“In nome della madre” con Rosalba Di Girolamo e Rocco Zaccagnino alla fisarmonica, regia di Annamaria Russo in scena al Pozzo e il Pendolo di Piazza S. Domenico Maggiore a Napoli.
“In nome della madre” è la trasposizione teatrale tratta dal libro omonimo di Erri De Luca che ripercorre la storia del grande mistero della maternità attraverso le parole
di Miriàm, sposa di Josef e madre di Jeshu nella Palestina di duemila anni fa.
Lo spettacolo è incentrato sul sentimento dell’ amore, in nome del quale è lecito superare molti ostacoli e sul mistero della vita che nasce nel grembo di Miriàm,
anche se in natura non è strano inseminarsi al vento come i fiori;
Miriàm è incinta di un Angelo in avvento prima del matrimonio e futura madre senza l’aiuto di un uomo.
Una verità accettata dal suo futuro sposo Josef, che si trova nella condizione di doverla difendere dalla mano della giustizia umana che non crede alla innocenza della ragazza.
Miriàm possiede la grazia e la forza sovrumana di affrontare senza alcuno sforzo il giudizio della gente, affrancata da ogni timore e paura.
Anche Josef possiede la forza dell’amore che gli permette di superare l’ostilità della gente che lo ha messo al bando per la sua scelta di sposare comunque Miriàm.
Si sentono forti e motivati anche nell’affrontare il viaggio da Nazareth a Betlemme dove Miriàm partorirà il figlio da sola in una mangiatoia.
Molti i temi universali che affiorano dal testo: l’amore assoluto, la tolleranza, la modestia, il senso della famiglia, il dono di
sé che esula da qualsiasi forma di egoismo, la sacralità dell’essere madre e il suo essere protettiva verso il figlio.
L’ottima regia di Annamaria Russo e le indubbie qualità artistiche di Rosalba Di Girolamo contribuiscono e esaltare la profonda poetica presente del testo di Erri de
Luca, che vuole essere un piccolo gioiello prezioso tale da diventare architrave della letteratura contemporanea.
La Di Girolamo riesce a lasciar andare ,senza trattenerlo il magma emotivo, restituendoci tutta l’ energia vitale di Miriàm e il pathos narrativo
con una recitazione che si fa ascolto, comprensione profonda del testo, che risulta di non facile realizzazione.
La sua interpretazione totalmente immersiva e di identificazione arricchisce il testo di sfumature e di inedite risonanze sonore.
Cercare la verità nell’arte teatrale intesa come elemento di arricchimento culturale , non solo semplice passatempo, è oggi più che mai essenziale.
Nello spettacolo “In nome della madre” abbiamo un chiaro esempio di Teatro inteso come cerimonia, rito collettivo, luogo dell’anima, scambio simbolico tra pubblico e
attore, nella grande e dispersiva realtà odierna piena di falsi miti e fantasmi digitali.