Asif Kapadia, regista inglese di origine indiana, ieri ha presentato in anteprima al Cinema Modernissimo di Napoli il docufilm “Diego Maradona” distribuito dalla Nexo Digital e Leone Film Group, per soli tre giorni (23, 24, 25 settembre) nelle sale cinematografiche. Il regista con questo film ha cercato di tracciare una mappa dei principali avvenimenti che porteranno questo indiscusso genio del calcio dalla fama al declino. Attraverso immagini di repertorio, video inediti, testimonianze di amici e familiari Asif Kapadia ha accettato la sfida non facile di portare sullo schermo la storia personale di un indiscusso eroe dei nostri giorni,osannato e demonizzato allo stesso tempo. Diego Maradona è soprattutto la celebrazione dei sette anni a Napoli del giocatore più costoso al mondo, che porterà la squadra del Napoli a vincere due scudetti, una Coppa Uefa, una Supercoppa italiana e una Coppa Italia. «Dopo i due precedenti pluripremiati docufilm (Senna del 2010 e Ami del 2015) – ha sottolineato il regista – il mio desiderio era fare un film sulla vita di Maradona. Abbiamo impiegato tre anni per realizzarlo grazie ai colloqui avuti personalmente con lui e alle numerose testimonianze di coloro che gli sono stati vicino in questi anni. Ho cercato di far emergere luci e ombre del Pibe de oro e un’immagine quanto più possibile conforme alla realtà, lontana dagli stereotipi e da affrettati giudizi personali».
Personaggio contraddittorio, carismatico, difficile ,ribelle, sfrontato, quasi un semidio, ma generoso con i suoi familiari tanto da mantenere con il suo lavoro di calciatore a soli 15 anni la numerosa famiglia che stentava ad andare avanti. Il successo è arrivato presto per lui e per la giovane età Diego era impreparato psicologicamente ad affrontare le responsabilità che il suo ruolo nella società comportava. Ci sono evidenti similitudini tra il personaggio Maradona e il popolo napoletano: l’orgoglio, il senso di appartenenza, la furbizia, l’arte di arrangiarsi, la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta e quella di adattamento. Diego è venuto a Napoli con l’intento di portare la squadra del Napoli in vetta alle classifiche e ci riesce riscattandola dal ruolo di Cenerentola del calcio che aveva ricoperto per anni. Questo lo porterà a essere idolatrato come un Dio e a vivere come in un film del quale era il protagonista indiscusso e intoccabile,grazie anche all’amicizia con potenti e chiacchierate famiglie di Forcella. La moglie Claudia Villafane lo segue in questa fulminea ascesa, ma Diego è sempre più lontano dai suoi affetti, travolto da una intensa vita notturna dove cocaina e facili avventure la fanno da padroni. Nel settembre dell’86 Cristiana Sinagra dichiara alla stampa di aver avuto un figlio da Maradona, anche se lui si rifiuta ostinatamente di ammettere di aver avuto una relazione con lei. Comincia un periodo non facile per lui, che culmina con la partita Argentina –Italia al S.Paolo dove lui segna il famoso rigore .Il popolo argentino lo celebra come il salvatore ,ma lui in cuor suo si sente come un bambino delle favelas, imprigionato in un ruolo più grande di lui,che lo turbava e asfissiava profondamente destabilizzandolo. Diviene ostaggio della Camorra che lo tiene in pugno,anche se lui voleva andare via e scappare da tutto in cerca di un posto più tranquillo. Inizia la lenta e inesorabile discesa di Maradona che come Masaniello lo condurrà dalle stelle alla polvere. Documentati i suoi rapporti con la Camorra e condannato per doping, sarà costretto a lasciare Napoli abbandonato dalla stessa società calcio. Inizia il suo malinconico tramonto che lo vedrà ricoverato in vari ospedali per disintossicarsi e liberarsi dalla dipendenza che gli ha rovinato la vita. Il ritratto che emerge dal film è quello del miglior calciatore della storia che entra a pieno titolo nel mito e nella leggenda, e che malgrado il pesante passato lo vede oggi ancora proiettato in avanti ferito ma non domito.
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