Una nuova sfida, quella di Edoardo Sylos Labini, portare in scena un altro personaggio storico della cultura italiana, che proprio quest’anno si celebrano i 150 anni della sua nascita, Gabriele D’Annunzio. Questo spettacolo teatrale Gabriele d’Annunzio, tra amori e battaglie (Napoli Teatro Mercadante 11-12-13 aprile; Catania Teatro Verga dal 15 al 20 aprile; Firenze Teatro Goldoni 22-23-24aprile ) è ricco di passione, innovazione, coraggio, proiettato nel futuro. È un riscatto al Vate, da sempre tacciato di essere fascista o quantomeno il precursore, ma D’Annunzio fu l’inventore di una democrazia e di una modernità senza eguali. Da Gabriele d’Annunzio, tra amori e battaglie è stato tratto un fumetto, acquistabile nel foyer dei teatri e un ebook, libro multimediale e interattivo, dove è possibile vedere documenti storici originali, lettere e poesie di D’Annunzio, le fotografie e i luoghi più significativi del Vittoriale. Scaricabile su iTunes o per iPad su iBooks. Sylos Labini, che ha la consulenza artistica al Teatro Manzoni di Milano, è stato definito il nuovo attore futurista, ma è anche un autore talentuoso dei suoi spettacoli teatrali, ci parla brevemente del suo spettacolo, prossimamente al Teatro Mercadante di Napoli, e dei suoi progetti futuri.
Come nasce l’idea di portare in scena un personaggio così discusso e controverso?
«M’interessava parlare di un personaggio che ha fatto la storia della cultura italiana, D’Annunzio a scuola è stato sempre studiato diversamente, con pregiudizi ideologici e politici, invece, le cose vanno studiate sempre approfondite. D’Annunzio fece, della propria vita, un’opera d’arte, portò la cultura italiana a farla diventare una risorsa straordinaria, il primo che capì quanto era importante il marketing, Il Piacere, fu un best seller in tutto il mondo, attraverso il quale fece conoscere la cultura italiana, di quel periodo, in tutti i Paesi. Questa è la cosa che mi ha attratto di più di lui. Lo spettacolo parte con un consiglio a un giovane artista, “tu che sei un giovane artista, non demordere, la via dell’arte é lunga e scabra ed erta, per salirla ci vogliono dei lombi armati di valore. Non ti spaventare della lotta: è la lotta per la vita”. È un messaggio culturale, artistico di come, oggi, bisogna avere il coraggio di non piangersi addosso. È vero c’è la crisi, ma nei momenti di crisi, si ricostruiscono le cose interessanti. Lo spettacolo nasce con questa verve e impeto d’annunziano. Ardisco Non Ordisco, tutti i motti di D’Annunzio, che fecero di lui un personaggio straordinario.»
Per scrivere questo testo quanti testi hai dovuto leggere?
«Ho messo un anno di scrittura e di preparazione, ho avuto la fortuna di avere come collaboratore Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani e massimo biografo del Vate.»
Quindi sei stato anche sul luogo, al Vittoriale…
«La scenografia dello spettacolo ricostruisce fedelmente il Vittoriale.»
C’è un’idea anche di farne una fiction tv?
«Sarebbe il caso, è uno scandalo che non si faccia, c’è sempre il pregiudizio che D’Annunzio era fascista, ma in realtà non lo era. Mussolini copiò tutto da lui. Bisogna superare questi steccati novecentisti, antifascismo, comunismo, destra, sinistra, siamo in un’altra epoca. Lo spettacolo fa vedere questa figura anche in un altro modo e chi non lo conosce, lo va a ristudiare, perché rimane entusiasmato da questo personaggio rivoluzionario. Lui inventa il gossip per vendere i suoi romanzi, ventenne, va a Roma a studiare all’Università e, mette incinta la duchessina Maria Altemps Hardouin, del Galles, e questa storia d’amore scandalosa, va su tutte le cronache mondane. È il primo comunicatore pubblicitario, inventa il marchio de La Rinascente, inventa che l’automobile è femmina, le parole beni culturali o tramezzino. Fu un grande comunicatore, il primo che capì, all’inizio del ‘900, come la comunicazione fosse importante per la cultura: “L’autopromozione è la prima regola per un artista che si rispetti”, diceva.»
