In occasione dell’80° anniversario delle Quattro Giornate (27-30 settembre 1943), c/o il Teatro Mercadante si è tenuta la proiezione-evento del docufilm Quattro giorni per la libertà. Napoli 1943 di Massimo Ferrari, una produzione Big Sur con Luce Cinecittà, Rai Documentari, Titanus S.p.a. e Mad Entertainment.
Erano presenti in sala oltre al regista: Roberto Andò, Maurizio De Giovanni, Luciano Stella, il sindaco Gaetano Manfredi e numerosi attori che hanno partecipato alla realizzazione.
Finanziato dalla Regione Campania con la Film Commission Campania Quattro giorni per la libertà: Napoli 1943 si avvale della partecipazione di grandi nomi del panorama culturale: i testi sono dello scrittore Maurizio De Giovanni, la “voce di Napoli” è l’attrice Luisa Ranieri. Presenti anche: Massimiliano Gallo, Marisa Laurito, Cristina Donadio, Peppe Barra, Enzo Gragnaniello, il piccolo Mario Di Leva. Le animazioni sono di Alessandro Rak e Dario Sansone, le musiche di Antonio Fresa
Il 29 settembre il docufilm sarà trasmesso in prima serata su Rai 3.
Roberto Andò, nell’accogliere gli intervenuti ha detto che le Quattro Giornate rappresentano nella Storia un esempio di coraggio e di lotta collettiva per la difesa della libertà e ha ricordato che Napoli fu la prima città europea a ribellarsi contro il nazifascismo.
Il regista Massimo Ferrari ha detto: «Proporre un documentario storico vuol dire innanzitutto interrogarsi su come riuscire a raccontare la storia di queste persone in carne ed ossa e quindi sullo stile di narrazione e sulle modalità di indagine alla luce dei linguaggi e delle tecniche cinematografiche contemporanee. Da subito ho cercato delle strade che potessero valorizzare al meglio il ricco archivio di filmati, foto e pubblicazioni e il film di Nanni Loy girato nel 1962, strade che permettessero un racconto più vicino agli avvenimenti ed ai suoi protagonisti, quasi una testimonianza diretta di quelle famose “quattro giornate” vissute 80 anni fa. Un elemento che permetterà allo spettatore di essere accompagnato dentro queste drammatiche vicende è la voce di Napoli, la “voce di dentro” di una città che racconta in prima persona quelle pagine drammatiche di Storia. Ascolteremo anche le testimonianze di alcuni esponenti della cultura napoletana e nazionale che ci racconteranno il loro legame frutto di racconti e di ricordi, di aneddoti riportati o di studio. Ci avvarremo poi del contributo della tecnica cinematografica di animazione. “La voce” ci parla al presente restituendoci l’incredibile attualità dei fatti che il tempo rischia di relegare a una memoria svuotata di emozioni e senso di appartenenza».
Il produttore Luciano Stella così si è espresso: «Le Quattro Giornate di Napoli rappresentano una pagina storica che ha un valore contemporaneo perché racconta come e quanto la popolazione civile sia sempre, sistematicamente e volutamente aggredita in ogni conflitto. Guardando i filmati d’epoca ci siamo accorti che quelle immagini potevano essere paragonate a quelle della Siria o dell’Ucraina, dove oggi si combatte per la libertà. I napoletani seppero reagire con la forza della loro identità e del loro spirito di comunità. Le vicende narrate nel docufilm rivelano la natura di Napoli che è quella di tollerare la sofferenza ma anche la capacità di ribellione. Napoli ha difeso la vita dei suoi figli come una madre e i tedeschi vennero cacciati da un’insurrezione popolare scevra da divisioni ideologiche ma fatta con coraggio, disperazione, dolore. Spero tanto che questo docufilm possa andare nelle scuole e che i ragazzi possano comprendere che chi è vissuto prima di noi ha avuto la forza e il coraggio di mettere in campo solidarietà, altruismo, spirito di sacrificio per il valore supremo della libertà. Napule nun te scurdà! Come cantava Sergio Bruni ricordando le Quattro Giornate di Napoli a cui aveva partecipato». (N.d.r. Questo brano viene cantato e recitato da Massimiliano Gallo alla fine del docufilm nella Napoli sotterranea che diede ricovero ad oltre 100mila napoletani durante i bombardamenti).
Maurizio De Giovanni ha ricordato anch’egli la figura di Sergio Bruni , il cantore partigiano, ‘a voce ‘e Napule come lo definiva Eduardo, la cui gamba destra portò per sempre il segno della sua partecipazione alle Quattro Giornate. «Vico diceva che la fantasia altro non è che la memoria. Non abbiamo pertanto il diritto di dimenticare. E’ stata una ribellione che è partita dal basso e tutti hanno partecipato: donne, bambini, femminielli, vecchi. Non è stata una guerra per vincere ma una guerra per vivere, coraggiosa e gloriosa. E Napoli, ferita quasi a morte ha saputo reagire. Noi oggi camminiamo sul coraggio e la determinazione di coloro che si sono battuti per la libertà».