“Quante volte cerchi di esistere, di occupare uno spazio e poi arriva una cosa qualsiasi e ti ritrovi “Il male sulle scarpe”?: è così che il giornalista Camillo Scoyni spiega il titolo del suo noir presentato alla Mondadori di Napoli con il giornalista Carmine Aymone, Paola Gaglianone, presidente delle Biblioteche di Roma e il giornalista di Repubblica Emilio Orlando.
“Il male sulle scarpe” (edito da Tullio Pironti Editore) è un romanzo dai tempi serrati “derivazione dal mio amore per i film molto ritmati e, ovviamente dai tempi televisivi a cui sono abituato”, a sfondo mistico, che si snoda tra le strade e i monumenti più caratteristiche di Roma. Il protagonista, Enrico Vaciago, colpito in prima persona dalle scorribande assassine di un gruppo di fanatici, li inseguirà tra i misteri della fisica e le profezie del monaco russo del XVIII secolo Basilio di Kronstadt. Attorno la società di oggi, confusa, intossicata, che si richiama alla velocità del tempo della tecnologia, ma reagisce con la lentezza della burocrazia. Il dottor Vaciago – primo dirigente di polizia- è convinto: la scia di sangue va fermata, ai colpevoli va impedito a tutti i costi di nuocere ancora. Gli fanno da compagni di avventura una architetto avvenente e con una personalità sfuggente, un esorcista illuminante e un capitano dei “servizi” pronto a spianare la strada all’azione nei momenti più critici.
Al contrario di altri noir dove l’ambientazione rimane sospesa come in una sorta di Gotham city, in questo lavoro i luoghi di Roma vengono descritti in maniera minuziosa. “Per il modo in cui i luoghi vengono descritti – ha analizzato il giornalista Orlando – e per le forti affinità investigative ed intepersonali questo romanzo ricorda “Quel pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda”.
Molto ben strutturato in una struttura labirintica, il romanzo ha la capacità di far disorientare il lettore che, sebbene smarrito, prosegue la sua lettura e non chiude il libro.
Il protagonista, Enrico Vaciago, ha un modo di investigare poco tecnologico ed attuale; per lui gli schemi geometrici e matematici non risolvono i casi perché tutto sfugge alla razionalità quando si tratta delle mente umana.
I protagonisti della storia sono chiusi nei loro labirinti e difficilmente riescono a capire quando e se si incontreranno con gli altri; alla fine tutti restano chiusi nei loro labirinti.
“Nel romanzo non c’è nulla di autobiografico, ma sono presenti molti momenti delle vite di miei conoscenti”.
Bravi i tre presentatori e l’autore, durante la presentazione napoletana, a destare la curiosità nei presenti che hanno partecipato con interesse al dibattito.
Cari lettori entrate anche voi nel mondo di Vaciago, sarà difficile uscirne…