Vi ricordate il caro buon vecchio Valerio Scanu, vincitore dell’indimenticabile edizione del Festival di Sanremo 2010? E, soprattutto, ricordate i famosi luoghi e laghi di cui tanto si lamentava?
Quell’anno pensavamo di essere alla frutta e invece, come la legge di Murphy insegna da una vita: “Non c’è mai limite al peggio”!
Ed ecco che infatti in soli quattro anni siamo passati dal lago … alla piscina!
Il motto di questa 64esima edizione? “Stasera mi tuffo!” Forse avremmo dovuto capirlo fin dall’inizio, quando Fazio e Littizzetto avevano annunciato che tra i tanti ospiti della serata ci sarebbero state anche Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. La differenza però è che le due tuffatrici hanno stile!
Tutto è cominciato con il sipario che non ha funzionato, come d’altronde non ha funzionato il resto della serata. Poi abbiamo ritrovato Luciano Ligabue che non si capisce per quale motivo ha voluto far rivoltare nella tomba il povero Faber cantando quella che una volta tutti noi ricordavamo per essere la meravigliosa “Crêuza de mä”. Ora, prima domanda: caro Luciano, perché? Finalmente dopo anni di Best Of sei riuscito a completare un album di inediti. Quindi, per dirla alla Fazio: “Ma ti pare il caso?”
Fabietto, non temere che ho una domanda anche per te: Come ci sei riuscito? E non mi riferisco al tuo sangue freddo davanti al gesto disperato degli operai campani. No. Quello che mi chiedo io è: come sei riuscito a salvarci da una tragedia in diretta e a non salvare invece le nostre orecchie dallo scempio sui brani di Iannacci e Modugno?
Ma veniamo al pezzo forte di questa serata di apertura: le canzoni. Ebbene sì, anche se nessuno di noi se n’è accorto, ieri sul palco dell’Ariston si sono esibiti ben 7 artisti per un totale di 14 canzoni.
Procediamo con ordine però: a rompere il ghiaccio è stata Arisa, purtroppo però pubblico e giuria erano troppo intenti a capire se si fosse o meno rifatta il seno, per cui hanno votato quello che, a mio avviso, era il suo brano meno bello.
Poco dopo sul palco ecco arrivare Frankie Hi-Nrg MC con due canzoni dai testi incomprensibili quasi come il suo nome d’arte. Ancora, la terza ad esibirsi è stata Antonella Ruggiero.
Raphael Gualazzi ha poi duettato con BloodyBeetroots, l’uomo convinto di essere una mosca.
Finalmente nella città dei fiori sembrava essere arrivato uno spiraglio di luce grazie a Cristiano De André che ha regalato al pubblico un’ottima performance, ma anche con lui è cascato l’asino.
A passare tra i due suoi brani è stato “Il cielo è vuoto”, il secondo con cui si è esibito sul palco: ennesima dimostrazione che in Italia che si tratti di arte o di politica, tutti hanno sempre la memoria corta.
La patata bollente è stata passata poi ai Perturbazione che per l’occasione hanno cambiato il loro nome in Perplessità. A scrivere e musicare i loro brani sono in più di sei, eppure uno dei due pezzi presentati ieri sera all’Ariston sembrava essere stato scritto da Daniele Silvestri, io però ricordavo si intitolasse “Salirò”, ma questi sono piccoli dettagli.
Ciliegina sulla torta però è stata la Ferreri che ha chiuso in bellezza con una performance che ha fatto salire sull’impalcatura dove a inizio c’erano gli operai campani, metà Ariston. Insomma, una prima puntata infinita che non riesco a concludere nemmeno in questa recensione, motivo per cui utilizzo le parole di Luciana Littizzetto (unica vera vincitrice insieme al sublime Cat Stevens), parole con cui la comica ha salutato il pubblico dandogli appuntamento per questa sera: “Solo quattro ore di festival, serata leggerina, non trovate?”
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