“Il penitente”, che ha debuttato con successo al Napoli Teatro Festival lo scorso luglio 2017, è tornato a Napoli al Teatro Mercadante per la rassegna “Tutto il teatro che vuoi”. Il testo è stato scritto da David Mamet e la regia è stata curata da Luca Barbareschi. Sul palco, assieme al regista, ci sono anche Lunetta Savino, Massimo Reale e Duccio Camerini.
Quando entra in sala lo spettatore si ritrova davanti a una molteplice sovrapposizione di messaggi visivi: ingigantiti ritagli di giornali mostrano vicende del nostro recente passato in un velocissimo apparire e sparire. Intanto il personaggio protagonista del testo è già in scena, attento ai suoi appunti, seduto in mezzo a una scenografia che non offre distrazioni mantenendo tutto sul piano della parola.
Nel testo si affronta il difficile tema della responsabilità morale di un individuo messo a confronto con la necessità di rimanere coerente con le proprie credenze religiose. Nessun preambolo, lo spettatore si trova catapultato in una storia agghiacciante: un giovane omosessuale compie una strage e il suo terapista “entra in crisi” quando rifiuta di testimoniare in tribunale a suo favore. Tutto inizia quando viene pubblicata su un giornale un’intervista dello psichiatra in cui pare abbia affermato che il giovane è affetto da un’aberrazione (l’omosessualità), e tutto pare limitarsi a questo equivoco di cui è accusato lo psichiatra fatto bersaglio dai giornalisti per questa sua discriminazione relativa all’ “appartenenza” sessuale del suo paziente.
Ma la situazione si evolve in una sorta di vortice colpevolizzante nei confronti dello psichiatra, la cui unica volontà è quella di seguire un imperativo morale dettatogli dal “giuramento di Ippocrate” che impone ai medici di mantenere segreto quanto riguarda un paziente. L’aggressività dei giornali, la condiscendenza del suo avvocato nel consigliargli di rivelare quanto il giovane gli ha detto, l’interrogatorio di un giudice che ne indaga la fede religiosa interrogandolo su di essa e infine il tradimento della moglie con l’avvocato, sconvolgono lo psichiatra tanto da farlo quasi impazzire.
Doveva intervenire? Doveva impedire al ragazzo di riprendere la pistola e di realizzare quel progetto delirante? Pieno di interrogativi, lo psichiatra rimane sospeso tra il proprio volere e le contraddizioni di un comportamento che non trova sollievo nemmeno nella religione. Lo psichiatra rimane così solo con la sua coscienza di cui si sono fatti beffe tutti, amici e non.
Un testo di grande efficacia che si affida a passaggi difficili da seguire e che nel finale attraverso il “colpo di scena” (la moglie che tradisce e l’avvocato che rivela i suoi appunti) riduce, forse, la tragedia di questo uomo inducendo il pubblico ad una risata amara.
Lo spettacolo sarà ancora in scena al Teatro Mercadante dal 7 al 17 febbraio alle ore 17.00 il mercoledì e il giovedì, alle ore 19.00 il sabato, alle ore 18.00 la domenica e alle ore 21.00 il martedì e il venerdì.