C’è qualche scena in particolare che ami di più?
«La versione elettronica e inedita de La pioggia nel pineto. In scena c’è un musicista deejay che suona, mixa dal vivo tutte le musiche che ascoltava D’Annunzio, quindi Wagner, Debussy, Josephine Baker, ‘a vucchella che scrisse al Gambrinus di Napoli e altre musiche. È un lavoro che ho inventato da anni, al posto dell’orchestra dal vivo, c’è un deejay, come se fosse un direttore d’orchestra moderno, che dal suo pc e lettore cd, fa partire un immaginario musicale che è il tappeto sonoro di tutto lo spettacolo.»
Quindi hai scelto anche le musiche per questo spettacolo?
«Si, insieme al maestro Antonello Aprea, che è il deejay nello spettacolo.»
E i costumi, gli oggetti…
«Costumi e scenografie sono di repertorio, fatti da Marta Crisolini Malatesta, e ricostruiscono fedelmente il Vittoriale italiano, quindi, c’è una componente classica con una contemporanea, che è la musica. Piace sia agli anziani, che sono abituati a veder una cosa classica, che ai ragazzi che non vanno mai a teatro.»
Oltre a te, chi c’è sul palco…
«Siamo in sei, e sono Giorgia Sinicorni, Silvia Siravo, Alice Viglioglia, Dj Antonello Aprea e, Viola Pornaro nel ruolo di Eleonora Duse. Ma in ogni città, poi, io scelgo quattro donne che diventano attrici per una sera, perché partecipano a una scena del Vittoriale, saliranno sul palco nei panni delle donne dannunziane.»
Sono stati realizzati anche dei fumetti?
«Abbiamo fatto il fumetto dello spettacolo, con la prefazione di Giordano Bruno Guerri, i disegni sono di Marco Sciame, un fumettista di Pescara che aveva già disegnato altri fumetti su D’Annunzio. Il fumetto sarà in vendita nei foyer dei teatri e riporta fedelmente il testo dello spettacolo.»
Hai una passione per D’Annunzio?
«No, nessuna passione, in realtà, una sera a cena Giordano Bruno Guerri mi parlo del 150° anniversario di D’Annunzio, e mi chiese di fare uno spettacolo. E da due anni sono completamente cambiato, mi sono fatto crescere i baffi, rasato i capelli, dimagrito sei sette chili, sicuramente dopo, per uscirne, andrò in analisi.»
La prossima stagione teatrale cosa succederà?
«Farò un nuovo spettacolo, Nerone, e fra un mese comincerò a prepararmi, farò sei mesi di preparazione. Stiamo lavorando su un saggio di Massimo Fini, Nerone, lo sto scrivendo in collaborazione con Pietrangelo Buttafuoco.»
Invece, prima, quali personaggi storici avevi interpretato?
«Prima Mazzini, prima ancora Filippo Tommaso Marinetti, ho una mia linea editoriale in teatro, dove io ho deciso di affrontare personaggi della storia italiana, più che altro quelli su cui hanno un pregiudizio politico contro, per farli conoscere per quelli che erano veramente.»
Hai cominciato con la grande Alida Valli?
«Il mio esordio fu nel ’95, per la regia di Patroni Griffi, Questa sera si recita a soggetto di Pirandello. Fu il mio primo spettacolo in assoluto, appena finita la scuola di recitazione, il mio primo provino fu per questa commedia, fui fortunatissimo e fui preso. Ho cominciato subito, ma avevo un ruolo piccolo.»
Scriverai un libro su un personaggio storico che più ami?
«No, perché ho trovato, con questa forma cioè riportali in teatro, che non fa nessuno in Italia, quello è già un lavoro, perché i testi li scrivo io.»