Debutta, al Teatro Bellini di Napoli, Il Mercante Di Venezia di W. Shakespeare, con Silvio Orlando per la regia di Valerio Binasco, prodotto da Monica Mona con Oblomov Films S.r.l. e Compagnia Enfi teatro (in scena fino a dom. 16 Nov.).
Si tratta della più spiazzante e controversa commedia del corpus shakespeariano. Siamo nella Venezia del XVI secolo (ma qui gli abiti sono moderni). Il giovane Bassanio ama la bella Porzia e chiede in prestito 3000 ducati all’amico Antonio, ricco commerciante, per poterne chiedere la mano. Ma Antonio ha investito tutti i suoi averi in traffici marittimi, sicché si fa garante per l’amico presso l’usuraio ebreo Shylock. Questi odia Antonio perché presta il danaro gratuitamente, facendo scendere i tassi d’interesse in tutta Venezia. Gli presta dunque i soldi ma, in caso di insolvenza, pretende una libbra (mezzo chilo) della sua carne. Richiesta che gli si rivolterà contro… Si capisce dunque la difficoltà di trattare – per di più in chiave comica – argomenti così delicati, per una commedia che appare superata dalla Storia. Difficoltà accresciuta dal fatto che sembra non esserci una separazione definita tra buoni e cattivi, laddove il senso di giustizia muta continuamente i suoi connotati, e lo sguardo dell’autore oscilla senza sosta tra i “gentili” Cristiani (ora persecutori, ora vittime) e gli avidi Ebrei (ora vittime, ora spregiudicati vendicatori). Il punto, però, è che i Cristiani qui sono una comunità, l’Ebreo è uno contro tutti. “Un outsider, – come spiega Binasco – un diverso contro gli uguali. E, abituati come siamo (dall’Odissea ai film Western, passando per Cristo) a veder trionfare l’Uno contro i Tutti, la sua terribile, umiliante sconfitta ci mette a disagio”.
Ecco dunque l’intuizione registica di Valerio Binasco, di mettere al centro il potere malefico del denaro, che rende tutti meschini, più che le differenze(e diffidenze) religiose facendo di questa commedia una favola noir. Ma i toni sono festosi e leggeri, da commedia, e il ritmo è ben sostenuto, grazie anche ad una traduzione snella e moderna. Sivio Orlando è assolutamente convincente nel ruolo di Shylock, offrendo una caratterizzazione originale e aderente al personaggio. Bravi anche Nicola Pannelli (Antonio) e Andrea di Casa (Bassanio). Da incorniciare i due caratteristi comici Sergio Romano (Lancillotto) e Milvia Marigliano (Nerissa). Meno convincente l’urlante Porzia di Elisabetta Mandalari. Di gran gusto le scene di Carlo de Marino, i costumi di Sandra Cardini, il disegno luci di Pasquale Mari e le musiche originali di Arturo Annechino.
Si può vedere.