Il fascino antropologico è di scena al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli con il vernissage fotografico che rivolge lo sguardo alle donne della Sanità. La Mostra Fotografica che ha preso il via sabato 5 marzo, resterà in esposizione fino al 7, per poi approdare al Caffè Letterario EvaLuna dal 12 al 25 marzo.
“Je sto vicino a te. La forza delle donne tra comunità e territori“: è questo il titolo prescelto per la collettiva realizzata dai lavori di Mariagiovanna Capone, Ada Santasilia, Sofia Quarantelli. Un foto-progetto che porta alla ribalta il ruolo sociale della donna del Rione Sanità, uno dei più contrastati e suggestivi dell’intera Partenope. “Non un quartiere, bensì un‘altra città”, così come afferma Mariagiovanna Capone. Un raccoglitore di scatti che nasce sulla scia del reportage realizzato da Mimmo Jodice negli anni ‘60, con l’intento di rivolgere lo sguardo alla Sanità, alle sue mille facce, alla sua complessità. Questa volta però è l’occhio fotografico delle donne, che si dirige verso una porzione esclusiva, che non a caso, è proprio quella delle donne. Un duplice sguardo, che si incrocia, che si mette a confronto tra similitudini e differenze. “Il Rione Sanità è donna”, diventa il documento di descrizione delle peculiarità della città di Napoli, come quella dei vicoli in cui svolazzano colorati i panni stesi, rappresentati nell’esposizione, dalla mollette a mò di fermo tramite cui sono visibili le immagini. Molteplici sono i volti, gli sguardi, i sorrisi e le smorfie ritratte da Ada Santasilia, Sofia Quarantelli e Mariagiovanna Capone, con l’intenzione di instaurare un dialogo con chi compone un ritaglio essenziale del Rione Sanità.
“La luminosità e la freschezza di una donna giovane, si interpone tra gli scatti che ritraggono la cartomante e la capera. Dove volutamente, alla chiarezza della prima, abbiamo alternato le ombre delle due donne anziane, che rivestono altresì il simbolismo partenopeo”, così come spiega Ada Santasilia, in riferimento ad una delle composizioni in mostra. “Il punto di partenza di questo percorso è iniziato a dicembre dello scorso anno, con un corso di fotogiornalismo che ci ha permesso di rivolgere uno sguardo all’intero quartiere, fino a scegliere di entrare nel mondo femminile – così Mariagiovanna Capone – Sommariamente non credo ci sia differenza tra lo sguardo fotografico maschile e quellofemminile, in questo caso però, è stato più facilmente possibile entrare nella vita delle donne fotografate, raccogliendone la profondità che si cela dietro i loro sguardi, le abitudini, i modi di fare. Abbiamo dunque goduto di un privilegio, che non risiede in quello di essere delle donne fotografe, ma semplicemente, perché siamo donne. La Sanità è una città chiusa, che non accetta facilmente lo sguardo dell’altro. Si teme sempre che si voglia dare spazio agli aspetti negativi del posto, che si voglia parlar male. Il nostro approccio si è fondato invece sulla semplicità, sulla spinta a farci una chiacchierata e tutto quanto ha reso possibile un incontro di fiducia, di intima apertura, magari proprio perché siamo donne”.