Tacco 12 d’ordinanza e una bellezza travolgente: si presenta così il vicequestore Lolita Lobosco alla sua prima apparizione su Rai1 domenica sera e vince la serata con uno share del 31,77 per cento pari a 7.535.000 di spettatori.
“Le indagini di Lolita Lobosco” la serie, interpretata da Luisa Ranieri, tratta dai romanzi di Gabriella Genisi, diretta da Luca Maniero, mette in luce una protagonista autorevole, autoironica che non rinuncia alla sua femminilità. Il suo mondo è dominato dalle donne; la madre Nunzia è interpretata da una magistrale Lunetta Savino, la sorella Carmela, Giulia Fiume, l ‘amica del cuore Marietta, Bianca Nappi, sono le stelle intorno alle quali gravitano gli uomini che sembrano appena accennati, quasi sbozzati a matita rispetto alla complessità e ricchezza delle donne.
Tornata a Bari, sua città natale, dopo aver lavorato a lungo a Legnano, la Lobosco si trova a dirigere una squadra di uomini in un mondo ancora molto maschilista, ma lei riesce ad abbinare il suo fiuto investigativo alla sua innata femminilità. Con Antonio Forte (Giovanni Ludeno), suo compagno di scuola fin dai tempi dell’asilo, porta avanti le indagini e tra i due si nota una grande intesa professionale ed affettiva.
Il ritmo della serie, almeno a giudicare dalla prima puntata “La circonferenza delle arance”, non è incalzante, non ci sono colpi di scena e tutto scorre tra flashback in cui la protagonista ricorda la sua infanzia, e momenti routinari di indagini. Manca il brio, sembra tutto monotono e scontato.
La Genisi ha dichiarato di essersi ispirata al celebre commissario Montalbano, (tra le altre cose Luca Zingaretti, che impersona il commissario nato dalla penna di Camilleri, è uno dei produttori della serie) , ma mancano i colori, la forza dei personaggi, l’uso sapiente del dialetto, l’ironia, che hanno reso celebre Montalbano.
La Ranieri ha dichiarato di non essersi confrontata con Zingaretti ma di essersi lasciata guidare solo dal ritratto di donna del romanzo con le sue sfumature. L’attrice ha insistito per utilizzare il dialetto barese ma questa scelta non è felice, sembra una inutile forzatura che poteva essere evitata.
Non ci sono risvolti morali nel lavoro ma emerge come le donne, soprattutto se belle, facciano fatica ad affermarsi in luoghi di lavoro dove gli uomini pensano di essere i padroni come i commissariati o le caserme. Con il suo esempio Lolita accende un faro sulla possibilità di rimanere se stesse, certo se si è belle e brave è tutto più semplice ma la meritocrazia, la professionalità pagano sempre e non c’è pregiudizio che tenga.
Nelle prossime puntate sono previste anche importanti guest come Alessio Vassallo e Raz Degan. Appuntamento a domenica prossima con la Lobosco e le sue indagini.