“Il Diavolo Custode”, commedia brillante scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme, andrà in scena al Teatro Diana di Napoli, fino al primo dicembre. Supportato da attori di ottimo livello, il mattatore napoletano regala quasi due ore di spensieratezza e divertimento, inducendo gli spettatori a porsi degli interrogativi seri sulla propria vita e lanciando un messaggio sociale sulla società odierna.
In scena, la vicenda familiare di Gustavo, un imprenditore in crisi, svilito ancor più, da una moglie sfiduciata e da una figlia 17enne, vittima di Smartphone ed abiti griffati, incuranti della situazione economica della famiglia. Un frammento della società di oggi. Vincenzo Salemme, ne “Il Diavolo Custode” mette in scena – in un atto unico, intervallato solo da un “dibattito” con il pubblico in sala – lo specchio di una realtà sociale che, in tempi di crisi moderna, attanaglia, purtroppo, un gran numero di famiglie considerate “normali”.
Normale è proprio il termine che l’attore partenopeo utilizza nel dibattito con il pubblico, scegliendo a caso 4-5 spettatori e coinvolgendoli con domande sul loro vissuto e sulle proprie vicende familiari nella “normale” vita di tutti i giorni.
Il confidenziale legame con il pubblico, la piacevole voglia di protagonismo degli spettatori e la maestria dell’esperto comico originario di Bacoli, rendono frizzante lo spettacolo attraverso una sequenza di gag irresistibili e di situazioni esilaranti che consentono all’artista di esprimersi al suo meglio aiutando lo spettatore, con ilarità, a sorridere dei propri difetti.
Un Salemme in veste di Diavolo – senza Tridente e Corna, ma armato di sorrisi ed ironia – in qualità di Potente degli Inferi, pone una scelta al protagonista. Decidere di godere di una seconda possibilità, in cambio della propria anima. E chi di noi, in momenti di sconforto, non ha mai desiderato che arrivasse qualcuno a proporgli una seconda possibilità? A chiederci: “Vuoi tornare indietro, rinascere e ricominciare da capo?” La tentazione è forte. Soprattutto se a porci questa domanda è il nostro “Diavolo custode”.
E, così, tra seconde possibilità, rifiuti e “mentite spoglie” – nella seconda parte il Diavolo-Salemme si nasconderà sotto i panni di un vicino di casa invadente e pettegolo! – attraverso l’interazione con i suoi ottimi compagni di scena Giovanni Ribò, Floriana De Martino, Antonio Guerriero, Nicola Acunzo (un fantastico diavoletto calabrese!) e Domenico Aria, Salemme ed il suo cast coinvolgerà “diabolicamente” il pubblico tra applausi e risate.
Come in tutti gli spettacoli di Salemme vuole anche far riflettere. Nel lungo monologo finale, infatti, Salemme porta lo spettatore a ragionare sulla “velocità” della nostra vita. Sulla nostra incapacità di fermarci a godere i momenti che viviamo. Riflette anche sulle differenze tra universo femminile e universo maschile, in un mix sempre vincente tra battute scritte ed improvvisazione.
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