal tragico al drammatico rendendo profondamente attuale la trama e fornisce allo spettatore tutti gli strumenti per riconoscersi. Tito si trasforma quindi in un padre di famiglia con dei figli immaturi ed acerbi, oberato dal peso delle responsabilità del suo ruolo in un contesto in cui la pace è solo apparente poiché nasconde tra le mura casalinghe il continuo scorrere di sangue e vendette. La normalità desiderata diventa quindi la causa della tragedia. Si tratta forse della narrazione delle conseguenze del potere indagate nella sfera del privato con tutto ciò che consegue in ambito familiare.
Il secondo atto, Giulio Cesare, presenta, invece, una trama più filosofica, privilegiando l’aspetto politico del testo: “E’ legittimo uccidere un Tiranno?”. Varcando il Rubicone, Cesare ha oltraggiato la “Res-publica” aggredendo la struttura democratica di Roma; per la prima volta ha stappato al Senato la nomina di dittatore in modo perpetuo. Convinti di agire per lo stato, Bruto, Cassio e Casca uccidono l’uomo divenuto Tiranno, ma presto si rendono conto che Cesare e lo Stato sono un’unica cosa, “Cesare è Roma”. Uccidere il Tiranno a volte può non bastare se non se ne uccide il potere, che spesso risiede proprio nella comunità che lo subisce.
Tito/Giulio Cesare è nato nell’ambito del Glob(e)al Shakespeare, il progetto presentato a giugno 2017 nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, riscuotendo un enorme successo e vincendo il Premio dell’Associazione Nazionale Critici 2017 come migliore progetto speciale.