Orso D’Oro al regista Gianfranco Rosi per la toccante pellicola cinematografica Fuocoammare. Berlino omaggia il docufilm che arriva dritto al cuore, la scelta coraggiosa di Gianfranco Rosi di portare al cinema la struggente storia dei migranti che sbarcano a Lampedusa. Una responsabilità civile, politica e sociale è quella che il regista ha “sposato” con la proiezione di Fuocoammare, dal 18 febbraio al cinema, divenuto in poche ore, una conquista di ogni scenario.
Al fianco di Gianfranco Rosi troviamo Pietro Bartolo, il medico volontario che da oltre vent’anni mette a disposizione la sua professionalità e la volontà umana e dell’anima al servizio della miriade di migranti che giungono nel territorio lampedusano, tutti coloro che riescono a sopravvivere all’estenuante “viaggio”. «Durante i primi periodi trascorsi a Lampedusa per iniziare a rendere concreta l’idea di lavorare a questo film, è accaduto di essermi ammalato di bronchite. Mi sono dunque recato presso il presidio medico ed ho incontrato il Dottor Bartolo. Abbiamo così parlato di tutto tranne che della mia bronchite. Gli ho spiegato di essere un regista, che stavo lì per iniziare a meditare sull’ipotesi di una pellicola cinematografica, di essere altresì molto dubbioso circa la complessità della realtà degli sbarchi lampedusani. Lui mi ha dato una pennetta, esortandomi a guardarla appena rientrato a Roma, certo, che visionando le immagini contenute, sarei ritornato. Sono stato completamente rapito dal Dottor Bartolo, quelle testimonianze mi hanno emotivamente convinto». È così che si esprime Gianfranco Rosi, visibilmente emozionato e nel contempo entusiasmato di poter portare in Europa, un film che apra gli occhi di fronte ad una così dilagante catastrofe umanitaria. “Fuocammare” è il racconto di uno stato d’animo, un film bellissimo, che coglie ogni aspetto dell’interiorità umana, affinchè scuota la pigrizia occidentale. Una proiezione che racconta la doppiezza di un’isola che per tanto tempo è stata luogo di vacanza e che poi d’improvviso, con l’immigrazione, si è trasformata in un’altra cosa. Una condizione di eventi che ha cambiato il ritmo di vita degli stessi lampedusani e dei medici che mettono al servizio se stessi, presso il presidio di accoglienza. Un inno dunque agli abitanti del luogo che rappresentano un grande popolo, aperto, pronto ad elargire ogni forma di generosità, di fronte ad uno stato delle cose divenuto così mutevole. «Noi siamo un popolo di pescatori, ed i pescatori accolgono tutto ciò che viene dal mare», è questa l’esternazione del dottor Pietro Bartolo che sancisce il contenuto di Fuocoammare.