Fino al 27 marzo 2022, Palazzo Ducale di Urbino ospita la mostra dal titolo “Città di Dio. Città degli uomini. Architetture dantesche e utopie urbane” per celebrare i 700 anni della morte di Alighieri.
I curatori Luigi Gallo e Luca Molinari hanno affiancato al progetto del Danteum (illustrato attraverso le tavole originali conservate nell’Archivio Lingeri di Milano) le opere di un centinaio di architetti italiani contemporanei che hanno riletto il capolavoro del Sommo Poeta.
Ricordiamo che la sede stessa dell’ esposizione è un luogo dove, più che altrove, l’architettura restituisce il suo valore simbolico e in cui risuonano ancora i valori del Rinascimento: spazi dunque in cui “riflettere sulla creazione architettonica – intesa nei termini d’ispirazione artistica, rivelatrice delle emozioni e della sensibilità dell’artista in grado di suscitare sentimenti nell’osservatore, così come definiti da Le Corbusier – acquista la duplice valenza di studio delle radici storiche e proiezione nella contemporaneità”.
Lungo il percorso artistico segnaliamo i disegni originali degli architetti di oggi, Aimaro Isola, Andrea Branzi, Franco Purini, Carmen Andriani, Matilde Cassani, Yellow Office e Francesco Librizzi. Si tratta di un viaggio che che abbraccia almeno tre generazioni diverse e documenta l’ influenza esercitata dalla Commedia nell’ immaginario di professionisti della progettazione, artisti e illustratori.
Nella distanza ideale tra la città di Dio e la città dei viventi, osservano i curatori: “esiste tutto il potenziale spirituale e simbolico che ha nutrito le nostre arti lungo la modernità, incarnando un’idea di utopia possibile, laica e pronta a essere concretizzata. La tensione e la distanza tra questi due universi hanno portato i nostri autori a cercare nell’imperfezione del reale una risorsa potenziale su cui agire e, insieme, ha offerto nella fiducia dell’utopia una speranza progettuale necessaria”.