La commedia classica del Teatro Quirino presenta le due novelle più famose del teatro di Luigi Pirandello: La Giara e La Patente (in scena fino al 19 novembre) con Enrico Guarneri, Rosario Minardi, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Nadia De Luca, Turi Giordano, Mario Opinato, Pietro Barbato, Francesca Annunziata, Giovanni Fontanarossa, per la regia di Guglielmo Ferro.
Il protagonista, Enrico Guarneri, si cimenta con il teatro pirandelliano, dopo aver calcato i palchi dell’anno precedente con i testi di Verga, utilizzando il siciliano come momento di crescita. Il testo è presentato con un filo conduttore che vede alcuni attori di teatro in viaggio, si fermano nella Villa degli Scalognati, un luogo immaginifico, situato nella mente, prende vita l’analisi dell’uomo e delle sue fissazioni, in un contesto di nevrosi e umorismo che animano i testi pirandelliani.
A Guarneri il compito di interpretare Ferro de “I Giganti”, Zì Dima ne “La Giara” e Rosario Chiarchiaro ne “La patente”. Le sue interpretazioni, ricche di humor e ironia, sono apprezzate e condivise dal pubblico. Il testo, che lascia ampia interpretazione al siciliano, lingua del resto originale per ciò che riguarda il testo, ripercorre i concetti così cari all’autore. Il tutto più che ben interpretato dagli attori stessi, ben presenti ritmicamente e fisicamente all’interno delle scene.
Bellissima prova attoriale per Enrico Guarneri, che vivacizza la scena sempre con maestria, attorniato da una serie di attori che lo completano in scena.
Sul palco le scenografie di Salvo Manciagli, che utilizza anche dei manichini per aumentare la presenza attoriale in scena o addirittura aumentarne il pubblico anche sulla scena. Il contrasto ciò che sta avanti e ciò che appare dietro, inoltre, rappresenta una delle trovate sceniche più adatte alla narrazione presente in scena.
Lo spettacolo non stanca, ma attrae con i ritmi e la già citata bravura di un gruppo di attori che permettono alla scena di rivivere sul palco con maestria dei resoconti, scene che aiutano lo spettatore a riflettere sul proprio io, sulla conoscenza degli altri e sulla sua vita.