“Impasse” è il titolo del nuovo lavoro discografico di Andrea Rea Trio, formazione composta da Andrea Rea (pianoforte), Daniele Sorrentino (contrabbasso, basso elettrico) e Marcello Di Leonardo (batterista). Sette sono i brani presenti in questo nuovo viaggio discografico, in cui le dimensioni musicali del trio si fondono tra loro in un unico ensemble ricco di atmosfere emozionali contagiose. In occasione del nuovo progetto discografico abbiamo intervistato il pianista e compositore Andrea Rea, classe nel 1983, che oltre alla formazione del trio collabora con musicisti come Stefano Di Battista, Flavio Boltro, Daniele Scannapieco, Roberto Gatto, Dee Dee Bridgewater, Joe Lovano, Maria Pia De Vito, Archie Scheep, Richard Galliano. Numerosi sono i festival a cui il musicista a preso parte, riuscendo in qualche occasione a portare a casa diversi riconoscimenti al “Baronissi Jazz”, “Tuscia in Jazz” e perfino “Piacenza Jazz” e “Jazz Teano Factory”. Nel 2007 è il vincitore del prestigioso premio internazionale “Massimo Urbani” PIMU 11. Nel 2010 produce “White Room” e nel 2014 “Arioso” (Abeat Records), attualmente interpretato nel quartetto di Stefano Di Battista.
“Impasse” è il titolo del nuovo lavoro discografico di Andrea Rea Trio…
«Questo disco si differenzia un po’ dagli altri lavori, anche per quanto riguarda la formazione. La new entry del trio è il batterista Marcello Di Leonardo, che ha un’esperienza musicale maggiore a differenza degli altri che hanno collaborato con me precedentemente. Marcello, infatti, vanta diverse collaborazioni con artisti importanti del panorama nazionale e internazionale. È un album più tradizionale di jazz, rispetto a precedenti che avevano un’impronta più europea, con brani italiani e brasiliani».
Quando è nata l’idea di realizzare questo nuovo progetto discografico?
«L’idea è nata due anni fa, periodo in cui, oltre alla scelta delle canzoni, mi sono occupato di apportare qualche cambiamento alla formazione. Ho deciso di chiamare Marcello Di Leonardo perché qualche volta abbiamo suonato insieme nel gruppo di Stefano Di Battista, quindi tra noi si è instaurato da subito un buon feeling, fondamentale per chi fa questo mestiere».
Quando è iniziata invece la tua collaborazione con Stefano Di Battista?
«Sono entrato a far parte del gruppo nel 2010. Inizialmente il mio ruolo era quello di sostituire un altro elemento della formazione, poi col tempo sono diventato un membro effettivo».
Quando comincerà la promozione live dell’album?
«La promozione di “Impasse” comincerà tra ottobre e novembre, al momento le date sono ancora da definire. Durante il periodo estivo continuerò comunque a suonare dal vivo in tutta Italia, ma con progetti e formazioni esterni al trio».
Nel corso della tua carriera hai collaborato con diversi jazzisti italiani, quali tra questi ha dato un contributo maggiore alla tua crescita artistica?
«Ogni artista ti lascia qualcosa e ti segna nel percorso. La collaborazione con altri artisti mi è servita soprattutto dal punto di vista umano, sviluppando in me come artista e non solo come uomo, una maggiore crescita».
Chi o cosa ti ha avvicinato al mondo della musica?
«Ho iniziato da bambino ad appassionarmi alla musica. A 19 anni, dopo aver comprato il mio primo pianoforte, ho cominciato a studiare in maniera professionale. In quel periodo lavoravo nello staff del Pomigliano Jazz Festival e mi divertivo ad osservare e carpire alcune sfumature che poi mi sono servite successivamente. Da quel momento il mio amore per la musica, per il jazz si è intensificato ed ho capito che sarebbe diventata la mia unica professione».
Quando ti ritrovi davanti al tuo pianoforte e inizi a suonare, dove ti trasporta la tua musica?
«È una gestazione di libertà assoluta. È un momento di abbandono totale che mi trasporta lontano dai problemi quotidiani e mi fa sentire l’uomo più fortunato del mondo».
Cosa sogni nel tuo futuro artistico?
«L’aspirazione più grande è quella di suonare in location importanti di un certo prestigio con un progetto proprio, portando la propria musica in giro per il mondo».