Dopo il primo singolo Su-Spire, un brano d’impatto che esprime un concetto surrealista mirato ad evocare immagini ed emozioni forti, la band Dioniso è pronta a lanciare Dammi una ragione, una canzone per ballare al ritmo dei ricordi. Il brano vuole metaforicamente farsi inno ai momenti felici che sembrano essere ormai troppo lontani, e diventa un incoraggiamento musicale a guardare positivamente al futuro. I suoni sono stati scelti con lo scopo di suscitare un’altalena di emozioni che oscilla tra la nostalgia e la voglia di far festa. La band siciliana è composta dal chitarrista e fondatore del gruppo Francesco Campo, dal batterista-percussionista Andrea Sciacca, dal cantante Filippo Ferro e dal bassista e tastierista Filippo Novello.
Intervista a Francesco Campo.
Voi siete nati nel 2018…tu sei stato il fondatore del gruppo…come vi siete formati e quali sono le vostre esperienze precedenti prima del gruppo?
«L’idea iniziale del gruppo è nata da me. Suonavo già da sei anni attivamente nel territorio e avevo l’idea di metter su una band che proponesse una musica rock anni ‘60’ ’70 non solo a livello tecnico, ma che riuscisse a portare l’essenza con la quale era stata concepita. Quindi creare una sorta di situazione con delle cover dove si respirasse l’essenza di quegli anni, la storia di come sono nate quelle canzoni e del perché sono state realizzate in quel modo, oltre chiaramente all’esecuzione tecnica che chiaramente richiede anche del lavoro, ma era importante focalizzarsi sul riproporre l’identità che avevano queste band per cercare di farla arrivare alle persone, per capire le loro reazioni. Ad essere sincero, nel corso dei molti live abbiamo ricevuto delle risposte più che positive, poiché le persone non si stancavano un attimo dal primo all’ultimo brano. Tutto questo è stato per noi una scuola, ci ha fatto veramente capire cosa avevamo dentro e ha fatto in modo che noi, tutte queste influenze, le rendessimo nostre e le riproponessimo una volta partito il percorso produzione. La band è composta da me Francesco Campo, da Andrea Sciacca, il batterista, percussionista laureato, il primo elemento del gruppo che ho incontrato in una jam session, dopo si sono aggiunti il bassista e tastierista Filippo Novello e il cantante Filippo Ferro, che corrispondeva alla lettera all’idea che avevamo di frontman con carattere androgeni e con un timbro e un carisma particolare. Con Filippo abbiamo trovato un grande tesoro. La svolta, dopo diversi concerti, è avvenuta in un live dove il nostro produttore Ermanno Figura, in arte Ermanesco, ci ha notati e ci ha proposto un contratto di produzione, che noi abbiamo chiaramente accettato, sia per le condizioni, sia per la proposta in generale. Da quel momento per i Dioniso è stata una svolta, poiché Ermanesco ha fatto in modo che tutto quello che avevamo imparato dalla nostra esperienza l’abbiamo potuto riversare su una nuova esperienza che propone la nostra musica e la nostra identità, in maniera palese e concreta».
Come mai la scelta di chiamarvi Dioniso?
«La scelta è stata presa da noi della band. Eravamo orientati anche su altri nomi, ma il nostro obiettivo era quello di trovare un nome che identificasse realmente quello che viviamo, quello che sentiamo dentro e quello che cerchiamo di trasmettere con la nostra musica. Dioniso può essere un nome che riconduce a tantissime cose, chiaramente il dio greco per eccellenza, che induce all’arte, alla musica. Dioniso è stato nell’antichità una scintilla. Da quando è arrivato lui nell’antica Grecia, il suo culto ha portato un modo diverso di vedere la vita, che può essere vista anche come gioia, come felicità, come ebrezza, ed è un po’ quello che vogliamo cercare di fare noi con la nostra musica. Cercare di toccare le corde dell’animo della gente».
Su-Spire è il vostro primo singolo. Questo brano è un po’ il vostro bigliettino da visita. Com’è nato?
«Abbiamo scelto come primo singolo Su-Spire poiché abbiamo pensato che fosse il brano giusto per iniziare. Il risultato ci ha dato una grande forza, una grande grinta, quindi abbiamo capito che anche se fossero venuti fuori altri brani, sicuramente Su-Spire avrebbe avuto in qualche modo la precedenza. Chiaramente il brano è stato sottoposto a tutto il team che collabora con noi e tutti si sono trovati d’accordo nel presentarlo come prima uscita. La canzone in qualche modo parla del nostro conflitto interiore, quando uno è giovane e vorrebbe spaccare il mondo, ma dall’altro lato deve avere verso gli altri un atteggiamento corretto, di bontà, di gentilezza, quindi il classico conflitto che vede il diavolo e l’acqua santa. Nel brano la fortuna è data da una ragazza che ci porta tutti sulla retta via. Su-Spire ha delle influenze fortissime anni ’60 ’70, che abbiamo cercato di rendere nostre in qualche modo, aggiungendo una componente elettronica, che in quegli anni mancava, proprio per dare questo carattere moderno e attuale e dare più profondità al significato delle cose che volevamo dire. Riteniamo di aver trovato una chiave che sarà presente in tutti i nostri brani».
Tra qualche giorno sarà in rotazione il vostro secondo singolo, l’inedito Dammi una ragione.
«Dammi una ragione è una canzone che sin da subito ci ha fatto pensare all’estate col suo caos e la sua leggerezza. Pensiamo che non ci possa essere momento migliore di pubblicazione per questo brano e il nostro intento è quello di fare divertire e ballare con un mood psichedelico».
Il brano anticipa l’album…a quando l’uscita e cosa ci puoi anticipare su questo lavoro?
«Dell’album ancora non posso dire nulla, perché la strategia adottata dalla produzione sta nel fatto di far uscire una serie di singoli, con una scadenza mensile o bimestrale. In seguito sarà deciso se includere questi singoli in un eventuale EP o in un album».
Qual è il vostro sogno più grande oltre ad affermarvi nel panorama della musica italiana?
«Sicuramente il sogno più grande è riuscire a fare qualcosa che duri nel tempo, perché da quando è partito questo progetto non si è mai pensato di fare un qualcosa che potesse avere vita breve. Il nostro sogno è di proporre qualcosa che nel futuro abbia sempre risonanza e che ci possa rendere fieri del nostro lavoro. Il nostro piacere più grande sarebbe quello di entrare nelle case di tutti, quindi fare della musica, focalizzata sui giovani, che sia in grado di sconvolgerli e che dia loro una visione diversa della musica. Con questo non vogliamo creare un prodotto di nicchia, che coinvolga solo i giovani, ma un po’ tutti, quelli che apprezzano la musica anni ’60 ’70, la musica degli anni ’80, qualsiasi persona possibile può essere un fruitore della nostra musica. Inoltre un altro sogno, essendo noi una rock band sarebbe quello di organizzare un bel tour negli stadi, nei palazzetti, di riuscire a fare delle collaborazioni all’estero con artisti importanti. Siamo giovani e i sogni sono sempre spropositati, ma speriamo con la volontà che abbiamo di poter arrivare a quello che vogliamo».