La storia si ripete: il Real Madrid si aggiudica la finale di Champions contro i rivali dell’Atletico, a due anni di distanza dalla vittoria di Lisbona.
Quella di Milano è stata una partita dove il Real ha fatto l’Atletico e l’Atletico il Real: i blancos, dopo il vantaggio del (solito) Sergio Ramos al 15”, lasciano il pallino del gioco agli avversari e giocano di rimessa, sfruttando gli spazi concessi da un Atletico mai così sbilanciato in avanti, soprattutto nel secondo tempo. Nella ripresa, infatti, i colchoneros trovano subito l’occasione per il pareggio, ottenendo un calcio di rigore per fallo di Pepe su Torres: dal dischetto si presenta Griezmann che, dopo aver giocato una stagione superlativa, calcia sulla traversa proprio nel momento decisivo. L‘Atletico, a questo punto, cerca il gol in tutti i modi, facendo salire molto i terzini a discapito della fase di copertura, dove il tridente galactico trova praterie per le imbucate servite da Modric e Casemiro, ma Oblak prima, e Savic poi si oppongono, in ordine, a Benzema, Ronaldo e Bale, tenendo ancora a galla i compagni. Arriva, così, il momento in cui sale in cattedra Ferreira Carrasco: il talento belga, subentrato ad Augusto Fernandez, trova il tocco vincente su un bel cross di Juanfran, è 1-1. Il pubblico di fede ”cholista” si riaccende e prova a spingere i suoi verso la rivincita della finale maledetta del 2014, ma 90 minuti non bastano e si va ai supplementari. I due tempi da 15, con le due squadre lunghissime e tante interruzioni, scivolano verso la lotteria dei rigori: lì dove contano solo cuore e freddezza. Probabilmente, questo è stato il momento della partita in cui si è vista maggior qualità: esecuzioni perfette da una parte e dall’altra, anche Griezmann che ripara all’errore precedente, fino al rigore di Juanfran che si infrange sul palo, consegnando a Ronaldo la possibilità di segnare quello decisivo e di essere ancora una volta protagonista in una notte, fino a quel momento, buia. Il fenomeno portoghese non sbaglia e porta il Real Madrid sul tetto d’Europa per l’undicesima volta.
IL MIGLIORE: Yannick Ferreira Carrasco (ATL)
Simeone lo inserisce dal primo minuto della ripresa, al posto di Augusto Fernandez. Si rivela un cambio decisivo: il talento belga agisce tra le due linee avversarie e semina scompiglio nella difesa, con dribbling e giocate d’alta classe. Al 79” porta i suoi sull’1-1 e continua a creare grossi grattacapi alle merengues, anche nei tempi supplementari. Sicuramente il più pericoloso dei suoi, sarebbe stata la notte più bella della sua vita se il fato non avesse voltato, ancora una volta, le spalle ai colchoneros.
IL PEGGIORE: Pepe (REA)
A macchiare la sua partita, oltre all’intervento sconsiderato su Torres che causa un calcio di rigore al 48” che per poco non avrebbe riaperto la partita, due simulazioni al limite del ridicolo in cui, dopo essere stato sfiorato al volto, finge di aver subito una violenta manata. Vedere determinati episodi a certi livelli è sicuramente uno spettacolo di pessimo gusto.